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Tentata truffa in Ticino, alla sbarra 50enne italiano

Il caso di un 50enne italiano che ha tentato una doppia truffa assicurativa in Ticino attraverso la costituzione di una società paravento approderà presto alla Corte delle Assise correzionali. Reo confesso, l'uomo ha rinunciato al suo permesso di domicilio e ha lasciato la Svizzera.

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Se fosse andata in porto, la sua truffa lo avrebbe sistemato economicamente per il resto della sua vita. Un 50enne italiano, giunto a Lugano una decina di anni fa, nel 2013 investe il capitale rimastogli dopo la chiusura della sua prima ditta per creare, nel Mendrisiotto, nel sud del cantone, una nuova società di software e gestione patrimoniale, in realtà una società paravento. 

Amministrata inizialmente dal fiduciario ticinese che gliel’aveva creata, il 50enne figura come direttore, con uno stipendio annuale di centinaia di migliaia di franchi. Guadagno che assicura in caso di malattia con una polizza da 400’000 franchi per lui e una da 200’000 per la società, presso due distinte compagnie assicurative. 

Un mese dopo l’apertura della ditta, emerge la presunta malattia. Un’assicurazione rifiuta di versargli il denaro, l’altra smette di farlo dopo un certo periodo di tempo. Il 50enne intraprende allora una causa civile contro le due compagnie dalle quali pretende 1,2 milioni di franchi. In seguito chiede anche di ricevere l’assicurazione invalidità, domanda che viene respinta dall’autorità competente.

Le assicurazioni inviano dunque i detective ad indagare sulla presunta malattia. Raccolte le prove, nel 2015 scatta la denuncia penale e alla relativa inchiesta. Dopo aver inizialmente negato i fatti, l’uomo confessa, restituisce quanto già versatogli e lascia la Svizzera, rinunciando al suo permesso di domicilio.   

I giudici dovranno presto pronunciarsi sulla vicenda. Due anni di carcere sospesi è la pena che verrà sottoposta alla Corte. Il reato ipotizzato è quello di truffa per mestiere. 

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