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Cyberbullismo, condannato 17enne

Il cyberbullismo nell'agosto del 2017 aveva portato al suicidio di una ragazza di 13 anni. Mercoledì il Tribunale dei minorenni di Dietikon, nel cantone Zurigo un 17enne che in questa vicenda si sarebbe reso colpevole di coazione e pornografia.

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Un ragazzo oggi 17enne, che aveva ottenuto dalla ragazza fotografie compromettenti, è stato condannato mercoledì a sette giorni di lavoro di utilità pubblica, tre dei quali sospesi, per coazione e pornografia.

I giudici hanno così confermato i contenuti del decreto d’accusa. Al processo si è arrivati in seguito ad un ricorso dei genitori della ragazza, che attraverso il loro legale volevano ottenere una condanna dell’allora 14enne anche per coazione sessuale.

Di regola le udienze del tribunale dei minorenni avvengono a porte chiuse. Il tribunale ha tuttavia la possibilità di fare un’eccezione, com’è avvenuto in questo caso. I giornalisti hanno la possibilità di seguire la presentazione della sentenza.

La ragazza abitava a Spreitenbach, comune argoviese che confina con Dietikon, dove vive il 17enne. Agli inizi di agosto di tre anni fa, il giovane aveva chiesto alla ragazza, che si era invaghita di lui, di inviargli attraverso Whatsapp delle foto in pose esplicite.

Messa sempre più sotto pressione, la 13enne trasmise all’amico una serie di selfies su Snapchat. Una di queste immagini compromettenti finì nelle mani di un’altra ragazza, che aveva a sua volta avuto una relazione con il giovane. La foto venne in seguito ritrasmessa e nel giro di poco tempo fu vista da almeno 500 persone. Diventata bersaglio di insulti e minacce, la 13enne si tolse la vita.

Anche l’altra ragazza, all’epoca 16enne, è già stata condannata con un decreto d’accusa a un lavoro di utilità pubblica. L’ex amica diventata rivale è stata giudicata colpevole di tentate minacce e ingiuria e nel suo caso la condanna è già passata in giudicato.

Secondo i genitori della vittima, le norme penali attualmente in vigore in Svizzera non sono sufficienti per punire veramente e scoraggiare chi commette atti di cyberbullismo, a differenza di quanto avviene in Austria. Vediamo i dettagli nel servizio della Radiotelevisione svizzera: 

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