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Il fenomeno Sebastian Kurz

foto di un uomo a mezzo busto.
Ben consigliato: nella sua scalata verso l'apice del potere, Sebastian Kunz ha imparato a destreggiarsi abilmente per non incorrere in gaffe imbarazzanti ed eludere domande spinose. Keystone

Duro con i profughi, vicino all'Europa e agli estremisti di destra, gentile con i suoi critici: il più giovane capo di governo in Europa si è mosso abilmente per raggiungere l'apice in Austria. Ora è in visita in Svizzera. Un ritratto tracciato dal giornalista austriaco Werner Bartl, che ha seguito attentamente l'ascesa di Sebastian Kurz.

L’ambasciatore americano a Berlino lo ha definito una “rock star” e nei talk show viene presentato come “ragazzo prodigio”. Altri inni di lode relativi al suo operato lo descrivono come un “eccezionale talento politico”.

Da quasi un anno Sebastian Kurz, 32 anni, è il cancelliere federale austriaco e il più giovane capo di governo europeo. L’Austria la scorsa estate ha assunto la presidenza dell’UE. Anche in questa veste Kurz non ha perso occasione di martellare il suo credo in materia di politica dei rifugiati: “L’Europa può funzionare solo con frontiere esterne come si deve”.

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Sebastian Kurz a Berna

Il presidente della Confederazione Alain Berset e il cancelliere federale austriaco Sebastian Kurz hanno avuto oggi un incontro ufficiale di lavoro a Berna. Al centro dei colloqui, oltre alle relazioni bilaterali tra Svizzera e Austria, vi sono stati anche temi riguardanti la politica europea, ha comunicato il Dipartimento federale dell’interno. Vienna detiene attualmente la presidenza di turno dell’UE.

In particolare, Berset e Kurz hanno discusso dei negoziati fra la Svizzera e l’Unione europea in vista di un accordo quadro istituzionale e della situazione attuale nell’ambito della Brexit. La Confederazione è favorevole alla proposta secondo cui gli accordi con l’UE, durante una fase di transizione, continueranno a essere applicati anche al Regno Unito, si precisa nella nota.

Berset e Kurz hanno sottolineato l’eccellente collaborazione fra i due Stati confinanti e i numerosi interessi comuni, non soltanto per quanto riguarda la cooperazione bilaterale, bensì anche a livello internazionale. La delegazione svizzera ha riconosciuto gli importanti contributi forniti dall’Austria nell’ambito della sua presidenza del Consiglio dell’UE per avvicinare maggiormente gli Stati dei Balcani occidentali all’Unione europea. La Svizzera e l’Austria hanno inoltre ribadito unanimemente il loro forte interesse alla stabilità e allo sviluppo economico di questa regione.

Per quanto riguarda le questioni globali, all’ordine del giorno vi erano i problemi legati alla migrazione. Altri temi al centro dell’incontro sono stati il futuro dell’accordo sul nucleare con l’Iran e le relazioni con la Russia.

Berset e Kurz hanno inoltre scambiato gli strumenti di ratifica relativi all’Accordo bilaterale in materia di polizia aerea che era stato firmato dai due Paesi nel settembre 2017 a Salisburgo. L’intesa disciplina la cooperazione in materia di sicurezza aerea transfrontaliera contro le minacce aeree non militari.

(Fonte: ats)

L’Austria non firmerà il Patto mondiale delle Nazioni Unite “per una migrazione sicura e regolamentata”, poiché secondo i partiti di governo non distingue abbastanza chiaramente immigrazione legale e illegale. Vienna segue così l’esempio degli Stati Uniti sotto la presidenza Trump e del capo del governo ungherese Viktor Orban. Voci preoccupate mettono in guardia contro una “Orbanizzazione” dell’Austria.

Ciò non erode affatto gli indici di popolarità di Kurz e del suo partito conservatore, l’ÖVP (Partito popolare austriaco). Secondo i sondaggi, se vi fossero nuove elezioni lo riconfermerebbero cancelliere.

