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Il franco paga il prezzo del suo successo

La Banca nazionale svizzera ha deciso di far ricorso a misure non convenzionali per difendere la soglia minima di cambio tra il franco e l'euro, introdotta tre anni fa. Keystone

Per evitare un ulteriore apprezzamento del franco, in particolare nei confronti dell’euro, la Banca nazionale svizzera ha annunciato l’introduzione di tassi d’interesse negativi. Una misura accolta positivamente dalla stampa elvetica, che si chiede però se potrà bastare. 

La Banca nazionale svizzera (BNS) ha eretto un “muro supplementare” per difendere la soglia di cambio di 1,20 franchi per euro, introdotta tre anni fa, rilevano il Tages-Anzeiger e il Bund. I massicci acquisti di divise, praticati dal 2011 dall’istituto di emissione, rischiavano infatti di non essere più sufficienti per evitare un eccessivo apprezzamento della valuta svizzera nei confronti della moneta unica europea. A partire dal 22 gennaio dell’anno prossimo i conti giro – ossia i patrimoni – delle banche commerciali presso la BNS verranno quindi gravati con un tasso negativo, pari a -0,25%. 

Tassi d’interesse negativi

A partire dal 22 gennaio 2015, la Banca nazionale svizzera (BNS) graverà con un interesse negativo, pari a -0,25%, i conti giro – ossia i patrimoni –  delle banche commerciali detenuti presso l’istituto di emissione.

Con questa nuova misura, annunciata giovedì,  la BNS intende intervenire per salvaguardare la soglia minima di cambio tra il franco e l’euro (1.20), introdotta tre anni fa in seguito al deprezzamento della valuta europea. 

“Negli ultimi giorni diversi fattori – come la crisi del rublo in Russia e la conseguente instabilità dei mercati finanziari – hanno contribuito ad accrescere la domanda di investimenti sicuri e il franco si è avvicinato pericolosamente alla soglia minima”, ha spiegato il presidente della BNS Thomas Jordan. 

Il tasso negativo dovrebbe rendere meno attrattivo detenere investimenti in franchi svizzeri. Jordan non prevede però ripercussioni negative per i piccoli risparmiatori: le banche commerciali rinunceranno probabilmente ad introdurre tassi negativi o a aumentare le spese, poiché è nel loro interesse poter contare su un robusto cuscinetto di depositi bancari.

Ma questo nuovo provvedimento, “non sarà l’ultimo atto del dramma del franco”, avvertono i due giornali nel loro commento comune. L’introduzione di un tasso d’interesse negativo” riflette infatti la situazione estremamente labile dell’economia mondiale. La crisi del rublo russo è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma la più grande sfida per la Svizzera sarà costituita anche in futuro dalla crisi dell’euro. E ancora per diversi anni”. 

“Le misure adottate dalla Banca centrale europea (BCE), che cerca disperatamente di evitare un crollo dell’economia, stanno mettendo la BNS sotto pressione. Ma entrambe hanno quasi esaurito le loro possibilità e, per questo motivo, fanno ormai ricorso a misure sempre più drastiche”, sottolineano ancora il Tages-Anzeiger e il Bund, chiedendosi cosa potrà ancora fare l’istituto svizzero di emissione, se anche questa nuova mossa non dovesse bastare. 

Misura non convenzionale 

“Il franco svizzero è vittima del suo successo”, osserva la Neue Zürcher Zeitung. “Avere una valuta molto ricercata può apparire a prima vista come una cosa positiva. Ma per la BNS l’attrattiva del franco si sta rivelando sempre più come un handicap. I tassi d’interesse negativi dovrebbero quindi apportare un certo aiuto”. 

“Quando il clima sui mercati finanziari diventa particolarmente rude, gli investitori cercano rifugio nel franco svizzero. Una tendenza che si è confermata in questi ultimi giorni. La crisi del rublo, le turbolenze politiche in Grecia e i problemi strutturali nella zona euro hanno nuovamente rafforzato le pressioni verso l’alto del franco svizzero. La BNS ricorre quindi a misure non convenzionali per frenare questa tendenza”, spiega il giornale zurighese. 

Il provvedimento annunciato dalla BNS comporta però dei rischi, avverte la Neue Zürcher Zeitung. Con tassi d’interesse negativi, “i risparmi saranno penalizzati e si assisterà ad un progressivo passaggio dal risparmio all’indebitamento. Si rafforzerà lo stimolo a rifugiarsi nei beni materiali e ad assumere maggiori rischi. Bolle finanziarie e immobiliari rischiano quindi di esserne le conseguenze”. 

Effetto spiacevole per i risparmiatori 

“La BCE ha già introdotto tassi d’interesse negativi per spingere le banche a concedere prestiti a condizioni favorevoli alle imprese. In tal modo, spera di poter rilanciare la congiuntura in una zona euro in crisi”, annotano l’Aargauer Zeitung, la Solothurner Zeitung e la Badener Zeitung. “La BNS persegue un altro obbiettivo con questa misura: vuole rendere meno attraente il franco svizzero per gli investitori stranieri. Negli ultimi giorni il tasso di cambio ha rischiato infatti di superare la magica soglia di 1.20 franchi per euro”. 

