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Tassa sul CO2: accelerare i tempi

I turisti della benzina che vengono in Svizzera a loro volta inquinano swissinfo C Helmle

L’Agenzia internazionale dell’Energia consiglia alla Svizzera di introdurre la tassa sul CO2 e di rivedere i prezzi dell’energia.

In caso contrario gli ambiziosi obiettivi destinati a proteggere l’ambiente rischiano di non venir raggiunti.

Nel rapporto sulla Svizzera, presentato martedì contemporaneamente a Berna e a Parigi, l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) critica la Svizzera ma ha anche parole di elogio.

L’AIE saluta la decisione popolare di lasciare aperta l’opzione dell’energia atomica e approva l’impegno del governo volto a rilanciare i progetti di liberalizzazione del mercato dell’energia.

Lodi anche per gli sforzi di Svizzera Energia, il programma di politica energetica e di protezione del clima lanciato dal governo e destinato a promuovere le energie rinnovabili e il consumo parsimonioso dell’energia.

Guardare al futuro

Il rapporto prende atto del referendum del settembre del 2002 che ha portato al rifiuto della nuova legge sul mercato dell’elettricità e sostiene l’importanza di un’informazione approfondita dei cittadini.

Pur rispettando il risultato della votazione il Consiglio federale deve continuare ad incoraggiare la concorrenza sul mercato, affermano gli esperti dell’AIE.

La Svizzera dal canto suo ha creato in aprile una commissione con lo scopo di elaborare una nuova legge che dovrebbe entrare in vigore al più tardi nel 2007.

“Spero che per questa data possa essere pronta una riforma che sia in sintonia con la struttura del mercato europeo”, dichiara a swissinfo Walter Steinmann, direttore di Svizzera Energia.

Tassa sul CO2: un obiettivo prioritario

Per quanto riguarda le emissioni nocive, entro il 2010 la Svizzera vuole ridurle del 10% rispetto al 1990, in sintonia con gli accordi contenuti nel protocollo di Kyoto.

“Spero che troveremo il modo per introdurre una tassa sul CO2 compatibile con gli altri Paesi”, spiega Steinmann.

L’AIE sottolinea tuttavia che non basta ridurre le emissioni di CO2. E’ dunque auspicabile che il Consiglio federale aderisca anche al progetto di “commercio dei diritti di emissione di CO2”, previsto a partire dal 2005.

Fra due anni oltre 10’000 aziende europee potranno “inquinare legalmente” ma a pagamento.

La Svizzera finora ha deciso di attendere anche perché nel caso in cui si unisse al progetto dovrebbe cambiare le leggi in materia.

Stimolare il risparmio

L’AIE sottolinea anche che in Svizzera i prezzi dell’energia sono fra i più bassi d’Europa. Una situazione che non incita certo al risparmio.

Fare il pieno in Svizzera costa poco e il “turismo della benzina” fiorisce.

Anche il prezzo dell’olio da riscaldamento figura fra i meno elevati dei Paesi membri dell’OCSE. Il gas naturale è invece nettamente più caro che nei Paesi vicini .

L’Agenzia critica pure la gestione dell’energia elettrica. I prezzi della corrente sono più alti della media europea. Contemporaneamente molte amministrazioni pubbliche accedono all’energia elettrica a condizioni molto vantaggiose o addirittura gratis.

Secondo l’AIE si tratta di un modo poco efficiente di distribuzione e amministrazione dell’energia.

Tassare e liberalizzare

L’Agenzia propone di diversificare le energie “da riscaldamento” e promuovere l’uso del diesel. Nel settore dei trasporti dovrebbe venir utilizzato maggiormente il gas.

L’Agenzia di Parigi invita la Svizzera a rivedere e ad ottimizzare la propria politica energetica. Chiede a Berna di intensificare la cooperazione con le organizzazioni dei consumatori e le associazioni ambientali ed economiche.

L’AIE propone alla Confederazione di introdurre incentivi fiscali per promuovere i veicoli con motori diesel e di sostenere l’economia nella creazione di un’infrastruttura per l’impiego di gas naturale nel settore dei trasporti.

swissinfo e agenzie

L’AIE, che ha sede a Parigi, è un organismo indipendente che fa parte dell’OCSE, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.

E’ stata fondata nel 1974 da un gruppo di Paesi importatori di petrolio e membri dell’OCSE in risposta alla prima crisi petrolifera.

Il suo compito è quello di controllare regolarmente la politica energetica dei suoi membri.

Budget di Svizzera Energia: 55 milioni di franchi all’anno
Nell’ambito delle msiure di risparmio il Consiglio federale propone di ridurre il budget a 20 milioni
Le commissioni del Consiglio nazionale e degli Stati propongono una diminuzione a 32 milioni

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