Prima con toni forti, poi modesto

La sua folgorante ascesa e la marcia verso la Cancelleria sono iniziate quando l’allora vice cancelliere lo ha sorprendentemente nominato, sette anni fa, segretario di Stato per l’integrazione e l’asilo. Allora era un giovane politico di 24 anni. Poco tempo prima, Sebastian Kurz era stato attivo in campagne elettorali provocatorie, in qualità di presidente della sezione giovanile dell’ÖVP.

Come segretario di Stato ha agito con modestia e ha ribadito volentieri di “non esser nato con un cucchiaio d’argento in bocca”, di essere cresciuto in un tipico quartiere operaio viennese. Effettivamente, il figlio di una insegnante e di un ingegnere aveva frequentato le scuole pubbliche, dove quasi la metà degli allievi aveva un background migratorio. Dopo aver conseguito una maturità con lode, aveva iniziato a studiare giurisprudenza all’università di Vienna. Studi che finora non ha mai concluso.

Lingua tagliente, ben consigliato

Come segretario di Stato, inizialmente Kurz nei media si è ritrovato al centro delle critiche ed è anche stato deriso come “gag delle pubbliche relazioni fallita”. Durante le sessioni fotografiche, i ministri si allontanavano da lui per non apparire in una foto con lo “sbarbatello presuntuoso”. Con la sua retorica forbita e lo slogan “integrazione attraverso prestazioni”, ha tuttavia gradualmente conquistato il consenso della popolazione. Attorno a lui si è formata una piccola cerchia di confidenti e di consulenti.

Ha quindi opportunamente evitato nuove gaffe e rapidamente imparato a aggirare questioni spinose rispondendo con massime tipiche di un politico affermato. Nel 2014, ormai ministro degli esteri, Kurz ha giustificato la sua campagna di integrazione dicendo che “abbiamo troppo poca cultura dell’accoglienza”. Tuttavia, nel settembre 2015, quando il presidente federale, l’allora cancelliere e molti ministri hanno dato il benvenuto ai rifugiati di passaggio alla stazione ovest di Vienna, su consiglio del suo team, Kurz è rimasto lontano dalla scena e dalle telecamere.

Passo dopo passo Sebastian Kurz è stato preparato dai suoi consulenti per il suo ulteriore avanzamento, con apparizioni attentamente pianificate e messaggi memorabili. Kurz è visto come la mente principale della chiusura della rotta balcanica, nella primavera del 2016. “Abbiamo portato avanti la chiusura della rotta dei Balcani occidentali con estrema sensibilità”, ha sottolineato. Senza l’accordo della cancelliera tedesca Angela Merkel con la Turchia, comunque, i suoi colloqui con gli altri Paesi non avrebbero prodotto rapidi risultati. Come ospite dei colloqui di pace per la Siria, a Vienna, ha ampliato la sua rete di contatti a livello internazionale.

Partito su misura

Poi si è presentata l’occasione di avanzare. Dopo i litigi interni nel partito, nel maggio 2017, il presidente dell’ÖVP Reinhold Mitterlehner si è dimesso. In seguito egli ha definito la perdita di controllo riguardo alla massa di rifugiati come il più grande errore politico: “Il ministro degli esteri aveva la migliore strategia”.

Kurz ha accettato l’elezione a nuovo presidente dell’ÖVP, ma ha rifiutato la carica di vicecancelliere nel governo di coalizione rosso-nero e ha chiesto nuove elezioni. Per lui era ormai tutto o niente: dal suo partito ormai esausto ha preteso poteri di vasta portata.

Il Partito popolare austriaco ÖVP si è allora candidato alle elezioni come “Lista Sebastian Kurz – il nuovo Partito popolare”. Alle elezioni del Consiglio nazionale (Camera dei rappresentanti austriaca), nell’ottobre 2017, per la prima volta dal 2002, l’ÖVP è tornato ad essere il partito più votato, davanti ai socialisti (SPÖ) e al Partito della Libertà (FPÖ). Kurz è diventato cancelliere e ha formato il nuovo governo con la destra conservatrice dell’FPÖ.

