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Trasporti pubblici, la grande sfida della mobilità

Una scena di "normale" affollamento alla stazione centrale di Zurigo. Keystone

Analogamente ad altri paesi europei anche la Svizzera è confrontata al problema del sovraffollamento dei trasporti pubblici nelle ore di punta. Tra le possibili soluzioni vi è l'aumento dei prezzi nei momenti di maggiore affluenza e il potenziamento dell'offerta ferroviaria.

La giornata inizia nel modo sbagliato per molti lavoratori. Il treno o l’autobus che li porta in ufficio o sul cantiere sono stipati e soltanto chi sale alle prime stazioni può sperare di trovare un posto a sedere.

Spesso, nelle grandi città quali Zurigo e Ginevra è già di per sé un privilegio poter salire sul tram. Non rimane che armarsi di pazienza e aspettare il prossimo mezzo di trasporto.

La metà dei 900’000 clienti trasportati quotidianamente dalle Ferrovie federali svizzere (FFS) si concentra nelle ore di punta al mattino e alla sera, ci dice Alessandro Malfanti, portavoce delle FFS. «Entro il 2030 la domanda di trasporti pubblici crescerà del 50%. Nei centri urbani di Zurigo e nella zona del lago Lemano l’aumento sarà del 100%».

Su bus e treni solo chi lavora

Il sovraffollamento dei trasporti pubblici nelle ore di punta non è un fenomeno recente, rammenta Ulrich Weidmann, dell’Istituto per la pianificazione dei trasporti del Politecnico federale di Zurigo.

«La novità risiede nell’aumento del numero di pendolari sulle tratte di lunga distanza, ad esempio tra Zurigo e Berna o tra Ginevra e Losanna», dice a swissinfo.ch. Questo cambiamento nello stile di vita, prosegue il professore, è una conseguenza dell’introduzione del progetto “Ferrovia 2000”, che ha permesso di ampliare e migliorare l’offerta ferroviaria.

Per decongestionare il traffico passeggeri nelle ore “calde” della giornata, l’Unione dei trasporti pubblici sta vagliando alcune possibili soluzioni. Tra queste: accordare le tariffe scontate previste per i beneficiari dell’Assicurazione vecchiaia e superstiti (AVS) soltanto dopo le 9 del mattino oppure rivedere il sistema tariffale dei trasporti pubblici.

A questo proposito, il responsabile del Laboratorio FFS, un centro di competenza dell’Università di San Gallo inaugurato in settembre, non esclude un aumento delle tariffe durante le ore di maggiore affluenza. Il rincaro, ritiene Christian Lässer, potrebbe essere più contenuto per i pendolari e più marcato per i viaggiatori occasionali.

Nell’attesa delle formulazioni del centro sangallese, attese per il 2011, Lässer non nasconde la sua disapprovazione per le persone che, pur avendo la scelta, decidono di viaggiare nei momenti critici. Al mattino, ha dichiarato al quotidiano Le Matin, chi non deve andare al lavoro non ha alcun motivo di trovarsi sui trasporti pubblici.

La grande sfida

Nemmeno Ulrich Weidmann vede di buon occhio le persone (soprattutto anziani) che – senza un’ apparente ragione – prendono il treno nelle ore di punta. «Non è però giusto attaccarsi a loro: ognuno ha il diritto di spostarsi. E poi come si fa a stabilire il grado d’importanza di un tragitto? Molti anziani devono ad esempio recarsi dal medico».

Influenzare la domanda e incitare la gente a utilizzare i treni al di fuori degli orari di punta non è realistico, sottolinea Weidmann. «A Zurigo la metà dei lavoratori ha orari fissi. Non hanno scelta».

Per Ulrich Weidmann, la soluzione è quindi da ricercare sul piano tecnico e operativo. «Bisognerebbe poter modificare l’offerta e aumentare il numero e la lunghezza dei treni sulle tratte più trafficate».

Intervenire sul sistema attuale, puntualizza, non è però semplice. L’orario cadenzato integrato introdotto con “Ferrovia 2000” si applica infatti all’intera rete. Dunque anche alle linee poco frequentate. «Il risultato è che ora abbiamo un sistema rigido, interconnesso, sul quale è difficile apportare modificazioni puntuali, ad esempio aumentando la frequenza dei treni in alcuni momenti della giornata oppure su tratte ben precise».

«La questione delle misure da intraprendere per far fronte al futuro aumento di viaggiatori – insiste dal canto suo il portavoce delle FFS – deve essere affrontata insieme al mondo politico, cui spettano le decisioni inerenti il finanziamento dei potenziamenti infrastrutturali».

«Questa – aggiunge Alessandro Malfanti – sarà una delle maggiori sfide che la Svizzera dovrà affrontare negli anni a venire».

Prezzi troppo bassi

La discussione attorno al futuro dei trasporti pubblici dovrà pure affrontare la questione del prezzo di biglietti e abbonamenti. Secondo gli esperti, il livello dei prezzi in Svizzera è attualmente troppo basso. «Si potrebbero aumentare almeno del 15%», afferma Weidmann.

Così facendo non si rischia però di allontanare la gente dai mezzi pubblici? «Non credo», risponde il professore del Politecnico di Zurigo. «Soltanto una minoranza di utenti passerà all’auto. Nei centri città i parcheggi sono pochi e tutto sommato il treno rimane il mezzo interurbano più veloce».

Per ridistribuire il flusso di pendolari, le Ferrovie federali svizzere stanno valutando la possibilità di incrementare i prezzi dei biglietti nelle ore di punta.

In uno studio realizzato dall’Istituto Infras, in cui sono state considerate anche le esperienze fatte all’estero, emerge che la differenza di prezzo tra gli orari di punta e quelli normali deve essere almeno del 25% per comportare un cambiamento di abitudini.

Lo studio commissionato dall’Ufficio federale dei trasporti sottolinea tuttavia che tale provvedimento avrà ripercussioni soltanto a medio termine.

I pendolari sarebbero infatti in grado di adattarsi soltanto se beneficiassero di orari lavorativi flessibili, un’opzione che raramente viene offerta ai lavoratori poco qualificati o meno pagati.

Il rischio, avverte l’Infras, è che ad approfittare delle tariffe più basse saranno soltanto i salari medio-alti.

Inoltre, un aumento eccessivo dei prezzi potrebbe compromettere l’immagine delle ferrovie: le tariffe vantaggiose proposte ai clienti, rammenta l’Infras, «sono tra i fattori di successo dei trasporti pubblici in Svizzera».

Dal 12 dicembre 2010 le tariffe di treni e altri mezzi pubblici in Svizzera aumenteranno mediamente del 5,9%.

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