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Svelate le cause della morte dell’uomo venuto dal ghiaccio

Ötzi, l'uomo del neolitico scoperto nel 1991, è morto a causa di una ferita ad un'arteria della spalla provocata da una freccia. Lo ha scoperto un gruppo di ricercatori italo-svizzeri.

L’Istituto di anatomia umana dell’Università di Zurigo ha contribuito a questa ricerca, pubblicata nel Journal of Archaeological Science e presto anche nel National Geographic.

Finora gli scienziati erano riusciti a stabilire tra l’altro che Ötzi, noto anche come la mummia del Similaun, era probabilmente un pastore transumante di una quarantina d’anni, ricoperto di numerosi tatuaggi e morto nel tardo neolitico, probabilmente attorno al 3’300 a.C..

Che il suo decesso fosse avvenuto in modo violento era più di un sospetto: nel suo torace era infatti stata rinvenuta la punta di una freccia in selce.

Adesso è però giunta anche la conferma scientifica. Un gruppo di ricercatori italo-svizzeri, con la collaborazione del professor Frank Rüthli dell’Istituto di anatomia umana dell’Università di Zurigo e di esperti dell’ospedale di Bolzano, è infatti riuscito a determinare le cause esatte della morte della mummia glaciale più famosa del mondo. Ötzi è deceduto a causa di una ferita ad un’arteria della spalla provocata appunto dalla freccia.

Un’istantanea della vita di 5’000 anni fa

Lo studio è attualmente pubblicato online sul Journal of Acheological Science e sarà presentato anche nell’edizione di luglio del National Geographic.

“È meraviglioso poter studiare un corpo così vecchio ma in così buone condizioni. Simili mummie sono estremamente rare. Il fatto che sia morto all’improvviso e che non sia stato seppellito secondo un cerimoniale preciso, fornisce pure un’istantanea della vita quotidiana. Gli indumenti e alcuni oggetti personali ci hanno dato informazioni preziose su come era la vita 5’000 anni fa”, spiega a swissinfo Frank Rüthli.

Secondo i ricercatori, vista la ferita si può presumere che l’uomo venuto dal ghiaccio sia morto rapidamente.

Una prima nel suo genere

“La prova di una ferita vascolare di questo tipo in un corpo di questa epoca è unica nel suo genere”, dichiara il professor Rüthli.

Per identificare la lesione, gli scienziati hanno utilizzato una TAC (tomografia assiale computerizzata) multistrato.

Questa tecnica “ha permesso di determinare la causa della morte senza dover ricorrere a un’autopsia, che avrebbe sicuramente danneggiato la mummia in maniera irreparabile”, si legge nel comunicato dell’Università di Zurigo.

I ricercatori stanno attualmente effettuando anche analisi più approfondite sulla situazione del ritrovamento.

swissinfo

Ötzi è stato scoperto per caso nel 1991 da due escursionisti sul ghiacciaio di Similaun, al confine fra l’Italia e la valle del Tirolo austriaco Oetztal.

Morto probabilmente all’età di 46 anni, era alto 1,60 metri e pesava 40 chili.

Le ricerche hanno permesso di dimostrare che il suo ultimo pasto era composto da cereali, carne di cervo e di stambecco. Si sa pure che soffriva di artrite e aveva dei parassiti intestinali.
Prima di essere ucciso era probabilmente riuscito a eliminare due dei suoi avversari.

La ricerca sulle mummie è ormai una scienza interdisciplinare che si avvale di collaborazioni mondiali che permettono di accumulare importanti informazioni sulle evoluzioni delle culture e delle malattie.

Da una decina d’anni, l’Università di Zurigo si occupa in modo specifico dello studio delle mummie attraverso il progetto “Swiss Mummy Project”. L’obiettivo è di analizzare la vita, le cause della morte, i cambiamenti post-mortem (come la mummificazione) di mummie d’interesse storico.

Per raggiungere questi obiettivi, i ricercatori utilizzano metodi non invasivi , come la tomografia.

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