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Telecomunicazioni a banda larga vitali per l’economia

Le fibre ottiche garantiscono una velocità di trasmissione dei dati informatici molto più elevata dei tradizionali cavi telefonici in rame Keystone

Nel confronto internazionale, in Svizzera ancora poche case hanno accesso alla tecnologia a fibra ottica. La Commissione federale delle comunicazioni (ComCom) spera però di poter allacciare il 30% delle economie domestiche entro il 2015.

Secondo quanto comunicato recentemente dalla ComCom, non vi sono ormai più ostacoli allo sviluppo di reti fisse e mobili a banda larga in Svizzera. Le norme tecniche sono state fissate e i contratti tra gli enti pubblici e Swisscom sono stati adeguati per permettere anche agli altri fornitori di servizi di telecomunicazioni di impiegare le reti ad alta velocità.

“Lo sviluppo di un’infrastruttura a banda larga è vitale per l’economia svizzera. Dovrebbe quindi essere una priorità per la nostra politica delle telecomunicazioni dei prossimi anni”, ha dichiarato il presidente della ComCom Marc Furrer, al termine della nona tavola rotonda, che ha riunito a Berna i rappresentanti di tutte le parti interessate.

Finora circa 300’000 economie domestiche, ossia il 10%, sono state allacciate a linee a banda larga. A detta della ComCom, il loro numero dovrebbe triplicare nel giro dei prossimi tre anni.

La necessità di estendere le reti a fibra ottica è legata alla crescente domanda di telecomunicazioni a banda larga: le richieste di servizi via linee fisse raddoppiano di anno in anno e quelle di servizi mobili aumentano ancora più rapidamente. Ad alimentare la crescita è, tra l’altro, la diffusione di programmi televisivi ad alta definizione e il sempre più frequente impiego di servizi internet mobili.

Coordinamento delle reti

La tavola rotonda sulle telecomunicazioni era stata istituita nel 2008 per coordinare la realizzazione delle reti a banda larga ed evitare dei doppioni, che avrebbero fatto aumentare i costi di almeno il 15%. Da allora, i partecipanti sono riusciti a raggiungere un accordo sulle norme tecniche e sui criteri di sviluppo dell’infrastruttura.

“I colloqui alla tavola rotonda hanno permesso di compiere un passo importante, aiutandoci in particolare a definire criteri comuni per le reti,” rileva Oliver Schnyder, direttore di Fibraottica Svizzera, l’associazione svizzera dei fornitori di reti a fibra ottica.

“Il modello multifibra adottato consente a tutti i fornitori di servizi di avere accesso alle reti e favorisce quindi la concorrenza, a tutto vantaggio dei consumatori”, aggiunge Schnyder.

Ogni cavo di collegamento è composto di un fascio di quattro fibre – una riservata per Swisscom, il maggiore operatore svizzero nel settore delle telecomunicazioni, e le altre tre a disposizione dei fornitori concorrenti di servizi.

Fino nelle case

Un altro risultato dei colloqui è stato quello di creare un’infrastruttura “Fiber to the home (FTTH), che permette di portare le fibre ottiche fino alle abitazioni. In tal modo ogni edificio viene collegato direttamente alla rete, ciò che consente tra l’altro di aumentare la velocità delle linee. Una soluzione più economica, ma anche più lenta, sarebbe stata quella di realizzare reti in fibra ottica soltanto fino alle centrali locali di trasmissione.

Tra i punti che hanno sollevato grandi discussioni vi è stato anche quello concernente l’attribuzione dell’accesso alla rete. Gli altri fornitori di servizi di telecomunicazioni temevano di venir esclusi, nel caso in cui i collegamenti venissero affidati solo a Swisscom. I contratti tra gli enti pubblici e il maggiore operatore di telecomunicazioni sono stati però adeguati, in modo che anche i fornitori concorrenti potranno disporre di collegamenti a banda larga.

Grazie alla soluzione di compromesso raggiunta, diversi fornitori di servizi si troveranno quindi in competizione per offrire le loro prestazioni alla clientela, via fibra ottica o via cavo. Nel contempo è stato possibile evitare la realizzazione di reti parallele, che avrebbero soltanto fatto aumentare i costi.

Costi ai clienti

I partner della tavola rotonda contano ora sulle forze di mercato per favorire ulteriormente lo sviluppo della rete a banda larga. Nel contesto politico ed economico attuale, i poteri pubblici non intendono partecipare alla realizzazione della rete nazionale, ha sottolineato Marc Furrer.

