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Tante gocce fanno il mare

La carenza d'acqua potabile può essere fatale. Keystone

Grazie alla piattaforma di scambio solidarit'eau, i comuni svizzeri hanno la possibilità di sostenere progetti d'approvvigionamento idrico in paesi in via di sviluppo, prelevando un centesimo di solidarietà ogni metro cubo d'acqua venduto.

L’acqua potabile è un bene di prima necessità che per circa 800 milioni di persone è ancora un miraggio. Il contributo pubblico svizzero nel settore idrico è riguardevole: negli ultimi 5 anni sono stati investiti in media 68 milioni all’anno, permettendo a quasi 370’000 persone di accedere all’acqua potabile.

Vi sono però altre iniziative. Tra queste figura la piattaforma solidarit’eau lanciata nel 2007. Si tratta di uno strumento che permette ai comuni svizzeri e alle loro aziende idriche di offrire un aiuto concreto ai paesi in via di sviluppo per accedere all’acqua potabile.

Solidarit’eau è un iniziativa comune della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), del gruppo interdisciplinare di esperti Aguasan e delle organizzazioni di aiuto svizzere.

Comuni svizzeri solidali

François Münger, responsabile della sezione «iniziative acqua» della DSC, spiega come funziona la piattaforma solidarit’eau: «le aziende idriche dei comuni svizzeri interessati possono destinare un centesimo per ogni metro cubo d’acqua erogata per finanziare un progetto d’approvvigionamento idrico in un paese del Sud».

Il comune può scegliere tra i diversi progetti elencati sul sito solidariteausuisse.ch. Acquistando un progetto già esistente, non vengono trasferiti direttamente fondi nei paesi in via di sviluppo, bensì si sfruttano in primo luogo le conoscenze del territorio nelle singole regioni d’intervento. Infatti, i progetti sono proposti da varie organizzazioni non governative che ne hanno studiato la fattibilità e la qualità e che sono già attive in loco. In seguito, il comune viene informato dalla rispettiva ONG sullo svolgimento e le tappe raggiunte.

«Ma c’è anche un altro approccio molto interessante: i partenariati tra settori pubblici», afferma Münger. In collaborazione con altri comuni della regione, la città di Losanna ha per esempio avviato un partenariato con la capitale della Mauritania Nouakchott. Oltre a sostenere finanziariamente diversi progetti, l’azienda idrica di Losanna «eauservice» fornisce sapere ed esperienza nella gestione dell’acqua e nella sensibilizzazione della popolazione.

«In questo caso ha luogo un vero e proprio scambio tra le due città. La solidarietà si traduce in sostegno e aiuto. I professionisti di Losanna condividono il loro sapere e sono confrontati con nuove sfide», aggiunge Münger.

Una piattaforma per l’acqua

La Svizzera, sul cui territorio si trova il 6% delle riserve d’acqua di tutta Europa, non solo dispone di importanti risorse idriche, ma anche delle tecnologie e delle conoscenze necessarie per le gestione dell’acqua.

La piattaforma solidarit’eau è un punto d’incontro tra i comuni svizzeri, la DSC, gli esperti di Aguasan e le ONG. «Si tratta di una piattaforma di professionisti dell’acqua per progetti professionali in ambito idrico», spiega Münger.

Raggruppando tutte le parti in causa, solidarit’eau permette la condivisione di conoscenze, delle migliori tecniche a livello pratico ed esperienze. Gli investimenti dei comuni sono un sostegno in più rispetto ai fondi pubblici erogati dalla DSC. «Tramite la piattaforma possiamo coinvolgere tutti gli organismi svizzeri attivi nel settore idrico e non solamente quelli pubblici come la DSC», ribadisce Münger.

Meno di 3 franchi all’anno

I comuni svizzeri decidono autonomamente se accordare il centesimo di solidarietà che per una famiglia di media grandezza rappresenta circa 2.50 franchi all’anno e non influisce sulla fattura del servizio idrico.

«Si tratta di un piccolissimo investimento che produce però dei risultati importanti», spiega Münger, che aggiunge: «In Mauritania, per esempio, Losanna e gli altri comuni contribuiscono con circa 150’000-200’000 franchi all’anno. Anche grazie a questo partenariato, Nouakchott ha potuto richiedere un fondo UE di svariati milioni».

Il centesimo di solidarietà è invece fondamentale per sensibilizzare la popolazione alle problematiche dell’acqua, «per i servizi idrici dei comuni si tratta di uno strumento importante per segnalare ai loro clienti che non tutti hanno accesso all’acqua potabile come in Svizzera», spiega Münger.

Non da ultimo, anche la motivazione per coloro che partecipano riveste un ruolo importante. «Qualsiasi tipo di azienda vive anche di nuovi stimoli e sfide. Per gli specialisti dell’azienda idrica di Losanna, il confronto con la situazione estrema di Nouakchott ha rappresentato una grande sfida per trovare le soluzioni adeguate», conclude Münger. L’investimento diventa così una possibilità per fare nuove esperienze e ampliare le proprie conoscenze.

Solidarit’eau suisse nasce nel 2007 da un’iniziativa comune della Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Aguasan e diverse ONG svizzere.

I comuni svizzeri possono finanziare progetti d’approvvigionamento d’acqua potabile nei paesi in via di sviluppo destinando un centesimo per ogni metro cubo d’acqua venduto.

Finora 60 comuni svizzeri partecipano all’iniziativa di solidarit’eau. Tra questi ci sono grandi centri come Losanna, Friburgo o Ginevra, e anche comuni più piccoli come Münsingen, Crans-Montana, Ascona o Gorduno.

Per una famiglia il contributo rappresenta meno di 3 franchi all’anno.

Più di 2,6 miliardi di persone non hanno regolarmente accesso all’acqua potabile o alle installazioni sanitarie di base.

Ogni essere umano necessita di 20-100 litri di acqua pulita al giorno per soddisfare i bisogni di base.

Nei paesi in via di sviluppo, la carenza d’acqua potabile e la mancanza d’igiene sono responsabili dell’80% delle malattie.

1,8 milioni di bambini muoiono ogni anno di dissenteria dovuta alla pessima qualità dell’acqua e alla mancanza d’igiene.

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