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Criminalità, più mezzi agli inquirenti per sfruttare i dati del DNA

mozzicone di sigaretta tagliato con un coltello
Anche in un mozzicone di sigaretta si possono rinvenire tracce di DNA. Keystone / Gaetan Bally

In caso di delitti gravi, gli investigatori dovrebbero poter dedurre dall'esame del DNA non solo il sesso, come ora, di un presunto criminale, ma anche il colore degli occhi o della pelle, l'età e l'origine. È quanto prevede una modifica di legge presentata mercoledì dal Governo svizzero.

Il progetto è ancora agli inizi. Prima dovrà passare dalla cosiddetta procedura di consultazioneCollegamento esterno, che si concluderà il 30 novembre prossimo. Poi essere discusso dal Parlamento.

Se la procedura andrà a buon fine, le autorità giudiziarie penali avranno a disposizione una nuova tecnica analitica, utilizzabile per delitti gravi.

Attualmente, secondo la leggeCollegamento esterno “l’analisi del DNA non può essere utilizzata per accertare né lo stato di salute, né altre caratteristiche individuali della persona implicata, ad eccezione del sesso”.

Le autorità giudiziarie penali dovrebbero ottenere maggiori informazioni da una traccia di DNA attraverso la fenotipizzazioneCollegamento esterno. Ad esempio il colore degli occhi, dei capelli e della pella, l’età e l’origine.

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Questa modifica di legge rappresenta la risposta del Governo a una mozione presentata in Consiglio nazionale in seguito a un caso di stupro irrisolto che ha coinvolto una giovane donna nel cantone Lucerna.

Dall’entrata in vigore della Legge sull’utilizzo di profili del DNA, “la scienza ha fatto notevoli progressi”, ha sottolineato la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter, presentando mercoledì il progetto. Le autorità giudiziarie dovrebbero potere avvalersi di questi progressi. La fenotipizzazione, ha ricordato la consigliera federale, è già ampiamente utilizzata nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti. Altri paesi, come la Germania e la Francia, stanno per compiere il passo.

Focalizzare meglio il lavoro investigativo

Le informazioni ottenute mediante queste analisi possono infatti fornire indizi preziosi alla polizia e consentirle, assieme a testimonianze o analisi di dati digitali, di affinare il profilo della persona ricercata.

In questo modo la polizia può focalizzare meglio il proprio lavoro investigativo, restringendo la cerchia di potenziali autori di reati ed escludendo al contempo persone innocenti.

L’uso della fenotipizzazione, che potrà essere richiesta dal pubblico ministero, non sarà però generalizzato: tale tecnica sarà applicata unicamente in caso di crimini, ossia per reati puniti con una pena detentiva di almeno tre anni come lo stupro, l’omicidio, la rapina grave. Non si potrà fare ricorso a tale tecnica per far luce su delitti quali danneggiamenti.

Nessuna registrazione

Il risultato scaturito da questa analisi potrà essere utilizzato soltanto per le indagini relative a uno specifico caso attuale: nessuna registrazione quindi nella banca dati sul DNA. Delle limitazioni che – secondo Karin Keller-Sutter – permettono di evitare abusi.

Il progetto di legge prevede anche la possibilità di effettuare una cosiddetta ricerca allargata nella banca dati sul DNA in merito a legami di parentela. Se dalla ricerca ordinaria eseguita in base a una traccia rinvenuta sul luogo del reato non risulta alcuna corrispondenza esatta, può essere lanciata una seconda ricerca allargata.

Essa permette di accertare se nella banca dati figurano profili simili a quello relativo alla traccia, ovvero se nella banca dati sono registrati parenti stretti della persona che ha lasciato il proprio genoma sul luogo di un crimine. Il risultato di questa ricerca allargata può fornire nuovi spunti per le indagini di polizia.

 

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