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Bicentenario della morte di Napoleone, un anniversario delicato

Tomba di Napoleone
Il presidente francese si è recato alla tomba di Napoleone, nell'Hôtel national des Invalides. Keystone / Christophe Petit Tesson / Pool

La Francia ha commemorato mercoledì il bicentenario della morte di Napoleone, un anniversario che ravviva le controversie attorno a questa complessa figura.

Era il 5 maggio del 1821 quando Napoleone diede “il mortal sospiro”, come scriveva il Manzoni, lontano dal suo Paese, a sant’Elena, isola sperduta dell’Atlantico meridionale dove i britannici l’avevano esiliato dopo la sua ultima sconfitta a Waterloo.

Duecento anni più tardi, il presidente francese Emmanuel Macron ha deposto una ghirlanda ai piedi della tomba dell’imperatore, alla presenza di uno dei suoi discendenti, Jean-Christophe Napoléon Bonaparte.

Poco prima l’inquilino dell’Eliseo ha tenuto un discorso all’Institut de France in cui ha affermato che “bisogna guardare la Storia in faccia”.

Il presidente francese ha chiesto di non “cedere alla tentazione di un processo anacronistico che giudica il passato con le leggi del presente”. La Francia “è un paese che avanza senza cancellare, senza negare né rinnegare, ma reinterpretando di continuo, riconoscendo e cercando di capire”, ha detto.

Si è trattato insomma di un esercizio delicato. Questa “figura maggiore della Storia” è da sempre contestata, ricorda l’Institut, e continua a infiammare il dibattito tra i suoi difensori, che celebrano lo stratega militare e l’iniziatore dello “Stato moderno” e i suoi detrattori, che l’accusano di aver provocato centinaia di migliaia di morti durante le sue campagne militari e di aver rinstaurato lo schiavismo,.

Di fronte a un’eredità così controversa, i vari capi di Stato francesi si sono ben guardati dal prendere posizione su Napoleone da quando Georges Pompidou aveva celebrato nel 1969 il bicentenario della nascita.

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Uno sguardo approfondito

Alla figura di Napoleone, personaggio cruciale nella creazione della Svizzera moderna, il Telegiornale della Radiotelevisione svizzera ha dedicato cinque reportage.

Il primo ripercorre alcune delle battaglie di cui fu protagonista, a cui parteciparono anche soldati elvetici.

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Il secondo reportage ci porta invece alla scoperta dei viaggi di Napoleone in Svizzera, nonché alla presenza dei Bonaparte nella Confederazione.

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Il terzo è invece dedicato all’eredità controversa di Napoleone. Genio militare e modernizzatore dello Stato o un leader sanguinario, schiavista e misogino? Le considerazioni di tre storici.

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L’ultimo contributo del Telegiornale si concentra invece sulla morte di Napoleone. C’è chi sostiene che sia deceduto a causa di un avvelenamento anche se la diagnosi più accreditata resta il tumore allo stomaco. Così la pensa anche un gruppo internazionale di patologi che ha recentemente riesaminato i rapporti dell’autopsia svolta allora. A guidarlo un ricercatore svizzero.

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tvsvizzera.it/Zz/afp con RSI

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