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Votazioni federali del 13 febbraio 2022

La Svizzera approva il giro di vite sulla pubblicità del tabacco

Scatole firme
L'iniziativa ha ottenuto un grande sostegno fin dall'inizio della campagna. Keystone / Peter Schneider

Il popolo elvetico ha approvato l'iniziativa popolare 'Sì alla protezione dei fanciulli e degli adolescenti dalla pubblicità per il tabacco' con il 56,6% di voti a favore.

L’iniziativa popolare che chiede di inserire la promozione della salute delle persone giovani negli obiettivi sociali definiti nella Costituzione svizzera e di “vietare completamente la pubblicità per il tabacco dove fanciulli e adolescenti potrebbero vederla” è stata approvata dal popolo elvetico con il 56,6% dei voti a favore. Il testo ha ottenuto anche la maggioranza dei Cantoni, necessaria assieme alla maggioranza del popolo affinché un’iniziativa popolare abbia successo.

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La proposta, lanciata da numerose organizzazioni del settore sanitario, tra cui la Federazione dei medici svizzeri (FMH), la Lega svizzera contro il cancro, la Federazione svizzera delle associazioni giovanili e Dipendenze Svizzera è riuscita a diventare la venticinquesima iniziativa federale a superare lo scoglio delle urne nella storia elvetica. È stata sostenuta dal Partito socialista, dai Verdi, dai Verdi liberali e dal Partito evangelico.

Un’industria potente

La Svizzera è attualmente uno dei Paesi europei con le legislazioni più blande nell’ambito della lotta al tabagismo. È l’unica nazione a non aver ratificato la convenzione quadro dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sul controllo del tabacco. La Confederazione ha firmato il trattato nel 2004, ma non l’ha però applicato interamente visto che il Parlamento non ha voluto vietare la pubblicità del tabacco nella stampa e su internet. Chi si batte per la prevenzione chiede da tempo che le cose cambino, fino ad oggi senza successo.

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C’è chi ritiene che questo sia un segnale del potere che l’industria del tabacco detiene in Svizzera, Paese in cui hanno sede alcuni dei principali produttori di sigarette al mondo: Philip Morris (sede operativa a Losanna e centro di ricerca e sviluppo a Neuchâtel), Japan Tobacco International (sede a Ginevra) e British American Tobacco (impianto di produzione a Boncourt, nel Canton Giura).

Oltre a rivestire una grande importanza economica nei Cantoni nei quali è presente, l’industria del tabacco ha anche molta influenza nel Parlamento federale.

Più dettagli sull’influenza dell’industria del tabacco sulla politica svizzera in questo articolo:

Altri sviluppi

Buona parte dei partiti di destra e di centro e gli ambienti economici si sono battuti per il “no”, ritenendo che le restrizioni pubblicitarie previste vadano troppo lontano e aprano la strada a divieti per altri prodotti. Hanno sostenuto invece il controprogetto proposto da Governo e Parlamento. Quest’ultimo, che sarebbe entrato in vigore nel caso l’iniziativa fosse stata respinta, conteneva qualche novità ma non avrebbe soddisfatto le prescrizioni minime della Convenzione dell’OMS.

Avrebbe vietato la pubblicità per i prodotti su edifici e trasporti pubblici, sui campi sportivi e durante gli eventi sportivi. Avrebbe proibito poi i manifesti negli spazi pubblici e gli spot promozionali nei cinema. La promozione del tabacco sarebbe stata vietata nei libri di testo, nei giornali e nei siti web destinati alle persone giovani e nei luoghi frequentati soprattutto da questa fascia d’età. Con il controprogetto, la sponsorizzazione di eventi nazionali da parte delle aziende del tabacco sarebbe stata ancora permessa, con l’eccezione di manifestazioni siano rivolte a un pubblico d’età inferiore ai 18 anni.

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Nel corso dell’ultimo sondaggio SSR in vista delle votazioni, solo il 36% di chi ha risposto al sondaggio riteneva il controprogetto sufficiente per proteggere le fasce più giovani della popolazione dal tabagismo.

Iniziativa di successo

L’iniziativa ha riscosso successo fin dall’inizio della campagna di votazione. In occasione del primo sondaggio SSR, il testo raccoglieva il 73% dei consensi delle persone interpellate, una percentuale poi scesa al 63% nel secondo sondaggio.

Perdere consenso nel corso della campagna è una tendenza tipica delle iniziative popolari. In questo caso, non è stato sufficiente a far fallire la proposta. Con lo strumento dell’iniziativa popolare, gli ambienti che lottano per la prevenzione al tabagismo sono riusciti aggirare gli ostacoli politici incontrati sinora.   

 I campi del “sì” e del “no” all’iniziativa riflettono sul risultato elettorale:

 Non solo tabacco?

“Siamo estremamente contenti. Il popolo ha capito che la salute è più importante degli interessi economici”, ha dichiarato all’agenzia AFP Stefanie de Borba, della Lega svizzera contro il cancro dopo la pubblicazione dei risultati dello scrutinio. 

Comunicazione Svizzera, che rappresenta sette delle principali associazioni svizzere di comunicazione e marketing, si è dal canto suo detta delusa del risultato della votazione e ha invitato il Governo ad applicare il testo dell’iniziativa “con discernimento”, così come chiesto anche dall’Unione svizzera delle arti e mestieri (Usam), che si è battuta contro il divieto.

Il direttore di Dipendenze Svizzera Grégoire Vittoz ha parlato del risultato di oggi come di un “grande passo avanti nella lotta contro il tabagismo” e di “messaggio chiaro”. La consigliera nazionale Flavia Wasserfallen (Partito Socialista) ha invece fatto notare come il controprogetto indiretto confezionato in Parlamento fosse “debole” e avesse “troppe lacune”.

I Giovani Verdi hanno approfittato della vittoria per prendere la palla al balzo: la speranza del partito è che quello di oggi sia il primo passo verso un divieto generale di pubblicità per i beni di consumo. 

Per economiesuisse, invece,  è importante che quanto deciso dagli svizzeri non crei un precedente che spiani la strada a divieti simili per l’alcol, la carne o lo zucchero. Il consigliere nazionale Mike Egger (UDC, destra conservatrice) non ha esitato a tacciare la campagna rivale di aver “giocato sporco”.

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Attuazione “impossibile” prima di un anno

L’attuazione del testo deve avvenire il più rapidamente possibile, ha dichiarato il ministro della sanità Alain Berset, constatando che “il controprogetto non è stato considerato sufficiente” dall’elettorato. Ma un progetto di legge deve ancora essere sviluppato, messo in consultazione e discusso in Parlamento. La legge adottata alla fine del dibattito sarà sottoposta a un referendum facoltativo. Un’entrata in vigore entro un anno è impossibile.

Il disegno di legge sarà anche l’occasione per discutere la ratifica da parte della Svizzera della Convenzione dell’OMS per la lotta al tabagismo, ha sottolineato Berset.

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