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Tempi ancora più duri per i contadini svizzeri

Dove porta la politica agricola svizzera? Keystone

Per le autorità le riforme strutturali nell’agricoltura sono accettabili. I contadini invece temono gli effetti dell'Organizzazione mondiale del commercio (OMC).

La situazione economica, sottolineano, è difficile per molte aziende agricole. E forse il peggio deve ancora venire.

Nel suo Rapporto agricolo 2004, l’Ufficio federale dell’agricoltura (UFAG) ritiene che, nonostante i grandi mutamenti degli ultimi anni, la situazione dell’agricoltura svizzera è «rimasta stabile» a conclusione del periodo di riforme 1999-2003.

Ma i contadini, ammettono le autorità federali, rimangono sotto pressione e gli effetti del ciclo di Doha dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) richiederanno un «bell’esercizio di equilibrismo».

Le nuove regole della WTO comporteranno infatti a partire dal 2008 un calo degli introiti per l’agricoltura che il direttore dell’UFAG Manfred Bötsch valuta tra gli 1,5 e i 2,5 miliardi di franchi.

È necessario prepararsi sin da oggi per poter gestire il processo secondo i principi della sostenibilità: le spese della Confederazione in favore dell’agricoltura dovrebbero continuare a stagnare attorno ai 3,9 miliardi di franchi l’anno.

Prezzi al consumo ancora troppo alti

I contadini svizzeri reagiscono con circospezione al Rapporto agricolo 2004. Altre liberalizzazioni non saranno fattibili senza compensazioni e misure d’accompagnamento, affermano le loro organizzazioni.

Dagli anni Novanta la percentuale delle aziende che presentano una «formazione negativa del capitale proprio» (che vivono cioè della sostanza) è passata dal 20-30 al 30-40 per cento.

L’Unione svizzera dei contadini (USC), la maggiore organizzazione agricola, rileva pure che le riduzioni dei prezzi nell’agricoltura non si sono ripercosse sui consumatori.

Rispetto all’Unione europea la differenza dei prezzi alla produzione è diminuita del 28% dal 1990. Ma le spese dei consumatori per il paniere standard sono salite del 25%.

Sempre meno contadini, ma sempre più quelli ecologici

Secondo l’Associazione per la protezione dei piccoli e medi contadini (VKMB), l’Ufficio federale dell’agricoltura abbellisce la situazione: un quarto o un quinto dei 2500 contadini che ogni anno devono cessare l’attività non hanno ancora raggiunto l’età AVS, il che aumenta l’onere sociale di cantoni e comuni.

Nel settore ecologico, rileva il rapporto, si è verificata invece un’ulteriore crescita delle prestazioni. Nel 2003 sono state censite 6’182 aziende dedite all’agricoltura biologica che gestivano 110’000 ettari, ossia il 10,3 per cento della superficie agricola utile.

Per la portavoce dell’Associazione svizzera delle organizzazioni per l’agricoltura biologica (Bio Suisse) Jacqueline Forster il Rapporto agricolo 2004 è un’analisi onesta, che dà risposte concrete agli attacchi del consigliere federale Christoph Blocher.

Blocher in un recente discorso, come ricetta per risollevare le sorti dei contadini elvetici, (facendoli diventare veri liberi imprenditori) ha predicato l’eliminazione dei controlli ecologici e meno regole nel trattamento degli animali d’allevamento.

swissinfo e agenzie

30%: le aziende agricole a tempo pieno.
41mila franchi: reddito annuo medio di un contadino svizzero.
Circa 6mila: le aziende agricole biologiche.

In Svizzera il numero delle aziende agricole diminuisce progressivamente. Attualmente sono circa 66mila.

Nel 2003 è stato censito quasi il 30% di aziende in meno rispetto al 1990, ma nel 50% dei casi circa si tratta di piccole aziende che possiedono meno di tre ettari di superficie agricola utile.

Il reddito agricolo di molte aziende non è sufficiente a garantirne il sostentamento.

Il 70% circa delle famiglie contadine cerca di migliorare la situazione economica esercitando un’attività lucrativa complementare o accessoria.

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