Prospettive svizzere in 10 lingue

Svizzera: da quadrilingue a plurilingue

Le lingue non si imparano solamente a scuola. Ex-press

Il panorama linguistico elvetico cambia costantemente, il plurilinguismo è un vantaggio e serve anche a unire le diverse regioni. È quanto emerge dal rapporto finale del Fondo nazionale svizzero (FNS) sulle competenze linguistiche in Svizzera dal titolo «Do You Speak Swiss?».

Lo studio è frutto di cinque anni di ricerca e ingloba il lavoro di oltre 200 collaboratori. Il titolo è volutamente in inglese e intende riflettere la complessa situazione linguistica svizzera. Le lingue nazionali protette dalla Costituzione sono quattro: tedesco, francese, italiano e romancio, ma negli ultimi anni la varietà di lingue parlate nella Confederazione è sensibilmente aumentata grazie ai flussi migratori.

I ricercatori del FNS hanno lavorato a 26 progetti diversi comprendenti diverse aree linguistiche. I progetti riguardano il sistema giuridico e politico, le competenze linguistiche degli abitanti e la promozione del plurilinguismo nelle scuole.

Un paese in cui si parla più lingue non è di per sé niente di speciale, ma il rapporto sottolinea comunque che la Svizzera è una realtà a parte. «In Svizzera, la grande particolarità è il riconoscimento equo accordato alle diverse lingue, anche se il numero delle persone che le parla è sensibilmente diverso».

«Questa è una situazione particolare che riflette l’importanza del multilinguismo e delle minoranze per l’immagine che la Svizzera ha di sé e per la sua cultura».

Il paese è «flessibile e pragmatico» nel suo approccio. Ma i tempi stanno cambiando: i flussi migratori e la crescente globalizzazione comportano nuove sfide. Ci sono più residenti svizzeri che parlano spagnolo, portoghese, inglese, turco e diverse lingue dei Balcani che romancio.

Identità multilingue

«Il plurilinguismo rappresenta più una risorsa che un problema», afferma Sandro Cattacin dell’Università di Ginevra che ha svolto diverse ricerche su gruppi linguistici i cui membri provengono da diverse regioni svizzere: la nazionale di calcio under 18, l’esercito e l’amministrazione federale. Uno dei punti positivi è l’utilizzo di diverse lingue per creare un’identità di gruppo.

«Gli istruttori dell’esercito usano varie lingue per rendere partecipi le diverse regioni linguistiche. Per esempio, prima spiegano qualcosa in tedesco, poi aggiungono la stessa informazione riassunta in francese – perché anche i francofoni devono capire – e alla fine usano un’espressione in italiano per tutto il gruppo come ‘Forza ragazzi!’. Così tutti si identificano anche con l’italiano che è una lingua altamente motivante».

«L’identità si crea tramite la differenza, non tramite un comportamento uguale per tutti».

Come imparare le lingue

Gli svizzeri sono noti per essere bravi nelle lingue. Infatti, stando allo studio, ogni persona si esprime in media in due lingue straniere. Walter Haas dell’Università di Friborgo, presidente del gruppo direttivo del programma, ha spiegato però che non esiste una predisposizione naturale per l’apprendimento linguistico.

«Chiunque può imparare una lingua. Gli svizzeri le imparano perché devono», ha aggiunto Haas.

Anche coloro che hanno passato gli anni scolastici piegati sui libri di grammatica senza essere capaci di produrre una sola frase completa hanno delle reali possibilità. Il rapporto sottolinea infatti un importante cambiamento nei metodi d’insegnamento.

«Abbiamo scoperto che le persone sono in grado di comunicare tra di loro anche senza parlare perfettamente», dice Haas, «ovviamente, le scuole svolgono un ruolo importante per insegnare agli allievi come parlare correttamente, ma si tratta di trovare la giusta misura».

