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Scambio di informazioni fiscali: l’OCSE promuove la Svizzera

La Svizzera soddisfa «ampiamente» le esigenze dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) in materia di assistenza amministrativa in ambito fiscale: è quanto comunicato lunedì dal Dipartimento federale delle finanze.

A valutare la Svizzera è stato il Forum mondiale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni, consesso affiliato all’OCSE, che oltre a considerare le basi giuridiche, ha analizzato come la Confederazione le ha effettivamente tradotte in pratica.

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La buona nota attribuita a Berna (la seconda migliore) «riflette i progressi compiuti negli scorsi anni dalla Svizzera nell’attuazione dello standard internazionale per lo scambio di informazioni su domanda», scrive il Dipartimento federale delle finanze (DFF) in un comunicatoCollegamento esterno.

Per il capo del Dipartimento Ueli Maurer, il voto positivo è un «passo importante». Una valutazione negativa e le sanzioni che ad essa sarebbero eventualmente state associate avrebbero costituito un rischio troppo serio per la piazza finanziaria svizzera. Stando al consigliere federale è stata riconosciuta la volontà elvetica di seguire gli standard internazionali.

Il Forum globale ha valutato positivamente soprattutto l’introduzione nella Legge sull’assistenza amministrativa fiscale (LAAF) di una disposizione derogatoria alla procedura di notifica per i contribuenti. La relativa revisione della LAAF, adottata dalle Camere federali nel marzo del 2014, prevede che la Confederazione possa concedere assistenza amministrativa fiscale senza aver prima informato il cliente qualora per i suoi presunti reati la prescrizione sia imminente o sussista il rischio di compromettere le indagini. La regola vale anche per le domande di assistenza raggruppate.

Il Forum globale sulla trasparenza e sullo scambio di informazioni in questioni fiscali verifica il rispetto dello standard internazionale tramite valutazioni tra Paesi (Peer Reviews). È stato creato nel quadro dei lavori dell’OCSE per la lotta contro i paradisi fiscali e riorganizzato nel 2009 a seguito di un appello del G20 per l’effettiva applicazione degli standard in questione. È composto di 135 membri, tra cui la Svizzera, che fa pure parte della cerchia ristretta dei Paesi rappresentati nel comitato direttivo (18 membri) e nel gruppo Peer Review (30 membri).

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