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Svizzera toccata da politica fiscale americana

La Svizzera è stato uno dei Paesi più colpiti dalla politica fiscale del presidente americano Donald Trump e dal rimpatrio degli utili delle società USA. KEYSTONE/AP/MANUEL BALCE CENETA sda-ats

(Keystone-ATS) La Svizzera è stato uno dei Paesi più colpiti dalla politica fiscale del presidente americano Donald Trump e dal rimpatrio degli utili delle società USA. Lo indica un rapporto odierno della Conferenza delle Nazioni Unite sul commercio e lo sviluppo (UNCTAD).

La Svizzera fa parte di quegli Stati che offrono condizioni vantaggiose per attrarre investimenti, ha dichiarato oggi davanti ai media a Ginevra il direttore della divisione degli investimenti, James Zhan. In Svizzera il flusso degli investimenti stranieri diretti (IDE) è stato negativo: di -141 miliardi di dollari (-140,3 miliardi di franchi), secondo le cifre pubblicate oggi.

Gli effetti della politica portata avanti da Trump si sono però fatti sentire soprattutto nei primi sei mesi del 2018. La situazione è in seguito migliorata. L’indicatore che anticipa i volumi di IDE per il 2019, ossia l’annuncio di progetti d’investimento del tutto nuovi, è salito del 23% nella Confederazione.

La politica di Trump ha avuto un impatto sul volume degli investimenti a livello planetario. L’IDE ha raggiunto solo i 1200 miliardi di dollari, in flessione di quasi il 20%, secondo le stime. I più toccati sono stati i Paesi sviluppati, con un calo del 40% a circa 450 miliardi.

In Europa tale diminuzione ha raggiunto il 73%: non si vedeva una situazione così da vent’anni. In contrazione del 18% anche gli Stati Uniti, anche se questo Paese è il maggior beneficiario degli IDE, davanti alla Cina, risultata in crescita.

Nonostante queste cifre, per Zhan la situazione non è così negativa. Il valore netto delle fusioni e acquisizioni internazionali è salito del 20% a 830 miliardi. Zhan prevede un miglioramento nel 2019, anche se 1000 miliardi di dollari potrebbero ancora essere rimpatriati dalle società statunitensi. Ma il rallentamento ravvisato verso la fine del 2018 lascia pensare che l’afflusso di investimenti verso i Paesi sviluppati dovrebbe ristabilirsi.

Dal canto suo, globalmente gli investimenti verso i paesi in via di sviluppo è aumentato del 3% a circa 700 miliardi. Questi Paesi costituiscono oramai il 58% dell’IDE mondiale.

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