Un progetto sviluppato da Bruno Moretti dell’Università di Berna mette i fatti nero su bianco: l’italiano ha perso colpi e l’inglese sta diventando sempre più popolare e importante.

L’italiano in un baleno

L’idea di fondo del programma «Italiano Subito» è semplice: meglio tanti svizzeri con delle basi linguistiche che pochi con ottime competenze.

Il programma intensivo per bambini di 12-13 anni sviluppato da Bruno Moretti permette di comunicare in italiano in una sola settimana. Non importa se i bambini faranno degli errori; saranno in grado di esprimersi nelle situazioni basiche.

Il livello sarà praticamente lo stesso di quello degli allievi di scuola elementare dopo 18 mesi di corsi d’inglese.

Durante i progetti pilota è emerso che se non si insiste sulla correttezza, anche gli studenti più deboli sono in grado di comunicare in italiano alla fine del programma. Moretti sottolinea che il solo fatto di essere in grado di dire qualcosa di significativo dopo una settimana rappresenta una motivazione in sé.

Questi corsi sono stati sviluppati per rispondere alla perdita d’importanza dell’italiano in Svizzera. Potrebbero però essere utilizzati anche per altre lingue. Al momento si stanno studiando metodi per adattare il programma anche al romancio, la quarta lingua elvetica anch’essa in pericolo.

Le ricerche continuano

Non tutti però, anche tra gli svizzeri, vogliono per forza imparare un’altra lingua.

«Se la gente non vuole imparare, che non impari», afferma Cattacin. «È completamente stupido avere delle politiche che sostengono la necessità di conoscere questa o quest’altra lingua. Quello che bisogna fare in Svizzera è riunire le persone attorno a dei progetti e dar loro la possibilità di imparare assieme facendo qualcosa assieme».

I numerosi progetti di ricerca possono contribuire a fornire una base sulla quale sviluppare nuove politiche; tuttavia nessuno pretende di essere giunto a conclusioni definitive.

«I bisogni linguistici e ideologici della società cambiano costantemente e con loro il linguaggio stesso», spiega Haas nella presentazione del rapporto finale.

«Studiare la lingua e le relazioni linguistiche è un progetto a lungo termine e i risultati non possono essere che provvisori».

Sotto il nome «Diversità delle lingue e competenze linguistiche nelle scuole svizzere – PNR 56» sono raggruppati 26 progetti diversi del Fondo nazionale svizzero.

Il PNR 56 è stato lanciato nel 2005 su richiesta del Consiglio federale. Oltre 200 ricercatori vi partecipano e il rapporto finale è stato presentato il 25 novembre 2010.

Dati del censimento federale del 2000:

Lingue nazionali
tedesco 63,7%
francese 20,4%
italiano 6,5%
romancio 0,5%

Lingue non nazionali:
serbo-croato 1,4%
albanese 1,3%
portoghese 1,2%
spagnolo 1,1%
inglese 1,0%
turco 0,6%
tamil 0,3%
arabo 0,2%

La Svizzera ha quattro lingue nazionali: tedesco, francese, italiano e romancio. Le prime tre sono anche lingue ufficiali della Confederazione, mentre il romancio lo è solo nei rapporti con le persone di lingua romancia.

La legge federale sulle lingue nazionali e la comprensione tra le comunità linguistiche (LLing) è entrata in vigore il 1° gennaio 2010. È stata approvata nel 2007 contro la volontà del governo e dei partiti di destra, per i quali le lingue dovrebbero essere di esclusiva competenza dei cantoni. L’ordinanza d’applicazione è in fase di preparazione.

L’uso delle lingue ufficiali della Confederazione è regolamentato nella sezione 2. L’articolo 9 sancisce che «i membri del Consiglio federale, il cancelliere della Confederazione e gli impiegati dell’Amministrazione federale «lavorano a scelta in tedesco, francese o italiano».

(traduzione e adattamento, Daniele Mariani e Michela Montalbetti)

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