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Ticino tra cielo e terra

Un cantone visto da un Cessna attraverso l'obiettivo di Rémy Steinegger. Rémy Steinegger

Vedere il Ticino dall'alto. Percorrerlo in tutte le direzioni durante le quattro stagioni. È quello che ha fatto a bordo di un Cessna biposto il fotografo Rémy Steinegger. Le sue immagini, raccolte ora in un libro, propongono uno sguardo diverso su un territorio ricco di contrasti.

Rémy Steinegger ama il Ticino. Nato a Locarno, ma cresciuto a Zurigo, nel 1982 fa ritorno a sud delle Alpi, nella sua patria d’adozione. Due anni dopo si dedica completamente alla sua grande passione: diventa fotoreporter. Il suo primo libro panoramico sul Ticino, “Ticino dall’alto”, pubblicato dodici anni fa, diventa rapidamente uno dei best-seller della casa editrice Fontana SA di Lugano.

“Il pilota con il quale avevo sorvolato il Ticino all’epoca è nel frattempo deceduto” spiega Steinegger a swissinfo.ch, “Dopo la sua morte ho incontrato Ernesto Looser, un compagno di volo, un amico, un vicino di casa. Così ho ripreso a volare con lui e invece di ristampare il volume edito dodici anni fa, ho deciso di produrne uno nuovo con immagini aggiornate”.

Volo panoramico immaginario

“Ticino tra cielo e terra” propone un volo immaginario con partenza dall’aerodromo di Locarno-Magadino e diretto dapprima verso il Ticino settentrionale, poi in direzione di Bellinzona e infine verso Chiasso. A seconda delle stagioni, l’occhio del fotografo ha colto scenari incontaminati di alta montagna, come l’incantevole laghetto in fase di scioglimento che dall’alto sembra un cuore bianco orlato di blu. “Ho avuto la fortuna di trovarmi al momento giusto nel posto giusto e di poter così immortalare attimi unici”, dice il fotografo.

“È molto bello vedere il territorio dall’alto, ogni volo mi affascina e mi fa provare sensazioni nuove”, spiega l’autore del libro, “Le dimensioni, il contesto cambiano e si riesce così a percepire certe dinamiche che non saltano all’occhio quando si è a terra: si capisce infatti come il Ticino sia uno dei più importanti corridoio di trasporto dell’Europa e questo lascia forzatamente delle tracce. Detto ciò, visto da un’altezza tra i 3000 e i 4000 metri, questa “ferita” che ha cambiato profondamente il territorio si perde un po’ nell’immensità del paesaggio”.

Una realtà che, stando a Rémy Steinegger, porta ad un’unica conclusione: “il corridoio di transito richiama inevitabilmente altri collegamenti, come per esempio quello tra Bellinzona e Locarno attraverso il piano di Magadino. Un collegamento che va fatto, non c’è dubbio, ma che deve essere realizzato nel miglior dei modi”.

 

Otto voli per una singolare e rivelatrice “radiografia” del Ticino

Rémy Steinegger ed Ernesto Looser, occasionalmente accompagnati dalla redattrice Barbara Hofmann, hanno compiuto in totale otto voli di un’ora e mezza, due ore circa per portare a termine questa singolare quanto rivelatrice “radiografia” del Ticino.

La grande esperienza del pilota che vanta una carriera di istruttore nell’aeronautica militare ed ha al suo attivo circa 8500 ore di volo ha reso questa “caccia di immagini” – come la definisce il suo autore – un’avventura indimenticabile. “Non superavamo la velocità di 120 km all’ora e ovviamente dovevamo sottostare alle regole del traffico aereo che determinano l’altezza massima per non entrare nel corridoio di transito internazionale”, sottolinea il fotografo di Sala Capriasca sopra Lugano.

“Così nel Sopraceneri (nord del Ticino, ndr.) potevamo salire fino a quota 4000 metri, mentre nel Sottoceneri non dovevamo superare i 3000 metri, proprio per via del transito di grandi aerei di linea. L’importante per noi era di non sorpassare la frontiera con l’Italia poiché in quel caso avremmo dovuto chiedere le autorizzazioni e annunciarci alla torre di controllo dell’aeroporto internazionale di Milano-Malpensa”.

