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Il divario digitale in Svizzera s’innalza attorno agli 80 anni

Una persona anziana dinanzi a un computer.
Oggi non è raro che i nonni comunichino con i nipoti tramite il Web. Westend61 / Uwe Umstätter


Sempre più pensionati si addentrano nel mondo digitale. Molti senior sono sfuggiti alla solitudine nei momenti più acuti della pandemia di coronavirus attraverso messaggi WhatsApp o videochiamate, un’anziana giapponese ha sviluppato un’app per smartphone e un recente studio rivela che nell’ultimo decennio in Svizzera l’uso di Internet tra la terza età è quasi raddoppiato. Una tendenza peraltro registrata anche in altri Paesi.

“Le offerte digitali sono molto apprezzate dalla generazione degli ultrasessantacinquenni”, scrive l’organizzazione svizzera Pro SenectuteCollegamento esterno, aggiungendo che “nell’utilizzo delle tecnologie di telecomunicazione, i giovani anziani arrivano addirittura a tenere il passo con chi ha molte primavere in meno sulle spalle. Le cose cambiano con le persone più avanti negli anni. Il divario digitale si sta spostando e si apre in una fascia d’età più alta, posizionandosi verso gli ottantenni”.

I risultati dell’edizione 2020 dello studio svizzero “Digital SeniorCollegamento esterno“, svolto su mandato di Pro Senectute, rivelano che il 74% delle persone dai 65 anni in su utilizza Internet: un vero balzo rispetto al 38% nel 2009, quando è stata effettuata la prima inchiesta. Mostrano inoltre che, dalla seconda inchiesta, nel 2014, l’uso di Internet con mezzi mobili (cellulari o tablet) è passato dal 31% al 68%.

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Agevolare servizi e contatti sociali

Oltre ai messaggi di posta elettronica e alla ricerca di informazioni sul Web (che secondo lo studio occupano il primo posto nelle preferenze degli internauti), gli utenti sfruttano un’ampia gamma di possibilità, tra cui la spesa e le comunicazioni audiovisive, che si sono rivelate molto utili durante il lockdown.

“La pandemia di coronavirus ha dimostrato l’importanza dei canali di comunicazione digitale per la partecipazione alla vita sociale. Molte famiglie hanno iniziato a utilizzare applicazioni come FaceTime, Zoom o WhatsApp con i nonni per mantenere il contatto visivo nonostante la distanza fisica”, afferma Tatjana Kistler, portavoce di Pro Senectute.

Kistler sottolinea l’importanza dei contatti sociali, in particolare per gli adulti a mobilità ridotta, e l’impatto positivo sul loro benessere fisico e psicologico. 

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Perciò, sia Pro Senectute che varie organizzazioni propongono corsi ad hoc per le persone anziane. Tra questi spicca UNITRE, l’unica università di lingua italiana fuori dall’Italia, presente in otto città della Svizzera tedesca. Nei suoi programmi vi sono anche corsi di informatica, che non solo aiutano le persone anziane a scoprire questo campo, ma a farlo nella loro lingua.

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Tantissimi non significa tutti

“Non si deve dimenticare che in Svizzera ci sono ancora 400mila anziani che non usano Internet. È nostra responsabilità sostenere queste persone attraverso consigli e prestazioni, in modo che possano prendere parte a una società sempre più digitalizzata e che non siano escluse”, osserva Tatjana Kistler.

Se oggi molti pensionati usano Internet, ce ne sono molti altri che restano “offline”. Le offerte sul Web, per loro sono inaccessibili e, in questi tempi di coronavirus, non possono fare acquisti online né avere l’applicazione di tracciamento. La loro esclusione deve essere evitata, avvertono degli specialisti.

La loro esclusione dev’essere evitata, avvertono gli autori dello studio Digital Seniors 2020Collegamento esterno. Infatti, in un’epoca in cui sempre più servizi sono accessibili su Internet, è un dato di fatto che coloro che non lo utilizzano vengono esclusi. Ad esempio, l’acquisto di biglietti del treno a prezzo ridotto è possibile solo online e l’applicazione di tracciamento SwissCovid richiede il possesso di uno smartphone

Questo fenomeno non si riscontra esclusivamente in Svizzera: in molti Paesi le procedure amministrative devono essere svolte online, alcune compagnie di taxi lavorano esclusivamente tramite un’app e l’acquisto e la consegna a domicilio di vari prodotti passa attraverso il Web.

