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Tappa in Polesine

Sono curiosa di vedere questo posto, Ficarolo, dove nel XII secolo con le rotte del Po si formò un nuovo alveo e il grande fiume si biforcò in Po antico di Ferrara a sud e Po di Venezia a nord. Ficarolo è un piccolo comune sulla riva sinistra nell’alto Polesine.

Il Polesine resta legato nella memoria collettiva di tutta Italia ad uno dei drammi più gravi della storia del Po. Nel novembre del 1951, qui ebbe luogo un’alluvione spaventosa che fece molti morti e sfollati.

Sono andata a trovare un ex-sindaco di Ficarolo, il signor Pierino Buzzola, classe 1916, che a 87 anni mi viene a prendere in bicicletta e mi dice che non ha molto tempo, perché deve lavorare! Ripara ancora televisori nel negozio d’elettrodomestici del figlio!

Chiedo al signor Buzzola cosa ricorda di quei giorni di novembre del ’51. L’immagine che gli torna in mente è quella dell’acqua che cresceva senza sosta. Le golene e i boschi di protezione intorno al Po, che normalmente permettono al fiume di espandersi, erano state completamente invase. Per fortuna a Ficarolo l’acqua quella volta si fermò in tempo, allagando solo in parte la piazza.

Ma anche se non ci furono grandi danni agli edifici e morti, anche Ficarolo subì un contraccolpo profondo. Molte famiglie si trasferirono nel triangolo industriale tra Milano, Torino e Genova, e tanti emigrarono all’estero, anche in Svizzera.

A dare un colpo duro all’economia di Ficarolo ci fu poi, negli anni ’60, anche la chiusura dell’unico stabilimento che dava lavoro in quella zona, mi racconta Pierino Buzzola.

“Dopo l’alluvione è cominciato l’abbandono di queste zone”, ricorda l’ex-sindaco, che ha visto un’epoca in cui la campagna bisognava lavorarla a forza di tante braccia, e ci voleva personale in abbondanza anche per far funzionare il vecchio zuccherificio.

“Lo stabilimento andava a carbone, che veniva trasportato con dei battelli sul Po, e anche le barbabietole venivano trasportate sul fiume.”

Poco lontano da Ficarolo, a Bondeno, funziona ancora uno stabilimento moderno che produce lo zucchero a partire dalla barbabietola, una delle coltivazioni più importanti della pianura padana, che ha bisogno però di molta acqua.

Se continuerà ad essere coltivata dipende dal Po, il che, viste le crisi di siccità ricorrenti negli ultimi anni, non è affatto scontato.

swissinfo, Raffaella Rossello, Ficarolo

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