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In Ticino i giovani cineasti non sono un miraggio

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Sono terminate nei giorni scorsi le riprese di Sinestesia, debutto dietro la cinepresa del regista ticinese Erik Bernasconi. Reportage dal luogo dell'epilogo, sul set cinematografico in Valle di Blenio. E scoprire i nuovi talenti ticinesi.

Lunedì 13 luglio. Cielo terso attraversato dalla rincorsa di nuvole bianche. Prati falciati, profili montuosi ben disegnati. Da lontano alcune voci, parole brevi, ripetute ritmicamente. Le seguiamo. Poco dopo diventano figurine in lontananza e poi operatori cinematografici.

Ci avviciniamo, entriamo nel vivo dell’epilogo, tra la diga del Luzzone e il paesino di Ghirone. Un gruppo di boscaioli sta caricando un camion di tronchi. Uno di essi sfugge al loro controllo e rotola, ribelle e tempestoso, lungo il pendio. Non danneggerà nessuno, credono i boscaioli. Tutto però inizia da un tronco che scivola chissà come giù dal pendio della montagna. Prologo di uno o più destini raccontati in Sinestesia.

La forza di un progetto: i giovani

Con la sua maglietta arancione, il giovane regista Erik Bernasconi segue attentamente ogni mossa, ogni gesto. Attorno a lui una squadra di operatori indaffarati, attenti, scrupolosi ma con un tocco di leggerezza, da far sembrare tutto apparentemente più facile. “Ho una squadra meravigliosa – dice a swissinfo Erik Bernasconi durante la pausa pranzo – che mi mette nelle condizioni di svolgere il mio lavoro in piena tranquillità. Nessuna apprensione, quindi, anche se siamo sempre tutti sul chi vive”.

Assistente del regista ticinese di origine ungherese Mihàly Györik – che al Festival internazionale del film di Locarno presenterà in Piazza Grande il suo lungometraggio La valle delle ombre (interamente girato in Valle Maggia) –, Erik Bernasconi è felice: “Per ora sta andando tutto benissimo”.

Giovane è anche Amel Soudani, titolare insieme ad altre due colleghe (tra cui Michela Pini, direttrice della produzione di Sinestesia) di Cineddoké, una società di servizi per produzioni cinematografiche, televisive e pubblicitarie. Figlia d’arte, ovvero del regista Mohammed Soudani, sprizza indipendenza e determinazione da tutti i pori. “Siamo una società giovane, composta da giovani che crede nei giovani. Il nostro ruolo – spiega a swissinfo – è di promuovere il cinema giovane ticinese, scovando e creando contatti, sfruttando le reti esistenti”.

Un ruolo importante, quello di Cinedokké, che ha una funzione di cerniera, di collegamento tra le sponde della creatività e della progettualità, tra il possibile e il reale. “In Ticino ci sono molti talenti, molte potenzialità e risorse. Consentire l’incontro di tutte queste componenti nell’ottica di una produzione cinematografica – aggiunge – è uno dei nostri compiti. Noi ci crediamo”.

L’occhio attento di chi vede lontano

“Quando ho deciso di sottoporre il mio progetto a Villi Hermann, mi ha risposto che lui produce soltanto i suoi film, ma di mandare lo stesso quello che avevo in mano. Mi richiama poco dopo – ricorda Erik Bernasconi – e mi dice: si va bene, questo è cinema. Non potevo crederci, ero felicissimo”. Villi Hermann, navigato regista ticinese ben noto in tutta la Svizzera e titolare della “Imagofilm”, da qualche anno si consacra infatti anche alle nuove generazioni.

“Ho sempre prodotto i miei film perché ho sempre voluto avere il controllo su ogni aspetto e fase della produzione. Tre anni fa – spiega Hermann – mi sono detto che sarebbe stato peccato non mettere a disposizione di giovani talenti ticinesi, le mie conoscenze, competenze e contatti. Così ho deciso di indossare i panni del produttore padrino. Ma ad alcune condizioni: girare con pochi mezzi e usare la pellicola, che nell’era del digitale sta diventando una rarità. La pellicola richiede una grande disciplina, è vero, ma conferisce a tutto il lavoro una grande coerenza”.

“In Ticino – continua Hermann – ci sono talenti emergenti molto interessanti. A cominciare da Erik Bernasconi. Quando ho letto la sceneggiatura, ho immediatamente riconosciuto le sue enormi potenzialità e il suo talento. Non mi ha tanto colpito la storia, ma la maniera di raccontarla, scevra da strutture lineari e classiche. Mi è stato dunque facile dire di sì”. Sì, del resto, era stata anche la risposta dell’attore italiano Alessio Boni, protagonista del celebre lungometraggio italiano La meglio gioventù.