Per ottenere l’eccellente qualità che caratterizzano le sue immagini, Steinegger ha fatto capo ad un aereo appositamente attrezzato per i voli panoramici. “Il velivolo deve avere un finestrino apribile in modo che si possano scattare le foto senza l’ostacolo di un vetro e l’ala deve essere posta sopra e non a lato affinché la vista non sia disturbata”, spiega.

Il fotografo ha lavorato con due obiettivi da 16 a 300 mm con un grand’angolare aperto al massimo. “Ho utilizzato un apparecchio digitale di 21 mega pixel, quindi un materiale per professionisti, ma è ovvio che è contata molto la mia pluriennale esperienza.”

 

Fiducia cieca nel mio pilota

Per compiere al meglio questo viaggio panoramico ed interpretare in modo nuovo il Ticino visto dall’alto, Steinegger doveva aver piena fiducia nel suo pilota. “Una fiducia cieca”, ammette, “Non ho mai provato paura. Detto ciò è ovvio che non bisogna soffrire di vertigini. Ernesto Looser è stato pilota di professione e istruttore di volo nell’aeronautica militare svizzera.. Accompagnarmi nel mio giro panoramico non è stata per lui la più grande sfida. Ci siamo però divertiti un mondo.”

Nella prefazione, Marco Borradori, ministro ticinese del territorio sottolinea come “questo pregevole volume illustra veramente la tormentata storia secolare del cantone Ticino: un percorso di fatiche, di piccole conquiste, di spazi abbarbicati su ripidi versanti, di soluzioni ingegneristiche per agevolare il paesaggio fra stretti lembi di terra (…) In “Ticino tra cielo e terra”, protagonista è il territorio nel suo dirsi e dispiegarsi, nel vivere di genti che da esso hanno tratto sostentamento primario e poi valore aggiunto tramite il turismo, la pietra, la posizione di transito, le acque quali fonte di energia pulita. Un territorio narrato anche nelle sue contraddizioni. A volte ricche, a volte impietose.”

Rémy Steinegger
Nato a Locarno nel 1957, è cresciuto a Zurigo. Vive a Sala Capriasca, sopra Lugano.

Dopo la formazione quale docente di scuole elementari e tre anni di insegnamento ha fatto della fotografia, la sua passione sin dall’adolescenza, la sua professione.

Nel 1982 è tornato a vivere in Ticino, diventando fotoreporter indipendente.

Dopo 20 anni di lavoro nell’ambito dell’attualità quotidiana e dello sport, negli ultimi anni ha abbandonato la cronaca per mettersi in proprio. Si è così vieppiù dedicato a reportage fotografici. Sue le illustrazioni di diversi libri, di cui tre dedicati al Ticino (“Ticino-luci ed ombre”, “Ticino dall’alto” e “Ticino panoramico”).

Barbara Hofmann

Originaria di Ellwangen, in Germania, ha studiato scienze politiche e sociologia all’Università di Norimberga, lavorando contemporaneamente per una casa editrice ed un laboratorio di produzioni cinematografiche.

Nel 1986 si è trasferita a Milano per poi stabilirsi in Ticino. Dopo una parentesi nel campo della rieducazione terapeutica, ha intrapreso la carriera giornalistica nel 1990, lavorando presso la “Tessiner Zeitung” di Locarno nonché come corrispondente per diversi media svizzero tedeschi.

Nel 2001 è diventata addetta stampa del progetto di collaborazione con l’Europa dell’est presso la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC) a Berna.

Nel 2004 ha fatto ritorno in Ticino dove collabora per il Corpo svizzero di aiuto umanitario (CSA) e come freelance per diverse testate germanofone.

Il libro è stato pubblicato da Fontana Edizioni SA di Lugano lo scorso 10 ottobre. Il volume, di 264 pagine, presenta 200 foto panoramiche aeree. Gli autori sono il fotografo Rémy Steinegger e la giornalista tedesca Barbara Hofmann. È introdotto da una prefazione di Marco Borradori, direttore del dipartimento ticinese del territorio.

Ticino tra cielo e terra è distribuito dalla libreria Melisa SA di Lugano ed è in vendita in tutto il Ticino al prezzo di 64 franchi.

Per sottolineare la pubblicazione del libro “Ticino tra cielo e terra”, Swissminiatur SA di Melide (Ticino)  ha allestito una mostra fotografica presso il suo spazio Sala Eventi.

Sono state scelte alcune delle fotografie del volume, riproposte in diverse dimensioni. La mostra rimarrà aperta fino al 31 marzo 2012.

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