“Non abbiamo altra scelta. La costruzione dell’infrastruttura è nelle mani di Swisscom e degli altri fornitori di servizi”, dichiara a swissinfo.ch il presidente della ComCom. “Il nostro compito era di gettare le basi per la realizzazione della rete nazionale a banda larga. Speriamo ora, che molti fornitori si avvarranno di questa rete”.

Non tutti ritengono però che sia buona cosa affidare la rete al gigante delle telecomunicazioni. Secondo la Fondazione svizzera per la protezione dei consumatori, sarebbe necessario rivedere la legge sulle telecomunicazioni per evitare che Swisscom e i suoi partner riescano a trarne un doppio vantaggio.

La Fondazione prevede tra l’altro che il maggiore operatore nazionale approfitterà delle infrastrutture esistenti, ad esempio le tubazioni sotterranee pagate dai contribuenti, per costruire la rete a banda larga. In seguito, Swisscom imporrà prezzi elevati ai fornitori concorrenti di servizi che vorranno accedervi. Costi che, per finire, dovranno essere presi a carico dai consumatori.

Già oggi i prezzi delle telecomunicazioni, soprattutto per i servizi mobili, sono nettamente più alti in Svizzera rispetto alla media europea. Negli ultimi anni, la Commissione della concorrenza aveva denunciato a più riprese le tariffe imposte dagli operatori svizzeri, in particolare da Swisscom.

Regioni periferiche

Attualmente, per non ostacolare lo sviluppo delle infrastrutture, nessuno sembra però intenzionato ad affrontare questo problema.

“A questo punto preferiamo evitare degli interventi da parte dei regolatori, allo scopo di non scoraggiare gli investitori”, ammette Oliver Schnyder. “Sarebbe meglio intervenire in seguito, se necessario, una volta che il mercato si è sviluppato”.

Oltre i costi, l’altro punto aperto riguarda l’estensione della nuova rete alle regioni periferiche. Visti gli importi necessari per realizzare gli allacciamenti, non si prevede di collegare ogni capanna remota di montagna alla nuova rete ad alta velocità, anche se un accesso a banda larga potrebbe essere utile in alcuni casi.

Secondo Furrer, lo sviluppo della rete a banda larga costituisce già nelle città un investimento a lungo termine. Nelle regioni periferiche l’ammortamento dei costi richiederà tempi ancora più lunghi.

“Per queste zone bisognerà quindi porsi due domande”, indica il presidente della ComCom. “In primo luogo, sarà necessario chiedersi se vi è una tecnologia meno costosa – via cavo o mobile – in grado di fornire collegamenti ad alta velocità. Poi si tratterà di sapere chi paga. E, questa, è una questione politica che concerne il futuro del servizio pubblico”.

Finora, le economie domestiche disponevano in Svizzera quasi soltanto di due alternative per connettersi ad internet: collegare il proprio modem alla presa telefonica oppure alla rete via cavo.

Nel primo caso le informazioni vengono trasmesse attraverso un cavo di rame, nel secondo attraverso cavi coassiali.

Rispetto a queste due soluzioni, le reti a fibra ottica consentono di trasmettere dati simultaneamente e molto più velocemente.

Le reti a fibra ottica sono già impiegate in Svizzera per le comunicazioni su grandi distanze, per le linee che raggiungono le centrali locali di distribuzione e per i collegamenti di grandi aziende ed edifici commerciali.

Gli operatori del settore intendono portare nei prossimi anni le reti a fibra ottica anche nelle abitazioni private. Entro il 2015, il 30% delle economie domestiche dovrebbero essere allacciate a queste nuove linee ad alta velocità.

Per sviluppare una rete efficiente di telecomunicazioni a banda larga, la Commissione federale delle comunicazioni (ComCom) e l’Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM) hanno deciso di riunire ad una tavola rotonda tutti gli attori del settore.

Vi hanno partecipato dal 2008 al 2012 imprese di telecomunicazione, aziende elettriche, operatori di rete via cavo e proprietari di immobili.

Le discussioni hanno permesso di coordinare i lavori per la costruzione di una rete di collegamenti a banda larga, fissare degli standard comuni e trovare un accordo sull’accesso dei vari fornitori di servizi di telecomunicazioni alla nuova rete.

Il 16 gennaio scorso, le parti interessate hanno tenuta la nona riunione, con la quale si sono conclusi i lavori della tavola rotonda.

Traduzione e adattamento di Armando Mombelli

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