Comunicazione professionalizzata

Nella campagna per le elezioni del Consiglio nazionale, Kurz e il suo team hanno ripetuto instancabilmente gli stessi messaggi fino a quando quasi tutti li hanno sentiti. Questo continua ad essere il suo stile di comunicazione. Mai prima d’ora ci sono stati così tanti portavoce e addetti alle pubbliche relazioni nei ministeri governativi e nelle segreterie di Stato. L’impatto esterno del governo deve essere guidato da professionisti delle pubbliche relazioni. Le dichiarazioni pubbliche dei ministri sono discusse in anticipo.

Soprattutto, Kurz e i suoi sono determinati ad evitare controversie pubbliche con i loro partner della coalizione. È noto che l’elettorato disincantato non apprezza tali litigi. Infatti, gli austriaci sono ora più soddisfatti di prima di “quelli nelle alte sfere”. Il sistema del “controllo del messaggio” funziona per Kurz, ma allarma molti giornalisti, che temono che la propaganda scalzi il dibattito.

Azioni insolite del Ministero dell’interno

I giornalisti sono stati critici, ad esempio, per quanto riguarda l’invio di un’e-mail dal Ministero dell’interno a varie stazioni di polizia, nel quale si chiedeva una maggiore comunicazione dei crimini sessuali commessi da stranieri e allo stesso tempo si raccomandava un blocco dell’informazione per i media critici nei confronti del governo. Kurz ha dovuto prendere posizione. “Qualsiasi restrizione alla libertà di stampa è inaccettabile”, ha dichiarato.

Il Ministero dell’interno ha inoltre ordinato perquisizione illegale contro l’Ufficio federale per la protezione della Costituzione e la lotta contro il terrorismo (BVT), durante la quale sono stati confiscati dati sensibili. Una commissione d’inchiesta si occupa dall’aprile 2018 dell’influenza politica esercitata nell’ambito di questa azione. L’Austria qualche settimana fa si è ritirata volontariamente dal “Berner Club” (servizi segreti nazionali di 28 paesi dell’UE, Norvegia e Svizzera) finché la questione non sarà risolta.

Scalpore internazionale

Il governo di Kurz ha suscitato scalpore anche a livello internazionale. Dopo il suo insediamento, Israele ha ridotto a livello di semplici funzionari tutti i contatti con i ministeri guidati dai ministri del partito conservatore nazionalista FPÖ. Israele ha motivato il boicottaggio con le radici antisemite del Partito della Libertà e con le attuali critiche da parte degli ebrei austriaci.

La ministra degli esteri austriaca Karin Kneissl ha invitato il presidente russo Vladimir Putin alle sue nozze in agosto. La sua danza con lui ha fatto scalpore. Anche il cancelliere Sebastian Kurz ha partecipato al matrimonio, ma è rimasto in disparte. Poi ha accompagnato Putin con la sua limousine all’aeroporto.

Alleanza con i populisti di destra

Il fatto che il leader dell’FPÖ Heinz-Christian Strache a Mosca abbia firmato un “Accordo di cooperazione e collaborazione” con il partito di governo “Russia Unita” fino al 2021 – così come l’atteggiamento poco chiaro di alcuni politici dell’FPÖ nei confronti dell’annessione della Crimea – sta causando dissapori nell’UE.

Ma per quanto stridulo e populista possa essere il suo partner di coalizione, Sebastian Kurz ha bisogno dell’FPÖ e deve perciò cercare di smussare gli angoli. Una sorta di “cessate il fuoco” è stato negoziato tra l’ÖVP di Kurz e l’FPÖ per la campagna elettorale europea del 2019. La posizione critica dell’FPÖ nei confronti dell’UE contraddice il “convinto” europeista Kurz. Questi un anno fa non ha quindi effettuato il suo primo viaggio all’estero da cancelliere federale in Svizzera – come è tradizione – bensì a Bruxelles.

Alain Berset, nel gennaio 2018, si è comunque recato a Vienna per il suo primo viaggio in qualità di presidente della Confederazione. Con il cancelliere austriaco ha discusso della politica europea e dell’asilo.

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(Traduzione dal tedesco: Sonia Fenazzi)

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