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Sussistono le divergenze dopo la riunione dell’OMC

Joseph Deiss svela che la Svizzera era pronta ad agire ma che altri Stati si sono invece dimostrati irremovibili (OMC) WTO

Il ministro elvetico dell'economia, Joseph Deiss, ha definito «frustrante» la mancanza di progressi nei colloqui di Ginevra dell'Organizzazione mondiale del commercio.

Dopo due giorni di negoziati, i ministri non sono riusciti ad appianare le divergenze che li separano riguardo il dossier agricolo. Slitta così la possibilità di un accordo globale in tempi rapidi.

La riunione ministeriale dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) sulla liberalizzazione degli scambi si è conclusa sabato a Ginevra con un nulla di fatto. I ministri hanno perciò deciso di fissare un altro cruciale incontro alla fine del mese di luglio e di tentare entro quella data di giungere a un compromesso.

«Se non ci sarà una svolta nelle due prossime settimane si rischia il fallimento», ha affermato il commissario europeo al commercio, Peter Mandelson.

Cercare il compromesso

Il consigliere federale Joseph Deiss ha espresso rincrescimento per questa assenza di progressi: «Mi sento personalmente frustrato. Ci eravamo preparati a compiere dei passi avanti, ma il mancato riavvicinamento tra le grandi potenze ci ha impedito di raggiungere l’obiettivo».

Secondo lui, per uscire dal vicolo cieco in cui si trovano i negoziati, occorre che Stati Uniti, Unione europea (UE) e G20 avvicinino le loro posizioni.

L’UE ha dato segni di flessibilità sull’accesso al mercato, ma gli Stati Uniti sono stati irremovibili. Nemmeno il G20 – gruppo guidato dal Brasile e dall’India – ha dato prova di essere disposto a fare delle concessioni, ha sottolineato Deiss al termine di due intensi giorni di colloqui.

Dal canto suo il G10 – gruppo di paesi importatori di prodotti agricoli presieduto dalla Svizzera – si dice invece pronto ad allinearsi alla posizione dell’UE per quanto concerne l’accesso al mercato.

Voglia di andare avanti

Pur non avendo contribuito a fare avanzare le trattative, nemmeno gli stessi Stati Uniti vogliono dichiarare fallito il ciclo di discussioni: «Siamo manifestamente in una impasse, ma questo non significa che il round sia morto. Nessuno vuole abbandonare», ha detto in conferenza stampa la rappresentante statunitense al commercio Susan Schwab.

Anche il ministro brasiliano degli affari esteri, Celso Amorim, lascia intravedere una luce di speranza: «La firma di un accordo non è lontana se l’UE farà ulteriori passi avanti e se gli USA si mostreranno maggiormente flessibili e utilizzeranno i mezzi di cui dispongono per ridurre gli aiuti agli agricoltori», ha affermato.

Spetterà ora al direttore generale dell’OMC, Pascal Lamy, fare avanzare i negoziati. I paesi membri dell’organizzazione gli hanno infatti affidato l’incarico di intensificare le consultazioni per facilitare un’intesa sui tagli ai sussidi e dazi sulle importazioni agricole e industriali, settori chiave delle arenate trattative del ciclo negoziale dell’OMC («Round di Doha»).

«Spero che quando ci ritroveremo a fine luglio riusciremo, anche grazie all’operato di Lamy, a concretizzare finalmente gli accordi», ha aggiunto Deiss, che lascerà il governo elvetico proprio alla fine del mese.

Accordo di libero scambio

Sabato, a Ginevra, Joseph Deiss ha approfittato della presenza del ministro del commercio e dell’industria sudafricano Mandasi Bongani Mabuto Mpahlwa per firmare un accordo di libero scambio tra AELS (Associazione europea di libero scambio) e SACU, che raggruppa i Paesi dell’Unione doganale dell’Africa australe (Botswana, Lesotho, Namibia, Sudafrica e Swaziland).

L’intesa mira a liberalizzare il commercio di pesce, prodotti industriali e prodotti agricoli trasformati.

Prevede altresì clausole evolutive in settori quali la proprietà intellettuale, il commercio dei servizi e gli investimenti pubblici. Con Lulu Xingwana, ministra sudafricana dell’agricoltura e degli affari territoriali, Deiss ha inoltre firmato un accordo bilaterale in campo agricolo, indica un comunicato del Dipartimento federale dell’economia.

swissinfo e agenzie

I 149 membri dell’Organizzazione mondiale del commercio (OMC) stanno negoziando una maggiore liberalizzazione degli scambi commerciali nel quadro del «ciclo di Doha», lanciato nel 2001.

Le trattative, che dovrebbero portare alla firma di un accordo nella prima metà del 2007, sono state finora ostacolate soprattutto dalle divergenze relative al dossier agricolo.

Nel dicembre scorso, ad Hong Kong, i ministri dei paesi membri dell’OMC avevano concordato la soppressione dal 2013 delle sovvenzioni accordate alle esportazioni di prodotti agricoli.

I paesi più sviluppati si erano impegnati inoltre a esentare da dazi e contingenti il 97% delle importazioni di prodotti provenienti dai paesi meno avanzati economicamente.

La Svizzera assume una posizione difensiva sul dossier agricolo, spingendo invece per una liberalizzazione dei servizi e per una diminuzione dei dazi doganali per i prodotti industriali.

I contadini svizzeri si battono contro una liberalizzazione troppo rapida del settore agricolo, considerata un’ulteriore minaccia alla sopravvivenza delle loro aziende.
Negli ultimi 15 anni, 30’000 aziende agricole hanno cessato la loro attività.
Oggi, 120’000 persone lavorano nell’agricoltura, mentre negli anni ’60 vi erano ancora 420’000 contadini.
Secondo uno studio dell’OCSE, pubblicato mercoledì scorso, i contadini svizzeri ricevono le sovvenzioni statali più elevate di tutti i paesi membri dell’OMC.

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