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Svizzeri e tedeschi imparano a convivere

Alexandra Meier giudica utili i corsi organizzati, e non solo dal profilo professionale swissinfo.ch

Spesso i germanici che lavorano nella Confederazione si stupiscono di essere percepiti come arroganti dagli indigeni, e se ne domandano il motivo. Per superare queste incomprensioni, un'azienda bernese ha organizzato un apposito corso. Reportage.

Non è una certamente una novità che la libera circolazione delle persone ha facilitato l’accesso di moltissimi tedeschi al mercato del lavoro svizzero. Si sa anche che la crescente presenza teutonica suscita alcuni malumori nella Svizzera germanofona, dove la folta colonia dei “cugini” è spesso percepita come fin troppo sicura di sé, al limite dell’arroganza.

Per migliorare la convivenza, una ditta svizzera – l’azienda elettrica di Berna (BKW) – ha quindi deciso di offrire agli oltre cento suoi dipendenti provenienti dalla Germania un corso di integrazione… aziendale. La proposta ha avuto molto successo, al punto tale che il corso è stato organizzato già quattro volte.

Questione di lingua

Molti partecipanti si sono detti assai stupiti di essere percepiti come arroganti. Secondo il responsabile del corso Christian Leschyk, germanico che vive nella Confederazione da 17 anni, tale impressione «è legata al fatto che i tedeschi sono molto diretti. Questo si riflette nella formulazione, nello stile e nella scelta delle parole».

Ecco perché alcune frasi perfettamente normali in Germania sono considerate scortesi in Svizzera. Ma c’è un altro aspetto che sovente mette a disagio gli elvetici, ovvero l’utilizzo del “buon tedesco” invece dello schwyzerdütsch. A questo proposito un partecipante al corso spiega di aver notato «che le persone mi parlano più spontaneamente quando utilizzo alcune espressioni dialettali della mia regione».

Un altro consiglio dato ai partecipanti è quello di non essere troppo secchi quando si tratta di esprimere rimproveri o critiche, e soprattutto di tenere presente che «in Svizzera la gente è abituata a poter esprimere la propria opinione. Pensare di imporre una soluzione unica qui non può funzionare», evidenzia Leschyk.

Evitare gli ordini

Nonostante le raccomandazioni, un partecipante che occupa una posizione di quadro fa presente che non è sempre facile scegliere la formulazione ideale: «Se un lavoro è stato eseguito male, è ben difficile spiegarlo in modo indiretto».

Christian Leschyk sottolinea a tal proposito che le riforme della lingua tedesca non hanno certo migliorato la situazione. Espressioni quali «potrebbe per piacere», oppure «posso chiederle di» sono infatti sempre meno usate in Germania, mentre in Svizzera risultano ancora importanti.

Il responsabile del corso aggiunge un ulteriore consiglio: il verbo “dovere” va utilizzato con parsimonia nella Confederazione, anche quando lo si impiega senza alcuna traccia di arroganza.

Esempio contrario

Sempre a proposito di questioni linguistiche, Leschyk suggerisce ai suoi connazionali di imparare e utilizzare alcune espressioni tipicamente locali di uso comune. Molti tedeschi hanno dal canto loro raccontato divertiti di aver dovuto ricorrere a Google per capire il significato di certi elvetismi quali Pendenz [pendenza] oppure Sistieren [sospendere] .

Un piccolo sforzo eseguito peraltro anche dal banchiere svizzero Josef Ackermann, alla testa della Deutsche Bank. Il manager ha infatti dovuto sostituire l’espressione svizzera Traktandenliste – che aveva fatto sorridere i suoi colleghi – con Tagesordunung, per indicare l’ordine del giorno.

Rivalità regionali

Un altro aspetto che stupisce molto i tedeschi è il forte orgoglio regionale presente nella Confederazione: molti partecipanti chiedono a Leschyk come gestire questa peculiarità in ambito professionale. Un partecipante racconta della sua «clientela vallesana», suscitando parecchie risate.

Il professore è però categorico: «Non si deve affatto sminuire questa caratteristica». Anzi: nell’ambito degli affari, è persino consigliato offrire un regalo tipico della regione, quando uno straniero riceve per la prima volta un invito da un collega svizzero. Senza dimenticare, conclude Leschyk, che anche tra noi tedeschi esistono rivalità regionali in patria.

La Germania è il più importante partner commerciale della Confederazione.

Un terzo di tutte le importazioni in Svizzera proviene dalla Germania, mentre la Confederazione è il terzo investitore straniero diretto in Germania, dopo l’Unione europea e gli Stati Uniti.

Inoltre la Germania è la meta di destinazione più frequente dei viaggiatori svizzeri e, inversamente, i tedeschi sono i turisti stranieri più numerosi in Svizzera.

Dal 2007 la Confederazione è il principale paese di destinazione degli emigranti tedeschi. In Svizzera vivono oltre 250mila tedeschi. In Germania risiedono circa 78mila cittadini elvetici.

Fonte: Dipartimento federale degli affari esteri

traduzione e adattamento: Andrea Clementi

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