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La Svizzera investe nel sistema educativo albanese

Una classe di apprendisti della scuola di Lushnjë. swissinfo.ch

L'Albania è un paese giovane, con un alto tasso di disoccupazione e una carenza di manodopera qualificata. Per favorirne lo sviluppo, la Svizzera sostiene da anni la formazione professionale di apprendisti albanesi. Reportage alla scuola di Lushnjë.

Lushnjë è una città di 50’000 abitanti, situata un centinaio di chilometri a sud della capitale Tirana, nel cuore di una vasta regione agricola. La scuola professionale, costruita ai margini della città, forma 700 apprendisti in diversi settori, come le nuove tecnologie, la meccanica, l’elettricità, l’idraulica o la tecnica di impianti di riscaldamento.

L’organizzazione di aiuto allo sviluppo Swisscontact contribuisce in modo significativo al potenziamento della formazione professionale in Albania, nell’ambito del progetto AlbVet (Vocational Education Training). Su mandato dell’agenzia di cooperazione svizzera (DSC), si occupa della formazione degli insegnanti e dal 2007 sostiene il governo albanese nel processo di riforma del suo sistema educativo, che dopo la caduta del regime comunista nel 1990/1991 ha dovuto essere completamente rivisto. Il programma AlbVet è orientato al mercato, in modo da formare giovani che possano essere utili all’economia del loro paese.

È il caso dei 17 aspiranti idraulici e installatori di riscaldamenti che seguono i corsi del secondo anno a Lushnjë. I ragazzi sono seduti ai banchi a due a due. Nell’aula non si sente volare una mosca. La loro maestra, Luciana Muca, distribuisce dei fogli A4 sui quali sono stampate tabelle e curve. Tema del giorno: il funzionamento delle pompe a calore. Sulla lavagna sono scarabocchiate formule complesse. Il materiale dei corsi è stato preparato col sostegno di Swisscontact.

La Svizzera sostiene 17 delle 41 scuole professionali in Albania. Con la Germania, l’Austria e l’Unione europea, è uno dei principali attori coinvolti nella riforma del sistema educativo albanese.

Il progetto svizzero AlbVet mira a formare specialisti nei settori del riscaldamento, dell’informatica, delle installazioni sanitarie, ma anche giovani panettieri e parrucchieri. Per il periodo 2007-2014, la Svizzera ha investito 3,1 milioni di franchi.

In collaborazione con il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (PNUD), l’Organizzazione internazionale del lavoro (OI) e diversi rappresentanti locali, la Svizzera ha inoltre lanciato un programma denominato TEP.

L’obiettivo è la creazione di posti di lavoro nel settore privato nel nord dell’Albiana (Scutari, Kukës, Alessio), dove la disoccupazione giovanile è particolarmente alta.

La Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) è attiva in Albania dal 1997. Nell’ambito della strategia 2010-2013, assieme alla Segreteria di Stato dell’economia (SECO) investono ogni anno 13 milioni di franchi in diversi progetti in Albania.

Studi orientati alla pratica

In fondo all’aula, 15 studenti del quarto anno stanno mettendo l’antigelo su pannelli solari. Uno dopo l’altro ripetono l’esercizio. Il loro insegnante – Niko Nikolla – vuole sincerarsi che abbiano capito il funzionamento. Non tutti però ce la fanno al primo colpo e così di tanto in tanto i compagni di classe si lasciano andare a risa e battute.

I giovani provengono da Lushnjë e dintorni, ma anche dalla vicina Fier o dalla più distante Coriza (sud-est). La scuola professionale è specializzata nelle tecnologie solari, un settore dal grande potenziale in questo paese mediterraneo. Durante la specializzazione, che dura due mesi, gli apprendisti esterni vengono alloggiati nel dormitorio della scuola.

Le pareti dell’atelier sono decorate con materiale didattico. I cartelloni spiegano come funziona un riscaldamento centrale o un impianto sanitario. Per preparare gli apprendisti al mondo del lavoro, la scuola mette l’accento più sulla pratica che su un insegnamento frontale, contrariamente a ciò che accadeva in passato. Il modello seguito è quello del sistema duale elvetico, che combina lavoro in una ditta e formazione scolastica.

In Albania, però, è difficile trovare posti di apprendistato. «La collaborazione sistematica con il settore privato non è ancora sufficientemente sviluppata», spiega Silvana Mjeda, responsabile della formazione professionale per la DSC a Tirana. «Il settore privato è ancora giovane e fragile e può contare su un numero ristretto di grandi ditte».

