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Troppi equivoci su Osama e Al Qaida

Prima e dopo la morte: fiumi di parole su Osama Bin Laden Keystone

Secondo l'esperto svizzero di terrorismo Jacques Baud, l'uccisione di Osama Bin Laden non risolve affatto i problemi legati al terrorismo. A suo parere, è stato sbagliato focalizzarsi su una sola persona.

Per valutare le possibili conseguenze dell’eliminazione – avvenuta lunedì vicino a Islamabad – del terrorista più ricercato del mondo, swissinfo.ch ha intervistato il colonnello Jacques Baud.

L’ex alto funzionario dei servizi segreti della Confederazione – che attualmente vive a New York e lavora presso l’ONU in qualità di “responsabile politica e dottrina” del settore operazioni per il mantenimento della pace – è autore di numerose pubblicazioni sul terrorismo e sulla sicurezza internazionale.

swissinfo.ch: Come si può descrivere l’atmosfera a New York subito dopo l’annuncio della morte di Bin Laden? Quali sono le sue considerazioni?

Jacques Baud: A dire il vero nelle strade non vi sono state moltissime reazioni, a parte nell’area vicina a Ground Zero. Guardando la televisione, si ha però l’impressione che l’uccisione di Bin Laden rappresenti una grande vittoria contro il terrorismo.

A questo proposito va però ricordato che non è mai stato documentato il suo presunto ruolo all’origine degli attentati dell’11 settembre. Si tratta di un fatto ormai considerato assodato, ma in realtà non vi sono prove solide: non per caso molte persone attive nei servizi segreti – anche statunitensi – sono assai caute in merito al suo coinvolgimento.

Inoltre, il fatto di concentrare l’attenzione su una singola persona ha portato a trascurare le reali problematiche legate al terrorismo. Le persone hanno infatti finito per dimenticare le giustificazioni alla base degli attacchi e dei bombardamenti: focalizzandosi su un individuo si ignorano le considerazioni razionali.

swissinfo.ch: La fine di Bin Laden avviene in un momento in cui l’influenza di Al Qaida sembra essere in calo nel mondo musulmano, specialmente dopo la primavera araba. Si tratta della fine di Al Qaida?

J.B.: A dire il vero l’organizzazione terroristica internazionale Al Qaida in quanto tale non è mai esistita. Al Qaida è la denominazione attribuita dagli Stati Uniti all’organizzazione per perseguire gli autori degli attentati al World Trade Centre nel 1993 e quelli alle ambasciate americane di Nairobi e Dar es Salaam nel 1998.

Al Qaida è in realtà estremamente diversificata, e anche le azioni dei suoi estremisti lo sono. Non vi è infatti un ideatore unico alla base degli attentati: questi sono il risultato di azioni spontanee ed estemporanee organizzate per motivi specifici.

Dal momento che il conflitto in Afghanistan è diventato una sorta di guerriglia su larga scala le attività di Al Qaida sono diminuite, ma non cessate. Per esempio, in Afghanistan e nel Pakistan settentrionale si sono rifugiate parecchie persone legate all’organizzazione. La loro intenzione di lottare è sempre presente, anche se l’azione assumerà una forma diversa rispetto al passato.

swissinfo.ch: Gli Stati Uniti hanno evidenziato la possibilità di attacchi per vendicare la morte di Bin Laden. Quanto tempo sarà necessario ad Al Qaida per riorganizzarsi?

J.B.: Recentemente l’influenza di Bin Laden era assai ridotta. È stato l’Occidente ad alimentarne il mito, a mantenerlo vivo: enfatizzando così tanto la sua figura, lo si è reso importante.

È pure necessario sottolineare che l’organizzazione Al Qaida nel Maghreb islamico non aveva originariamente nulla in comune con l’ideologia di Bin Laden. Il “marchio” è stato utilizzato e modificato da molti gruppi nel Medio Oriente. In ogni caso, Al Qaida resterà un “buon marchio” fintanto che l’Occidente continuerà a farvi riferimento.

swissinfo.ch: L’operazione di intelligence degli Stati Uniti è stata lodata da più parti. Ma perché sono stati necessari così tanti anni prima di localizzare Bin Laden?

J.B.: Dal momento che Bin Laden non ha partecipato di recente ad attività terroristiche, è risultato difficile individuarlo. Quando si è alla ricerca di terroristi, le tracce più importanti sono infatti la struttura logistica e la catena di comando: se non vi è nulla in preparazione, queste impronte mancano.

Inoltre, Bin Laden era verosimilmente circondato da persone molto fidate che ne hanno tenuto segreti i movimenti. Senza contare il fatto che si è tentato di scovarlo nei posti sbagliati. Lo stesso fenomeno si verifica in Italia: si cercano i boss mafiosi nelle campagne, ma poi li si trova nelle grandi città.

swissinfo.ch: La morte di Bin Laden potrebbe condurre a un rapido ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan?

J.B.: Non credo. La sua uccisione costituisce una vittoria più importante dal profilo psicologico che da quello operativo; non vi saranno conseguenze sulla situazione in Afghanistan.

L’eliminazione di Bin Laden aiuterà effettivamente quanti – in seno al Congresso americano – auspicano un ritiro delle truppe prima del termine previsto nel 2014, ma personalmente non ritengo sia necessario accelerare il processo.

La regione in questione è infatti molto instabile, e il ritiro risulta di fondamentale importanza: andandosene troppo presto, si rischia di destabilizzare ulteriormente quell’area.

È stata una piccola squadra di Navy Seals, i leggendari incursori della Marina statunitense, a intervenire in piena notte ad Abbottabad, in Pakistan, uccidendo in un blitz Osama bin Laden.

Nello scontro sono stati uccisi altre tre uomini e una donna usata come scudo umano, mentre altre due sono rimaste ferite, ha comunicato l’Amministrazione americana.

Il test del DNA ha in seguito confermato che si trattava proprio di bin Laden.

Il suo corpo è rimasto in mano degli americani 12 ore, prima di essere sepolto in mare.

Prima della sepoltura, intorno alle 07:10 (ora svizzera) è stato celebrato un tradizionale funerale islamico a bordo della portaerei americana Carl Winson, nelle acque settentrionali del Golfo Persico.

La Svizzera non è un obiettivo esplicito di Al Qaeda e il nucleo del gruppo terroristico è stato fortemente indebolito dalla perdita di persone al comando.

È quanto scrive il Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC) nel rapporto annuale 2010, per pura coincidenza presentato proprio nel giorno in cui è stata annunciata l’uccisione di Osama bin Laden.

Il documento ripercorre gli avvenimenti fino al febbraio 2011. Già prima della morte di bin Laden, Al Qaeda ha infatti subìto diversi duri colpi: numerosi elementi chiave sono stati uccisi nel corso del 2010, scrive il SIC, che dal primo gennaio 2010 raggruppa i servizi di intelligence federali.

Il SIC sostiene che non esistono prove di contatti fra Al Qaeda e persone che vivono in Svizzera. La minaccia terroristica è debole e non è quindi tale da pregiudicare l’ordinamento statale, anche se un singolo attentato non può essere completamente escluso.

Fonte: Agenzia telegrafica svizzera

traduzione e adattamento: Andrea Clementi

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