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Terrorismo al centro della visita di Blocher a Roma

Il consigliere federale Christoph Blocher (a sinistra) in compagnia del ministro di giustizia italiano Roberto Castelli. swissinfo.ch

L'immigrazione, l'assistenza giudiziaria e la lotta al terrorismo sono stati i temi principali dei colloqui tra il consigliere federale e i suoi interlocutori italiani.

Christoph Blocher è stato ricevuto a Roma dal ministro dell’interno Giuseppe Pisanu e dal ministro della giustizia Roberto Castelli.

Il viaggio di Christoph Blocher a Roma doveva essere innanzitutto una presa di contatto con i colleghi italiani.

Ma la prima visita del ministro di giustizia e polizia in Italia ha toccato anche alcuni temi spinosi, come il caso di Alvaro Lojacono Baragiola, l’ex-membro delle Brigate rosse italiane, che ha già trascorso 9 anni in un carcere svizzero.

Blocher ne ha parlato durante l’incontro con il ministro della giustizia italiano Roberto Castelli, che non ha esitato a chiarire i suoi obbiettivi.

“Chiediamo che la Svizzera ci informi sull’evoluzione del procedimento aperto contro Alvaro Lojacono Baragiola”, ha dichiarato Castelli a swissinfo.

“L’ordinamento svizzero non permette l’estradizione di un suo cittadino ma noi ribadiamo la richiesta che Lojacono Baragiola venga processato per il delitto Moro”, ha aggiunto il responsabile della giustizia italiana.

Già processato anche in Svizzera

Alvaro Lojacono Baragiola, diventato cittadino svizzero nel 1986, era stato processato a Lugano nel 1990 e condannato a 17 anni di prigione per l’omicidio brigatista del giudice Girolamo Tartaglione.

In Italia, Baragiola era stato condannato invece in contumacia all’ergastolo per attività terroristiche, tra cui il delitto Moro.

Ed è proprio per questo delitto che il ministro Castelli chiede un nuovo processo alla Svizzera.

Moro bis?

Da parte sua, il consigliere federale Blocher è rimasto evasivo.

“Dobbiamo studiare la richiesta italiana”, ha dichiarato, “ma la rivendicazione di Castelli è legittima. Nel caso di crimini, che siano della Brigate Rosse o di altri, si tratta di questioni da prendere seriamente in considerazione”.

Un’ipotesi che, se giuridicamente fattibile, dal profilo tecnico costringerebbe la corte penale di Lugano, foro competente, a rifare praticamente da nuovo il processo Moro.

Caso Ruben

Blocher è stato messo sotto pressione anche per il caso di Ruben Hunkeler-Bianchi, il bambino di 5 anni di madre svizzera e padre italiano.

Malgrado la giustizia lo abbia affidato al padre – che a fine estate aveva inscenato una protesta davanti all’ Ambasciata elvetica a Roma – la madre da mesi lo tiene nascosto.

Blocher ha promesso di voler compiere tutto il possibile per far rispettare la decisione della giustizia. Ma finora non sono state trovate le tracce della madre.

Tra i temi presi in esame da Christoph Blocher e da Roberto Castelli vanno rilevate inoltre l’assistenza giudiziaria, le estradizioni tra i due Stati nonché l’espiazione della pena nel Paese d’origine nel caso di detenuti stranieri.

Lotta al terrorismo

Nell’incontro con il ministro dell’interno Giuseppe Pisanu si è discusso della collaborazione bilaterale in materia di polizia, della lotta contro il terrorismo e delle problematiche migratorie.

Per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo, i due ministri sono stati unanimi nell’affermare che bisogna persistere negli sforzi anche in ambito giuridico.

La lotta contro il terrorismo esige norme penali efficaci, destinate a combattere le fonti di finanziamento e a colpire le organizzazioni terroristiche nella fase pianificatoria e nella loro logistica.

swissinfo, Paolo Bertossa, Roma

Il viaggio di Christoph Blocher a Roma rappresenta la prima visita del consigliere federale in Italia.

Da quando ha assunto le redini del dipartimento di giustizia e polizia, nel gennaio scorso, Blocher si è già recato a Vienna e Berlino per incontrare i ministri di giustizia di Austria e Germania.

Al centro dei colloqui in Italia vi era la lotta al terrorismo, l’assistenza giudiziara e l’immigrazione.

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