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Strage all’aeroporto di Kabul affollato di profughi e militari USA

Vittime allo scalo di Kabul.
Precipita la situazione a Kabul, kamikaze in azione all'aeroporto. Keystone

È di oltre 40 morti e 120 feriti il bilancio provvisorio del duplice attacco kamikaze all'aeroporto di Kabul dove migliaia di profughi cercano disperatamente un volo per lasciare il paese. Tra le vittime figurano anche almeno dieci militari statunitensi e numerosi bambini.

Si sono quindi materializzati gli spettri evocati dalle fonti di intelligence occidentali, che nelle scorse ore avevano lanciato l’allarme di imminenti attentati, che si sono concentrati nell’area dell'”Abbey Gate” sotto il controllo dei soldati americani e britannici.

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La prima esplosione è avvenuta all’esterno del Baron Hotel dove alloggiano media e truppe del Regno Unito, ad opera di un terrorista suicida, mentre una seconda deflagrazione, probabilmente innescata da un’autobomba, è avvenuta in un canale fognario in prossimità dello scalo dove erano stipate migliaia di civili alla disperata ricerca di un imbarco sui velivoli occidentali.

Le immagini che sono subito rimbalzate sui media elettronici sono drammatiche, così come le testimonianze dei sopravvissuti. Poco prima dell’azione terroristica un C-130 italiano era decollato tra le raffiche di mitra.

Il caos ovviamente regna sovrano nella capitale afghana, già messa a dura prova dalla conquista talebana e dalla guerra in corso tra gruppi armati dissidenti: l’evoluzione della situazione di emergenza è quindi assolutamente imprevedibile.

Finora non è giunta alcuna rivendicazione ma Washington e Londra non hanno dubbi sul coinvolgimento dell’Isis-K, la ramificazione dello Stato Islamico nella provincia afghana del Khorasan, in lotta con Al Qaida e talebani. Questi hanno condannato l’attacco, addossandone la responsabilità agli USA, dal momento che “è avvenuto in una zona dove la sicurezza è nelle mani delle forze statunitensi”, ha detto il portavoce Zabihullah Mujahid. Da parte loro i talebani hanno garantito che “stanno prestando molta attenzione alla sicurezza e alla protezione della loro gente” e che i nemici saranno fermati.

Il timore però è che nei prossimi giorni, nei quali si concluderanno le operazioni di evacuazione occidentali, si ripetano atti terroristici.


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