Tre le promesse della settima arte citate da Villi Hermann Alberto Meroni (di cui ha prodotto alcuni corti) Niccolò Castelli, Pietro Zürcher, che per il film Sinestesia cura la fotografia. Tutti giovani di talento, con una grande voglia di imparare e con l’indispensabile di sete di sapere, conoscere, scoprire.

Polo del cinema in Ticino, solo un film?

Intanto gli anni passano e in Ticino si continua ad accarezzare l’idea di trasformare il Pardo in un evento permanente, nel senso di creare davvero un polo cinema: Festival del film di Locarno, formazione, laboratori sperimentali, produzioni. Nulla però si muove. Ma questo sogno potrebbe davvero realizzarsi? Sorride, Villi Hermann, intanto perché ritiene che il cinema ticinese non sia sufficientemente sostenuto.

“Verso il nostro tipo di cinema – precisa il regista ticinese – c’è poca sensibilità. A dominare il cinema svizzero è Zurigo. I romandi rivendicano la loro parte e poi ci si dimentica, e molto velocemente, del Ticino. Fondazioni private e innumerevoli commissioni che dovrebbero occuparsi di promuovere il cinema, mostrano scarsa sensibilità verso la produzione cinematografica della Svizzera italiana. Secondo me è una grave mancanza e non si può semplicemente chiudere gli occhi. In Ticino inoltre non esiste una Film Commission, che noi rivendichiamo da anni”.

Eppure la realizzazione di un polo cinematografico, con una Film Commission, figura nelle linee direttive della Nuova politica regionale del Ticino. “Le premesse per realizzare un polo – spiega a swissinfo il direttore del Festival del film di Locarno Frédéric Maire – ci sono. Se io vado a Londra o Parigi e racconto che in un cantone di 300 mila abitanti ci sono quattro diverse filiere di formazioni cinematografiche e che nessuna, tranne al Festival, collabora completamente con le altre, la reazione è di stupore”. C’è insomma qualcosa che non va.

“Il Festival collabora con tutte, con l’Accademia di architettura, il Conservatorio internazionale di Scienze audiovisive (CISA), l’Università della Svizzera italiana e la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Il potenziale – conferma Maire – è innegabile e credo che oggi mettere insieme tutto quanto sia una necessità”.

Sinestesia, il film del giovane regista ticinese Erick Bernasconi, è una co-produzione Imagofilm ed RSI Televisione Svizzera italiana. Si tratta di un progetto che ha preso vita nell’estate del 2007 grazie ad una borsa di studio del DECS, e sul quale Erik Bernasconi ha lavorato insieme a Villi Hermann, produttore e regista titolare della Imagofilm di Lugano.

Il film, che uscirà nelle sale nella primavera 2010, segue le vicissitudini di quattro giovani adulti in due momenti della loro vita, a ridosso di due episodi drammatici separati l’uno dall’altro da tre anni.

Nel programma d’attuazione della politica regionale 2008-2011 tra il Cantone Ticino e la Confederazione, la voce cinema occupa un posto di rilievo.

L’obiettivo è di realizzare una piattaforma in grado di offrire ai produttori servizi tecnici e di accoglienza di qualità che stimolino le case di produzione di prodotti audiovisivi a scegliere il Ticino quale scenario per realizzare produzioni cinematografiche.

La filiera del cinema (Film Commission Ticino) intende mettere in rete iniziative che ruotano attorno al tema “Film e produzioni cinematografiche”, dal settore della formazione (Conservatorio internazionale di Scienze audiovisive, Scuola universitaria professionale e Università della Svizzera italianaI) a quello della produzione (Polivideo, RSI).

“Premio Cinema Ticino”, così si chiama il nuovo premio istituito dal Consiglio di Stato ticinese per premiare una figura professionale ticinese o domiciliata in Ticino da almeno 5 anni che si sia distinta in modo particolare nell’ambito cinematografico.

Quindi attori, registi, produttori, sceneggiatori e tecnici specializzati verranno presi in considerazione per l’assegnazione di questo premio. Si tratta di premiare delle personalità già ampiamente affermate nella professione.

Dotato di 30 mila franchi, il premio è biennale e la gestione è affidata alla Direzione del Festival internazionale del film di Locarno.

Sarà assegnato per la prima volta in occasione della prossima edizione del Festival internazionale del film di Locarno, in programma dal 5 al 15 agosto.

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