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Terapie politiche per i mali pecuniari della sanità

Il finanziamento del sistema sanitario continua a dare grattacapi al parlamento svizzero Keystone

Frenare l'aumento dei premi dell'assicurazione malattie obbligatoria, mantenendo prestazioni di qualità per tutti: è uno dei principali obiettivi che figura nei programmi dei partiti per la prossima legislatura. Ognuno con le sue ricette. Anche il popolo dovrà dire la sua.

Se la salute non ha prezzo, la fattura sanitaria in Svizzera ha un sapore: molto salato. I costi del sistema sanitario elvetico nel 2009, secondo i dati più recenti, hanno sfiorato i 61 miliardi di franchi. I notevoli progressi tecnologici e scientifici nella medicina e l’invecchiamento della popolazione fanno prevedere che non vi sarà un’inversione di rotta nei prossimi anni.

E aumenti della spesa sanitaria significano nuovi rincari dei premi dell’assicurazione malattie di base, obbligatoria per tutti.

Le grandi sfide sono dunque una razionalizzazione e un finanziamento del sistema che consentano a tutti di accedere a una medicina di qualità a un prezzo abbordabile.

I grandi partiti convergono su questi principi teorici, ma si dividono sulle misure concrete. Mentre la sinistra reclama più stato e più responsabilità collettiva, la destra esige più libero mercato e più responsabilità individuale. Il centro ritiene che si debba perfezionare l’architettura vigente con aggiustamenti.

Assicurazione malattia pubblica o privata?

Per il Partito liberale radicale (PLR) “è essenziale mantenere l’attuale sistema fondato su una concezione di mercato regolato, con degli attori principali – che sono chi fornisce le prestazioni e chi le paga – e lo stato con un ruolo sussidiario”, dichiara a swissinfo.ch il deputato nazionale Ignazio Cassis.

In altri termini, il PLR vuole apportare “correttivi e miglioramenti”, ma esclude “rivoluzioni dall’esito incerto”, come per esempio la “cassa malati pubblica” sollecitata dal Partito socialista svizzero (PS) e dai Verdi tramite un’iniziativa popolare che sarà depositata prossimamente e sulla quale si voterà nella prossima legislatura. Il testo prevede di affidare l’assicurazione malattie di base a un unico istituto nazionale di diritto pubblico, che dovrebbe poi costituire agenzie cantonali o intercantonali.

Un’iniziativa che non gode nemmeno dei favori del Partito popolare democratico (PPD), “perché è convinto che la cassa malati pubblica non porterebbe né un miglioramento della qualità né un controllo dei costi”, spiega la deputata nazionale Thérèse Meyer-Kaelin. In proposito, il PPD è sulla stessa linea del PLR: “Il sistema attuale non è perfetto, bisogna migliorarlo con dei correttivi, ma è migliore di un sistema con una cassa malati pubblica unica”.

Decisamente contraria a un’assicurazione malattie pubblica è l’Unione democratica di centro (UDC), per la quale il sistema attuale è già “eccessivamente regolamentato. Se ci fosse un monopolio non ci sarebbe più alcun interesse a controllare i costi. Al contrario, occorre maggior libertà per le casse, in modo che giochi maggiormente la concorrenza”, afferma il deputato nazionale Jürg Stahl.

“Da quando è entrata in vigore la Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal), nel 1996, la concorrenza non ha mai fatto abbassare né i costi né i premi. È invece evidente che questi non evolvono allo stesso modo dei costi della sanità, perché sono composti anche di altri elementi – quali le riserve, la compensazione dei rischi, il marketing – che non hanno nulla a che vedere con la sanità”, replica il deputato nazionale socialista Stéphane Rossini.

Una via di mezzo proposta da medici

Qualora l’iniziativa “Per una cassa malati pubblica” fosse bocciata in votazione popolare, per il PS un’alternativa sarebbe un’altra iniziativa popolare: quella “Per la trasparenza dell’assicurazione malattie”, attualmente in fase di raccolta delle firme. Lanciata da cerchie mediche, chiede il divieto per le casse attive nell’assicurazione obbligatoria di essere attive in quelle complementari. “È fondamentale separare completamente le due assicurazioni, perché il loro legame produce effetti perversi, inaccettabili”, sostiene Rossini.

Secondo il PLR e il PPD, invece, occorre più trasparenza e maggior vigilanza sugli assicuratori, ma l’iniziativa va nella strada sbagliata. Sia Cassis, sia Meyer-Kaelin ritengono che andrebbe a scapito degli assicurati, perché è più complicato avere due casse diverse.

Ancora più ostile è l’UDC: “Dato che nell’assicurazione di base non si possono fare degli utili, l’unica possibilità di conseguirli è operare nelle assicurazioni complementari”, rileva Stahl, secondo il quale, “la trasparenza e i costi di marketing delle assicurazioni sono questioni marginali. L’UDC vuole che la discussione sia focalizzata sui principali generatori di costi, vale a dire sugli ospedali e i medici specialisti”.

Priorità managed care: ma come?

Proprio sul fronte degli ospedali, il parlamento ha già deciso una riorganizzazione del sistema di finanziamento che entrerà in vigore dal 2012, con disposizioni transitorie fino al 2017, che porterà uniformità nelle cure e nelle fatturazioni.

Non ancora in porto è invece l’altra grande riforma attesa per la prossima legislatura: quella relativa alle reti di cure integrate. Già da anni incluse nell’offerta di varie casse in diverse regioni della Svizzera, soprattutto negli agglomerati in area tedescofona, le reti managed care dovrebbero diventare la regola.

Tutti i partiti le vedono come la soluzione per garantire una medicina con il miglior rapporto fra qualità e prezzo e le citano come una priorità. Tuttavia le Camere federali non sono finora riuscite a mettersi d’accordo su alcuni punti.

Uno dei più controversi è la quota di partecipazione alle spese a carico degli assicurati. L’ultimo atto in parlamento si giocherà nella sessione autunnale in settembre. Se le Camere non trovassero un’intesa, l’intero progetto di riforma crollerebbe. Ma anche in caso di una soluzione di compromesso in parlamento, non è escluso un referendum, osserva Ignazio Cassis.

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Dal 1° gennaio 1996 ogni persona residente in Svizzera è obbligata a stipulare un’assicurazione malattie che garantisce cure di base di qualità. I premi assicurativi sono individuali e non dipendono dal reddito. Essi variano a seconda, della fascia di età (per i minorenni e i giovani dai 19 ai 25 anni sono meno elevati), dell’assicuratore (detto cassa malattia) e del luogo di domicilio.

L’assicurazione malattie di base è gestita da una pluralità di assicuratori. Sono autorizzate ad operare nell’assicurazione di base solo le casse malattia che soddisfano le condizioni poste dalla legge. Attualmente sono riconosciute un’ottantina di casse.

Secondo i dati ancora provvisori, nel 2009 i costi del sistema sanitario in Svizzera sono ammontati a 60,987 miliardi di franchi (+4,3% in confronto all’anno precedente), pari all’11,4% del prodotto interno lordo (Pil).

Il 35,1% dei costi è stato finanziato dall’assicurazione malattie di base, il 30,5% dai privati cittadini, il 18,9% dallo stato.

Il 45,5% dei costi riguardava cure in ambito ospedaliero, il 31,6% cure ambulatoriali e il 12,2% beni sanitari.

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