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Svizzera tra preoccupazioni e ottimismo

Un palco del Jazz Festival di Montreaux.
C'è chi in Svizzera è vaccinato e partecipa a concerti e festival e chi invece non si vaccina e ora le autorità temono la variante Delta... Keystone / Valentin Flauraud

La situazione epidemiologica è molto buona in Svizzera, ma si osserva anche una forte progressione delle varianti del SARS-CoV-2. Lo hanno sottolineato gli esperti della Confederazione.

Ci sono cifre molto basse per nuove infezioni e positività nella popolazione, nonostante un lieve aumento negli ultimi giorni. In giugno il numero di nuovi contagi si è dimezzato, per arrivare fino al livello più basso dell’estate scorsa.

La situazione epidemiologica è dunque molto, molto buona, ha sottolineato Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp).

Varianti pericolose

La parte delle infezioni dovute alla cosiddetta variante Delta del SARS-CoV-2 cresce notevolmente anche in Svizzera e dobbiamo rimanere molto attenti, ha aggiunto Masserey. Questa variante ultimamente ha raddoppiato il numero di casi ogni settimana, e ora costituisce circa il 30% di tutti i contagi. Il diffondersi della Delta potrebbe spiegare il rapido aumento dei nuovi casi di infezione negli ultimi giorni.

Osservando quanto succede nel Regno Unito e in Israele, dove la variante Delta domina da qualche tempo, si nota che c’è un deciso aumento delle nuove infezioni ma non delle ospedalizzazioni. Ciò indica chiaramente l’importanza e l’efficacia di una quota elevata di popolazione vaccinata, ha sottolineato Virginie Masserey.

La risposta giusta sono i vaccini

I vaccini sono quindi la risposta adatta e quelli autorizzati in Svizzera sono molto efficaci, ha detto Martin Ackermann, presidente della Task Force scientifica della Confederazione. Attualmente il 52% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino, un tasso che fra gli adulti arriva al 63%. Ma solo al 38% di tutta la popolazione sono state somministrate due dosi. C’è poi il 20% degli ultra settantenni che non è immunizzato.

Per per i livelli di ospedalizzazioni e decessi è molto importante la quota di vaccinati fra gli ultra cinquantenni, ha ricordato Ackermann. Ma per contrastare il diffondersi del virus è prezioso qualsiasi aumento del tasso di vaccinazioni in qualsiasi fascia della popolazione. E per arrivare meglio preparati in autunno, il buon momento per farlo è adesso, poiché bisogna calcolare che occorrono sei settimane affinché l’immunizzazione sia completata. 

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