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Assistenza al suicidio: viaggi organizzati dalla Russia

Le cure palliative possono rappresentare un'alternativa al suicidio assistito. Keystone

Secondo la stampa russa, l’agenzia "Megapolis Kurort"Link esterno  vuole offrire viaggi organizzati in Svizzera per clienti russi che desiderano un accompagnamento al suicidio. Le strutture svizzere specializzate nell’assistenza al suicidio attirano ogni anno centinaia di persone da diversi paesi europei.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 maggio 2017

Negli ultimi anni vi sono già stati dei russi che sono venuti in Svizzera per porre fine ai loro giorni. I viaggi individuali comportano però maggiori rischi e un certo carico amministrativo, ha indicato Anatoli Aronow, proprietario dell’agenzia di viaggi, al quotidiano russo "IzvestijaLink esterno". Megalopolis Kurort ha quindi inoltrato una domanda di autorizzazione all’organo di sorveglianza russo per offrire viaggi organizzati in Svizzera a candidati al suicidio assistito. 

Le ultime ore in riva al Lago Lemano 

“Intendiamo affittare una casa in riva al Lago Lemano, nella quale vogliamo creare un ambiente individuale per i candidati al suicidio. Per noi è importante il benessere di queste persone e vogliamo offrire loro la possibilità di trascorrere in modo dignitoso le ultime ore, ammirando il fantastico paesaggio del Lago Lemano”, ha spiegato Anatoli Aronow. 

L’agenzia di viaggi prevede quindi di avviare un partenariato con una struttura svizzera già attiva nell’assistenza al suicidio. Ogni candidato sarebbe tenuto dapprima a partecipare a due colloqui con un medico e uno psicologo, incaricato di allestire una perizia. Il servizio completo dovrebbe costare circa 5000 franchi. 

Per evitare complicazioni giuridiche, la volontà di porre fine ai propri giorni dovrebbe venir espressa in modo chiaro e verrebbe registrata su una videocamera. In Russia l’assistenza al suicidio è vietata dalla legge, sono invece autorizzati i viaggi all’estero con lo stesso scopo. 

Suicidio assistito in crescita 

“L’idea non è di per sé nuova”, ha ricordato Aronow. “Ogni anno numerosi malati in fase terminale si recano da tutta Europa in Belgio e Svizzera, due paesi in cui i servizi di accompagnamento al suicidio sono autorizzati. È ben possibile che tra queste persone vi siano anche molti russi”. 

In Svizzera, il “turismo della morte” è in continuo aumento da diversi anni. Secondo l’Ufficio federale di statistica, nel 2014 si sono registrati 742 casi di suicidio assistito, un numero 2,5 volte superiore a quello di cinque anni fa. L’1,2% di tutti i casi di mortalità rientravano nel 2014 nella categoria suicidio assistito.

In Svizzera la regolamentazione dell’assistenza al suicidio è di competenza dei Cantoni. Da diversi anni sono in crescita le cliniche e le case per anziani che offrono un accompagnamento al suicidio. L’organizzazione Exit ha prestato aiuto nel 2014 a 583 persone che avevano deciso di porre fine ai loro giorni. Nella città di Basilea le case per anziani hanno il diritto di decidere se offrire o meno un’assistenza al suicidio.

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