La televisione svizzera per l’Italia

Tranquilli, ci pensa mamma Ape

Una Papamobile davvero speciale... Due Api per Benedetto XVI keystone

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Volete un esempio del talento italiano?

Basta una parola di tre lettere: ApeCollegamento esterno

Sì, Ape, con la A maiuscola.

Quella magica invenzione della PiaggioCollegamento esterno che viaggia su tre ruote ed è conosciuta, letteralmente, in tutto il mondo. Oggi più che mai.

Sorella della VespaCollegamento esterno, da cui deriva, l’Ape, infatti, sta vivendo l’ennesima nuova giovinezza. Se vi capita, per esempio, di fare un giro nel centro di Milano magari dopo aver visitato l’ExpoCollegamento esterno, troverete la città disseminata di Ape-negozioCollegamento esterno, Ape-Collegamento esternostreet foodCollegamento esterno, Ape-vetrina personalizzate da grandi aziendeCollegamento esterno.

Coloratissime, quasi vezzose, le inconfondibili tre ruote sono parcheggiate nelle piazze principali o agli angoli delle vie più battute (una perfino dentro la Stazione CentraleCollegamento esterno). Le guidano e le gestiscono giovani imbonitori che vi regalano campioncini di prodotti di marca o vendono frutti di bosco super ecologici coltivati a pochi chilometri dalla MadonninaCollegamento esterno. O che, ancora, servono cibi caldi preparati all’istante e bibite freschissime.

Se, invece, vi trovaste a passeggiare per Londra scoprireste che oltre che sui classici taxi neri si può attraversare la città anche su Ape coloratissime e protagoniste di un ambizioso progetto di charity: raccogliere un milione di sterline per salvare 35 elefanti indianiCollegamento esterno.

Come mai questo revival celebrato perfino in uno spotCollegamento esterno che ha per protagonista Bruce WillisCollegamento esterno?

L’Ape è un simbolo del genio italiano.

Nata nel dopoguerra, ha dato un impulso formidabile al Paese che doveva incamminarsi velocemente sulla strada della ricostruzione.

Era il 1948 quando Enrico PiaggioCollegamento esterno affidò all’ingegnere aeronautico Corradino D’AscanioCollegamento esterno il progetto di realizzare un veicolo commerciale su tre ruote derivato dalla Vespa.

Detto, fatto: le prime due serie null’altro erano se non una Vespa con rimorchioCollegamento esterno.

Davanti scudo, manubrio e motore 125 cc.

Dietro, due ruote a reggere il pianale in grado di sopportare un peso di 200 chili.

Piccoli dettagli: per guidare l’Ape non serviva la patente; per comprarla ci voleva un sacco di soldi. Costava, infatti, tantissimo: 170.000 lire. Un botto, se pensate che il reddito medio annuo era di 139.152 lire.

Ma Piaggio, uomo d’avanguardia in tutti i sensi, trovò rapidamente la soluzione al problema: decise di vendere l’Ape a rate.

E, naturalmente, fu subito boom.

E che boom!

Dopo il successo commerciale, l’Ape spiccò il volo verso la celebrità in luoghi mitici come Capri e Ischia. Trasformata nelle due isole in taxi, fece innamorare i divi di Hollywood, contenti come bimbi di girare per le stradine strettissime su quel simpatico trabiccolo. E, così, nei festosi anni Sessanta, l’Ape CalesseCollegamento esterno, divanetto posteriore in vimini, divenne un cultCollegamento esterno.

Poi, per una stagione molto lunga, l’Ape sembrò uscir di scena, relegata nuovamente nelle campagne e popolare, soprattutto, nella versione da 50 ccCollegamento esterno di cilindrata, la più piccola: quella che in Sardegna usano gli agricoltori per vendere a…metro zero i prodotti dei campi; e che negli angusti centri storici delle città i muratori maltrattano senza remore, sapendo che resiste a tutto e a tutti.

Ma poi…

…poi, dopo un lungo oblio, ecco la seconda riscossa sociale.

Valentino RossiCollegamento esterno che si diverte con i suoi amici di TavulliaCollegamento esterno a fare le gare in ApeCollegamento esterno.

Renato PozzettoCollegamento esterno che ha una collezioneCollegamento esterno di Ape da far girar la testa.

E, d’improvviso, zac!

Arriva la moda.

Con tutta la sua potenza mediatica.

Arriva grazie alle ragazze della buona borghesia milanese, le prime a intuire le nuove possibilità commerciali dell’Ape e a farne, pensate un po’, una sciccheria ambulanteCollegamento esterno.

Cominciano d’estate, nelle località balneari di grido (Forte dei Marmi, Portofino, Capri); proseguono a Roma e Milano, nelle vie del centro.

Vendono abiti, accessori, cappelli, bigiotteria firmata.

E da lì, è tutta una discesaCollegamento esterno.

Anche da nord a sud: perché c’è addirittura chi si è inventato un giro d’ItaliaCollegamento esterno in Ape con tanto di pagina FacebookCollegamento esterno e, visto il successo, un… salto in SpagnaCollegamento esterno.

Fino a un’ultima, tenera novità: da giovedì 1 ottobre un’Ape di Human Milk LinkCollegamento esterno gira per le strade di Milano e raccoglie latte materno; latte donato a mamme che proprio non ne hanno da mamme che ne hanno in eccesso. Un aiuto prezioso per i bambini reduci da interventi chirurgici all’apparato gastrointestinale che devono essere rialimentati dopo l’operazione: oppure per i piccoli che soffrono di allergie, intolleranza al latte vaccino, malattie metaboliche, insufficienza renale.

Capito che cosa ti combina la vecchia Ape?

C’è da scommetterlo: ora che ha quasi settant’anni ed è stata definitivamente sdoganata, prenderà nuovamente il volo verso i mercati internazionali. In versione glamourCollegamento esterno nelle grandi metropoli sempre up-to-dateCollegamento esterno. In versione workCollegamento esterno nelle realtà dove serve un mezzo robusto, agile, versatile.

Chi l’avrebbe mai detto, eh?

Sembrava un buffo oggetto d’altri tempi, del tutto improbabile con quelle tre ruote piccole piccole nell’epoca dei furgoncini asiatici a doppia porta scorrevole.

Morta e stecchita, insomma.

Invece l’Ape è viva e lotta assieme a noi.

Tanto da riproporsi anche in una nuova e lussuosa versione CalessinoCollegamento esterno.

Prova provata che l’Italia, quando ci mette la testa, è imbattibile.

Segui @massimodonelliCollegamento esterno

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