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A Campione d’Italia sale la tensione sociale

"Questo ormai è un paese fantasma". Lo smarrimento di una comunità emerge dalle parole di un ex croupier del casinò di Campione d'Italia, uno dei 487 dipendenti senza paga da luglio, da quando la casa da gioco è fallita. E i dipendenti comunali sono da otto mesi senza salario.

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Oggi i campionesi accampati sotto le tende del presidio permanente indicano i cartelli vendesi/affittasi appiccicati sulle saracinesche abbassate dei negozi chiusi o sulle porte degli edifici; mostrano insegne di bar e ristoranti pronti a gettare la spugna di fronte all’emorragia di presenze e allo spopolamento. Gli addetti ai lavori parlano di un calo del 20% del valore degli immobili. I dati del Municipio confermano: a fine 2017 i campionesi residenti nell’enclave erano 1’971, quelli trasferitisi in Ticino 1’800.

“Per l’enclave ormai servirebbe un piano Marshall”, butta lì, sconsolato, Bernard Fournier. Allo stesso tempo lo chef di “Da Candida”, una stella Michelin, invita le autorità a ripensare il sistema Campione. “A cosa serve un Casinò così grande? Meglio pensare a come riutilizzare parte degli spazi, cercando capitali privati”. 

Intanto il 25 settembre è stata aperta ufficialmente la procedura di licenziamento collettivo per tutti i 482 dipendentiCollegamento esterno. Bisogna fare in fretta, altrimenti il limbo rischia di diventare un inferno.

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