“La scelta di certi anziani di non utilizzare i servizi digitalizzati e le innovazioni tecnologiche va rispettata”, sottolineano gli autori dello studio Digital Seniors 2020, raccomandando di mantenere altre possibilità di accesso alle informazioni e ai servizi (ad esempio i tradizionali sportelli di banche e stazioni).

D’altra parte, rilevano l’importanza di offrire corsi sulle nuove tecnologie alla popolazione in questione, nonché di spiegare i vantaggi del loro impiego, compreso il contributo al prolungamento della loro autonomia e, con esso, la possibilità di restare a casa, aspetti molto importanti per gli anziani.

I motivi principali indicati da chi non usa le nuove tecnologie sono la complessità (77%), le preoccupazioni per la sicurezza (74%) e l’apprendimento faticoso (65%). Più del 60% di coloro che non utilizzano Internet indica che un’altra persona cerca le informazioni di cui ha bisogno e il 61% che semplicemente non ha bisogno di Internet.

Nell’inchiesta conoscitiva, condotta nel 2019, il 26% degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare Internet. Il 5% degli intervistati vive in case per anziani. 

Tecnologia al servizio della vecchiaia

Logicamente, più si avanza con l’età, meno sono usate le nuove tecnologie di comunicazione. Ciò nonostante, ci sono utenti ultraottantenni, in Svizzera come in altri Paesi. swissinfo.ch ha parlato con una fervente promotrice di nuove tecnologie: una donna giapponese che all’età di 82 anni ha sviluppato un’applicazione per smartphone e che incita ad utilizzare le nuove tecnologie come mezzo per preservare l’autonomia degli anziani.

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masako wakamiya

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Questo contenuto è stato pubblicato al La giapponese Masako Wakamiya ha sviluppato l’app per iPhone “hinadan” all’età di 82 anni.

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Questa terza indagine ha affrontato anche l’utilizzo dei servizi digitalizzati che sono oggi diffusi nella vita di tutti i giorni: dalle casse self-service nei supermercati al monitoraggio sanitario attraverso i braccialetti per misurare la capacità fisica, passando per il pagamento delle tasse online e altri servizi pubblici.

I ricercatori hanno constatato che le preferenze in merito all’utilizzo delle applicazioni corrispondono in larga misura a quelle della precedente indagine: la ricerca generale di informazioni, nonché l’invio e la ricezione di messaggi elettronici (100% in entrambi i casi) sono rimasti in testa, seguiti da chat, telefonate, navigazione e consultazione di orari e informazioni di viaggio.

Tra il 50 e il 65% degli intervistati cerca informazioni sanitarie, legge giornali ed effettua operazioni bancarie online. Meno del 50% utilizza le applicazioni dei servizi amministrativi, d’acquisto di beni e di trasmissioni in diretta. 

Oltre allo studio quantitativo sull’uso (o meno) di Internet tra la popolazione dai 65 anni in su, Digital Senior 2020 ha esplorato l’incidenza di vari fattori, tra cui l’atteggiamento degli intervistati.

Ad esempio, il 57% ha ritenuto che “il progresso tecnologico debba continuare costantemente” e che “non potrebbe più immaginare la propria vita senza mezzi tecnologici”. Il 39% ha affermato che la gestione dei mezzi tecnologici gli risulta difficile. Il 37% si è detto d’accordo con l’affermazione che “aumentare la digitalizzazione ha più vantaggi che svantaggi per la società”.

Un dato interessante: il 61% rifiuta l’idea dell’uso di robot per prendersi cura degli anziani.

Dalla ricerca è anche emerso che tra gli utenti di nuove tecnologie, sia il livello di formazione che il reddito sono più elevati. L’indagine conoscitiva ha inoltre rilevato che i motivi principali di coloro che non usano Internet sono: la complessità nell’utilizzo della rete (77%), le preoccupazioni legate alla sicurezza (74%), l’apprendimento troppo noioso (65%).

Traduzione dallo spagnolo: Sonia Fenazzi

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