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Il governo svizzero vuole far luce sui presunti legami con l’OLP

Pierre Graber, membro del governo elvetico dal 1970 al 1978, ha concluso un patto segreto con l'OLP, secondo le rivelazioni di un giornalista svizzero. Keystone

Il Consiglio federale ha istituto un gruppo di lavoro per far luce sul presunto accordo segreto fra la Svizzera e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP). L'intesa sarebbe stata conclusa dall'allora ministro Pierre Graber per porre fine agli attacchi terroristici contro la Svizzera.

I dipartimenti federali di giustizia e polizia, della difesa e degli affari esteri sono stati incaricati di creare un gruppo di lavoro per studiare i legami tra la Svizzera e l’OLP, ha comunicato mercoledì il vicecancelliere della Confederazione André Simonazzi.

L’esistenza di un accordo segreto è stata ipotizzata da Marcel Gyr, un giornalista della Neue Zürcher Zeitung, che in un libroCollegamento esterno appena pubblicato ricostruisce il periodo fra il febbraio 1969 e il settembre 1970, quando la Svizzera si trovò nel mirino del terrorismo palestinese.

L’accordo segreto sarebbe stato raggiunto dall’allora consigliere federale Pierre Graber – senza chiedere il parere dei colleghi di governo – in un incontro a Ginevra con il responsabile degli affari esteri dell’OLP, Farouk Kaddoumi. In cambio della promessa che non ci sarebbero più stati attacchi terroristici contro obiettivi elvetici, la Svizzera avrebbe aiutato l’OLP ad avere una presenza alle Nazioni Unite di Ginevra.

Quella decisione portò alla liberazione di tre terroristi palestinesi che il 18 febbraio 1969 attaccarono un aereo della compagnia israeliana El-Al che stava decollando da Zurigo-Kloten. Il rilascio dei tre attentatori, avvenuto nel settembre 1970, fu patteggiato con quello di 400 persone prese in ostaggio dal Fronte popolare di liberazione della Palestina (FPLP), che aveva dirottato tre velivoli, di cui un aereo di Swissair, nel deserto giordano.

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Legame con l’incidente di Würenlingen?

Secondo Marcel Gyr, l’accordo segreto ebbe tuttavia conseguenze anche sull’inchiesta per quello che l’autore definisce «il più grave atto criminale della storia recente della Svizzera»: il 21 febbraio 1970, una bomba fece schiantare a terra un velivolo della Swissair a Würenlingen, nel canton Argovia, provocando la morte di tutte le 47 persone a bordo.

La deflagrazione fu provocata da una bomba esplosa nel bagagliaio. L’inchiesta stabilì che il pacco con la carica esplosiva fu spedito da Monaco, per un destinatario di Gerusalemme. I mittenti erano i cittadini giordani Sufian Radi Kaddoumi e Badawi Mousa Jahwer, che non sono però mai finiti davanti a un tribunale.

Anche quell’attentato fu rivendicato dal gruppo terroristico palestinese FPLP. Il pacco bomba in realtà era destinato a un aereo della compagnia israeliana El-Al, ma fu smistato sul Coronado della Swissair perché l’aereo israeliano era in ritardo.

Il giornalista della NZZ si chiede come mai l’inchiesta su quei fatti fu archiviata senza che nessuno sia mai stato chiamato in giudizio. Marcel Gyr ritiene di aver raccolto molti indizi secondo cui l’archiviazione era legata all’accordo segreto.

A distanza di 46 anni i documenti conservati nell’archivio federale sono ancora coperti da segreto, ma finiranno di esserlo dopo 50 anni. Possibile quindi che fra qualche anno se ne saprà di più.

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