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Wawrinka, il trionfo del lavoro e dell’umiltà

Stanislas Wawrinka ha festeggiato domenica il suo primo trofeo del Grande Slam a Melbourne Reuters

Un eroe modesto, coraggioso e lavoratore: la stampa svizzera esalta il successo di Stanislas Wawrinka, vincitore del suo primo trofeo del Grande Slam all’Open d’Australia. Una prestazione che permetterà al giocatore vodese di uscire definitivamente dall’ombra di Federer.

“Il re Stan”, “Incredibile Wawrinka”, “Gigante”, la stampa romanda celebra euforica il titolo del Grande Slam conquistato a Melbourne dal giocatore vodese. Per il 24heures e la Tribune de Genève, Wawrinka è finalmente uscito dall’ombra di Roger Federer, dopo “essersi accontentato finora dell’Oscar per il miglior secondo ruolo”.

“Per lungo tempo, la gloria non era il suo destino e neppure il suo piano di carriera. L’ombra tutelare di Federer sembrava più proteggerlo che inibirlo. Vi si trovava bene. Non osava nemmeno immaginare di diventare il califfo, al posto del califfo”, proseguono i due giornali romandi, per i quali “Wawrinka ha osato mettersi sullo stesso piano di Federer solo vincendo con lui, in doppio, i Giochi olimpici di Pechino. Allora, aveva condiviso con Federer l’oro e la gioia”.

“Wawrinka non ha forse il talento di Federer, ma ha qualcosa d’altro in sé, di cui non sospettava neppure. E che ancora oggi continua a minimizzare. Eppure, questa domenica, è diventato il terzo giocatore del mondo, dopo aver battuto Djokovic e Nadal. E ben dinnanzi a Federer”, osservano ancora il 24heures e la Tribune de Genève.

Keystone

Eroe della piccola gente

Per La Liberté, Wawrinka “resterà l’eroe della piccola gente”, anche se dopo questa vittoria “si ritrova in una nuova dimensione”: quella dei ricevimenti di lusso, delle televisioni, delle riviste patinate. “La sua vita privata diventerà pubblica”, ciò che rischia di procurargli anche “diversi fastidi”. Per evitarli, Wawrinka “non dovrà mai dimenticare da dove viene e quanto lavoro ha fatto, dopo che a 14 anni si considerava senza talento“.

Un talento che in realtà non manca al giocatore vodese, ritiene L’Express: “Perfino Pete Sampras afferma di invidiare il rovescio di Wawrinka e lo considera il migliore del circuito”. Per il giornale friburghese, “quando la tecnica, lo spirito e il fisico sono al massimo, gli exploit più grandi diventano possibili. Anzi, hanno grandi chance di riprodursi”.

Trionfo del lavoro

“È il trionfo del lavoro, del coraggio e dell’umiltà”, così il Tages-Anzeiger e il Bund riassumono “l’exploit” realizzato questa fine settimana da Stanislas Wawrinka, diventato il terzo giocatore svizzero della storia, dopo Martina Hingis e Roger Federer, a vincere un torneo del Grande Slam.

Abituato a dire ironicamente “sono lo svizzero che perde”, sotto l’ombra del grande Federer, Wawrinka “ha imparato, sempre più, ad accettare la sconfitta e trarne, di volta in volta, una lezione. Ha saputo circondarsi delle persone giuste e approfittare di loro per diventare un vincitore”, aggiungono i due quotidiani, per i quali il trofeo vinto in Australia da Wawrinka rappresenta il successo di una persona straordinaria: “straordinariamente umile, lavoratrice, volonterosa e coraggiosa”.

Maturato dopo una sconfitta

“Chi ha puntato i suoi soldi su Wawrinka, prima dell’inizio dell’Open di Australia”, è diventato ricco. Eppure il romando non è un vincitore casuale. Lo ha dimostrato, diventando il primo giocatore a battere nello stesso torneo Djokovic e Nadal, ossia i due migliori tennisti del mondo, al momento attuale”, rileva la Neue Zürcher Zeitung.

A detta del giornale zurighese, a cambiare la carriera di Wawrinka è stata la sconfitta subita esattamente un anno fa a Melbourne contro Novak Djokovic. Una sconfitta al quinto set, “che gli ha dato la certezza di poter competere con i più grandi” e che “lo ha spinto a maturare enormemente nel corso dell’ultimo anno”.

Anche i membri del governo svizzero hanno reso omaggio alla vittoria di Stanislas Wawrinka all’Open d’Australia contro il numero uno al mondo, Rafael Nadal.

“La Svizzera ha seguito il suo exploit questa mattina. Ci abbiamo creduto con lei. Complimenti per questo torneo magnifico, all’insegna della forza e del coraggio, disputato dall’altra parte del mondo”, ha scritto il presidente della Confederazione Didier Burkhalter pochi minuti dopo la fine della partita.

“Ho vibrato assieme a tutti gli svizzeri e molti altri dinnanzi all’incontro. Grazie e bravo!”, è il tweet pubblicato invece dal ministro dell’interno Alain Berset per salutare il successo di Wawrinka.

Anche il governo del canton Vaud si è rallegrato per la vittoria del giocatore del comune vodese di Saint-Barthélemy: “Anche se è difficile paragonare epoche diverse, si tratta indiscutibilmente di uno degli exploit più grandi nella storia dello sport vodese”.

Simpatico vicino di casa

“Per anni, Wawrinka ha lottato contro l’immagine del simpatico giovane, del vicino di casa, in grado di partecipare ad un torneo, ma troppo gentile, troppo poco determinato e sicuro di sé per vincerlo”, ricorda l’Aargauer Zeitung. “Nato perdente, così veniva chiamato sarcasticamente, mentre Federer eliminava gli avversari con leggerezza e sicurezza”.

“Mentre il giocatore basilese si è ritrovato il talento nella culla, Wawrinka ha dovuto lavorare duramente. Sarebbe però sbagliato considerarlo un semplice lavoratore, come sarebbe sbagliato credere che l’artista Federer possa vivere di solo talento. Chi dispone di un rovescio come quello di Wawrinka, il migliore del circuito, porta sicuramente con sé una dote”.  

Esaltazione del sacrificio

“È una favola a lieto fine”, si entusiasma anche La Regione. “È la consacrazione ai più alti livelli di un atleta vero. L’esaltazione del sacrificio e del lavoro che sono alla base di ogni risultato sportivo, di qualunque disciplina ci si faccia interprete. È la celebrazione di un talento inequivocabile cesellato con l’impegno e la professionalità”.

“La Svizzera del tennis per un attimo si è scordata di avere in casa Federer – mica un brocco – per stringersi attorno a Stan Wawrinka. Non esattamente il nuovo che avanza, ma pur sempre l’altro che vince. Come se fosse facile, vincere. Non se ne dolga, il Roger nazionale, se il tennis di cui è Maestro indiscusso lo relega al secondo posto. È con fierezza che l’Elvezia sforna, scopre e abbraccia Wawrinka. È con orgoglio che deve esibire i propri alfieri, meritevoli delle copertine, in vetta alle gerarchie mondiali”.

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