“La Svizzera viene in pratica punita per la sua stabilità. Il provvedimento della BNS è spiacevole per i piccoli risparmiatori, dal momento che non riceveranno quasi più interessi sui loro conti di risparmio. Ma un ulteriore apprezzamento del franco sarebbe molto peggiore”, sostengono i quotidiani della Svizzera centro-settentrionale. “Le aziende svizzere di esportazione incontrerebbero ancora maggiori difficoltà a offrire i loro prodotti all’estero a prezzi concorrenziali. Ciò minaccerebbe dei posti di lavoro e gli svizzeri non avrebbero più nemmeno dei soldi da poter depositare sui loro conti di risparmio”. 

Commenti della stampa internazionale

Mentre la Federal Reserve e la Banca centrale inglese prevedono di aumentare i loro tassi d’interesse nel corso del 2015, “le banche centrali del continente europeo sembrano voler mantenere ancora per anni politiche monetarie espansive”, osserva il Financial Times, in seguito alla decisione della Banca nazionale svizzera (BNS) d’introdurre a sua volta, dopo la Banca centrale europea (BCE) tassi d’interesse negativi. 

“La Svizzera mostra i muscoli ai mercati: tassi sotto zero per svalutare il franco”, scrive invece il Sole-24 Ore, notando come sono in crescita “le pressioni sul franco, ancora percepito come un ‘porto sicuro’ per gli investimenti finanziari grazie alla buona gestione economica del paese”. 

“In tempi difficili a livello di politica mondiale, il franco svizzero viene considerato come una banca sicura”, osserva anche la Süddeutsche Zeitung. “La Svizzera, un paese già molto caro, diventerebbe ancora più cara in caso di apprezzamento del franco. I turisti europei preferiscono indirizzarsi sempre più verso Austria, Italia o Germania. E anche i posti di lavoro dell’industria di esportazione svizzera si trovano sotto pressione in seguito al rafforzamento del franco.

Casi eccezionali 

“Tassi d’interesse negativi sono uno strumento che le banche centrali utilizzano solo in casi estremi di emergenza. La BNS vi ha fatto ricorso l’ultima volta quasi 40 anni fa. Non vi è quindi da stupirsi per il fatto che questa misura abbia suscitato un certo scalpore”, osserva la Basler Zeitung, secondo la quale vi è da temere che l’istituto di emissione abbia ormai esaurito i suoi colpi per difendere la soglia di cambio minima tra il franco e l’euro. 

“La BNS dovrà prima o poi piegarsi sotto la pressione dei mercati e accettare un apprezzamento del franco? I timori non sono infondati, ma le conseguenze sarebbero fatali. Che futuro avrebbero le industrie di esportazione e il turismo, che fanno vivere la maggioranza della popolazione, se dovessero sopportare di colpo un aumento del 20% dei loro costi, in seguito ad aumento di valore del franco?”, si chiede ancora il giornale basilese, per il quale la BNS sta cercando di spiccare il volo in piena tempesta. “Bisognerà ora vedere se riuscirà anche ad atterrare in modo sicuro”. 

Rischio di deflazione 

“Messa con le spalle al muro, la BNS non aveva più scelta”, ritiene Le Temps. “Non ha voluto mettere ulteriormente alla prova la solidità della sua soglia minima di cambio tra il franco e l’euro. Un apprezzamento del franco spingerebbe ancora di più verso il basso i prezzi, già in tendenza negativa. Quanto basta per far delineare, a lungo termine, un rischio di deflazione in Svizzera”.

“Per le banche centrali è questo lo scenario peggiore. Le misure di lotta contro questo spettro fanno passare tutto il resto in secondo piano”, aggiunge il foglio romando. Il rischio di una bolla immobiliare “non è meno reale” e i suoi effetti potrebbero essere a loro volta “devastatori”. “A corto termine, tuttavia, prevale la difesa della soglia minima di cambio”. 

Vittima del suo successo 

“La BNS sta facendo ciò che ritiene necessario e dal suo punto di vista è coerente. Ma se le tensioni internazionali si acuissero, diventerebbe di nuovo difficile tenere lontani gli investitori dal franco”, si preoccupa anche il Corriere del Ticino. “Non si può certo puntare a indebolire l’economia svizzera per rendere meno attrattivo il franco, questo è ovvio. La Svizzera è in un certo senso vittima del suo successo. La soluzione non può però essere ridurre il successo”. 

“La BNS può e deve cercare di fare ancora la sua parte. Per il resto occorre sperare che la ripresa economica internazionale si rafforzi e che le tensioni geopolitiche diminuiscano. Anche perché soglia di cambio e tasso negativo non potranno esserci per sempre”.

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