Altri sviluppi

Un paese centralizzato

Per Matthias Jäger, responsabile del progetto Swisscontact in Albania, il sistema duale è senza dubbio un buon modello, ma non può essere esportato tale quale. «Per funzionare, c’è bisogno di una buona cooperazione tra autorità pubbliche e settore privato. In un paese dove l’85 per cento delle imprese sono piccoli commerci e dove la fiducia nello Stato rimane a livelli bassi, siamo ancora lontani dal raggiungere questo obiettivo».

Cionondimeno, nel 2012 alcuni elementi della formazione duale sono stati integrati nelle nuove leggi sulla formazione professionale, come ad esempio la collaborazione con il settore privato. Matthias Jäger è soddisfatto di questi progressi, realizzati anche grazie ai buoni contatti con le autorità. «In Albania vi è un sistema molto centralizzato. Tutto è gestito dal ministero e le scuole hanno un’autonomia limitata. Finanziariamente, ma anche per quanto riguarda la scelta delle materie o il numero di allievi per classe».

Questa dipendenza è uno degli ostacoli principali alla riforma del sistema educativo albanese, afferma Matthias Jäger, che dal 2007 si occupa dello sviluppo del sistema educativo in Albania. «Le decisioni sono spesso orientate a fini politici e non ai bisogni del mercato».

Il 23 giugno 2013, il popolo albanese è chiamato alle urne per le elezioni parlamentari. Si tratta del settimo appuntamento dalla caduta del regime comunista nel 1990/1991. Il primo ministro Sali Berisha, in carica dal 2005 per il Partito democratico (PD), sarà sfidato dall’ex sindaco di Tirana Edi Rama, del Partito socialista (PS).

Ottimismo

È già mezzogiorno e l’ora del pranzo si avvicina per gli studenti di Lushnjë. Gli apprendisti idraulici al quarto anno ci tengono però a mostrare ai visitatori stranieri il trofeo che hanno vinto alle ultime olimpiadi professionali, tenutesi a inizio maggio. Il direttore della scuola, Elton Halla, non nasconde il suo orgoglio. Questo riconoscimento è segno di qualità, ma anche fonte di motivazione per quei giovani che tra pochi mesi otterranno il diploma.

Tra loro vi è Sulejman, un 18enne di Lushnjë. Guarda con ottimismo al futuro, malgrado la disoccupazione giovanile sia stimata tra il 30 e il 50 per cento, a seconda delle fonti. «I miei voti sono buoni. Voglio lavorare e quando avrò messo da parte qualche risparmio, aprirò una ditta per conto mio. Forse continuerò gli studi per diventare ingegnere». Ridvan, 19 anni, ha invece già trovato un impiego in una società idrica di Lushnjë e potrà iniziare non appena terminati gli studi.

Per alcuni giovani, tuttavia, l’emigrazione sembra essere l’unica alternativa. È il caso di Fation e Ervis, il cui sogno nel cassetto è trovare un lavoro in Italia o forse chissà, negli Stati Uniti.

Un elemento centrale

Nel 2014, il programma AlbVet arriverà a termine. Matthias Jäger non si dice preoccupato. «Niko Nikolla e gli altri insegnanti non sono nostri collaboratori, ma impiegati dello Stato e della scuola. Non ricevono soldi da Swisscontact. La nostra priorità era rinnovare il sistema. E in questo senso, abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ora bisognerà vedere quante scuole riusciranno a mantenersi a questo livello».

Holger Tausch, responsabile della DSC in Albania, ritiene dal canto suo che la formazione professionale «continuerà ad essere anche in futuro uno dei punti forti della cooperazione elvetica in Albania».

A causa della crisi dell’euro che sta colpendo i suoi principali partner economici – la Grecia e l’Italia – l’Albania è stata confrontata negli ultimi anni con un importante rallentamento della crescita economica.

Nel 2012, il tasso di disoccupazione era del 14 per cento, secondo l’Ufficio nazionale di statistica INSTAT. Una proporzione importante se si tiene conto del ruolo svolto dall’economia informale, che secondo il Fondo monetario internazionale (FMI) rappresenta il 60 per cento del PIL albanese.

Il tasso di disoccupazione giovanile è stimato tra il 30 e il 50 per  cento. Nel 2012, il PIL per abitante era di 3000 euro. Il salario minimo legale è di circa 150 euro al mese.

(Traduzione dal tedesco, Stefania Summermatter)

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AlbVet, formazione professionale orientata alla pratica per i giovani in AlbaniaCollegamento esterno

Progetto “Territorial Employment Pact” (TEP)Collegamento esterno

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