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Stati Uniti fuori dall’accordo sul nucleare iraniano

Trump
"Un accordo disastroso", secondo l'inquilino della Casa Bianca. Keystone

Il presidente statunitense Donald Trump ha annunciato il ritiro del suo paese dall'accordo sul programma nucleare iraniano raggiunto durante l'amministrazione Obama.

Gli Stati Uniti usciranno dall’accordo sul programma nucleare iraniano e sono pronti a reintrodurre le sanzioni contro Teheran: lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump martedì parlando in diretta tv dalla Casa Bianca.

Tutti i paesi che aiuteranno l’Iran sul nucleare saranno colpiti dalle sanzioni, ha affermato Trump.

Secondo quanto comunicato dal Dipartimento del Tesoro americano, le sanzioni nei confronti della banca centrale iraniana e altri istituti finanziari verranno reintrodotte tra 180 giorni.

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Gli Stati Uniti “non saranno ostaggio del ricatto nucleare dell’Iran”, ha detto il presidente, definendo l’accordo del 2015 “disastroso, imbarazzante e che non avrebbe mai dovuto essere firmato”, ha aggiunto.

Le reazioni

Il presidente iraniano Assan Rouhani ha affermato che il suo paese resterà nell’accordo anche senza gli Stati Uniti. Ha però aggiunto che “c’è poco tempo per iniziare i negoziati per mantenerlo in piedi” con gli altri partner senza gli Usa.  Se i negoziati fallissero, ha detto, “ho dato disposizione all’Agenzia per l’energia atomica iraniana di essere pronta a riprendere l’arricchimento dell’uranio come mai prima, già nelle prossime settimane”.

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In un comunicato rilasciato dall’Eliseo poco dopo l’annuncio di Trump, Francia, Regno Unito e Germania hanno affermato di “rammaricarsi” per la decisione statunitense. 

Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di essere pronto a “agire collettivamente in un quadro più ampio con Berlino e Londra” su questo dossier.

La decisione americana è stata invece accolta positivamente da Arabia Saudita e Israele. Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha definito la decisione di Trump “buona e coraggiosa”. Poi ha ammonito: “Se l’Iran provasse ad attaccarci, avvertirebbe la potenza della nostra forza”.

Sforzo diplomatico

Frutto di uno sforzo diplomatico durato 21 mesi, l’accordo di non proliferazione sul programma nucleare dell’Iran è stato firmato a Vienna il 14 luglio 2015 dai ministri degli Esteri di Teheran, Pechino, Parigi, Berlino, Mosca, Londra, Washington e dall’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue.

Il 20 luglio 2015 il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha adottato una risoluzione sull’accordo, con una cornice temporale decennale. Il 16 gennaio 2016 sono state rimosse le sanzioni economiche e finanziarie di Ue, Onu e Usa legate al nucleare, dopo che l’Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica) ha verificato il rispetto degli impegni da parte iraniana. 

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In particolare il documento esige che:

– Entro il 2025 si dovrà scendere dai 10’000 kg di uranio arricchito in possesso nel 2015 dalle autorità di Teheran a 300 chili, con una riduzione del 98%. Prevista una moratoria di 15 anni sull’arricchimento dell’uranio al di sopra del 3,67%.

– Il numero di centrifughe sarà ridotto di due terzi, passando da 19 mila a poco più di 5 mila. Di queste ultime oltre mille saranno riconvertite per la produzione di isotopi per uso medico, utilizzati soprattutto nella lotta contro il cancro.

– Gli ispettori dell’Aiea avranno accesso costante ai siti nucleari iraniani, anche quelli militari.

– Una commissione di controllo alla quale sono presenti membri di tutti i paesi dell’accordo, Iran compreso, monitora l’implementazione dell’accordo e si occupa di potenziali problemi e dispute. Il lavoro è coordinato dall’Alto rappresentante Ue.

Delegazione svizzera

In questi giorni in Iran si trova una delegazione elvetica il cui scopo è quello di avviare delle collaborazioni in ambito scientifico. I dettagli nel servizio della radiotelevisione svizzera. 

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