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Tubercolosi: reintroduzione degli esami alla frontiera

La radiografia permette di constatare se la tubercolosi ha attaccato i polmoni Keystone

Dopo la scoperta di due casi di tubercolosi resistente a Zurigo e Lucerna, i cantoni hanno ottenuto la reintroduzione provvisoria degli esami ai raggi X per i richiedenti l'asilo provenienti da zone a rischio.

Le radiografie sistematiche alla frontiera erano state rimpiazzate da questionari all’inizio del 2006.

I casi di TBC resistente scoperti recentemente in Svizzera hanno messo sul chi vive i cantoni che preoccupati hanno chiesto all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) di reintrodurre le radiografie alle frontiere per i richiedenti l’asilo provenienti da zone a rischio tubercolosi, come alcune regioni dell’ex Unione sovietica o alcuni paesi dell’Africa centrale.

«Siamo preoccupati», aveva affermato giovedì Michael Jordi, vicesegretario generale della Conferenza dei direttori cantonali della salute pubblica, a margine di un incontro con gli esperti dell’UFSP.

La reazione non si è fatta attendere: venerdì Karine Begey, portavoce dell’UFSP, ha spiegato a swissinfo che nei prossimi giorni il gruppo di lavoro «sanità alla frontiera» discuterà la questione.

Intanto – in via provvisoria – si è già deciso di dare il via ad un progetto pilota che prevede esami ai raggi X per le persone provenienti da paesi a rischio. L’UFSP deve ancora definire quali paesi verranno presi in considerazione e quanto durerà il progetto pilota.

Nel corso del 2008 si dovrebbe procedere ad una valutazione dei risultati ottenuti con le radiografie. In seguito l’UFSP deciderà se implementare le condizioni del progetto pilota, ampliarle o rinunciarvi. Per il momento è comunque esclusa una reintroduzione dei test alla tubercolina.

Il rischio zero non esiste

Analisi più approfondite per le persone che provengono da zone in cui la tubercolosi è diffusa permettono di ridurre il rischio residuo. Tuttavia, aggiunge l’UFSP, nemmeno facendo delle radiografie a tutti i richiedenti l’asilo si potrebbe garantire l’individuazione di tutti i casi di tubercolosi.

In sostanza, si tratta di misurare i pro e i contro. Nel 2006, le analisi mediche sistematiche alle frontiere erano state sostituite con questionari. Una misura che ha permesso alla Confederazione di risparmiare circa 3 milioni di franchi. La decisione, però, era stata subissata di critiche.

Migliorare la qualità delle informazioni

Critiche alle autorità sono state formulate ancora di recente, in maggio, allorché Berna aveva informato con ritardo sul caso di un richiedente l’asilo malato di TBC resistente, giunto a Emmen (Lucerna) dal Canton Vaud.

All’Ufficio federale della migrazione (UFM) era stato rimproverato di aver impiegato un mese per annunciare la malattia del richiedente l’asilo al canton Lucerna. Secondo Jordi l’UFSP ha assicurato che il flusso d’informazioni verrà migliorato con effetto immediato.

Dopo questo caso di TBC resistente, in occasione di rilevamenti seguenti a Lucerna due altri richiedenti l’asilo sono stati trovati positivi alla malattia, ma non si è ancora chiarita la via del contagio. Un ulteriore caso di TBC resistente era stato riscontrato lo scorso autunno nel canton Zurigo in un rifugiato proveniente dal Tibet.

swissinfo e agenzie

I casi di tubercolosi resistente rilevati in Svizzera sono da 120 a 150 all’anno.
Il 10% dei casi riguarda i richiedenti l’asilo.

Da una cinquantina d’anni esistono medicamenti efficaci contro la tubercolosi (TBC). Ciò nonostante, nel 2005 l’Organizzazione mondiale della sanità ha registrato nella sola Europa 445’000 nuovi casi di tubercolosi in Europa e 66’000 decessi.

In Europa la tubercolosi è particolarmente diffusa ad est, negli stati dell’ex Unione sovietica.

Ma anche in alcuni paesi dell’Europa occidentale i casi di tubercolosi hanno smesso di diminuire; nelle grandi città sono addirittura in aumento.

Preoccupa particolarmente il diffondersi di forme di tubercolosi altamente resistenti ai medicinali.

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