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Stop alla violenza domestica

Una donna su cinque è stata picchiata almeno una volta nella sua vita (foto: www.prevention-criminalite.ch ) Una donna su cinque è stata picchiata almeno una volta nella sua vita (foto: www.prevention-criminalite.ch )

Quando c'è di mezzo la violenza, la sfera privata non conta più: anche fra le pareti domestiche questi atti sono punibili dalla legge e la polizia ha ora i mezzi per intervenire in modo più efficiente.

Una campagna nazionale vuole sensibilizzare la popolazione su un fenomeno ancora tabù.

Ogni anno 10’000 donne si rivolgono alla polizia per sfuggire alla violenza domestica. Nei primi mesi dell’anno nel cantone di Neuchâtel due donne sono addirittura morte, vittime delle percosse dei mariti.

Una donna su cinque è stata picchiata dal proprio partner almeno una volta nella sua vita. Un numero parziale, perché molte vittime non hanno il coraggio di denunciare un familiare per paura o per vergogna.

“Per molte donne”, dice a swissinfo Elisabeth Reust, della Casa per donne maltrattate di Berna, “è inconcepibile dover ammettere che in un’unione basata inizialmente sull’amore si è infiltrata la violenza”.

Per sensibilizzare la popolazione sul fenomeno e renderla attenta sul nuovo ruolo della polizia, l’Ufficio svizzero di prevenzione della criminalità (USPC) ha presentato giovedì la sua campagna nazionale.

“Ci rivolgiamo alle vittime, ai potenziali aggressori e ai testimoni” spiega a swissinfo Peter Giger, direttore dell’Ufficio, che dipende dalla Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia.

Un problema grave

La polizia finora cercava di riappacificare le parti e poi se ne andava. Spesso però doveva ritornare sul posto e ripetere l’operazione.

Dal primo gennaio del 2003 una nuova legge dà più poteri alla polizia. Le forze dell’ordine non devono più mediare, ma indagare. E possono perfino allontanare l’aggressore dalla comune dimora.

Secondo uno studio del Fondo nazionale svizzero per la ricerca scientifica la violenza domestica in Svizzera è un problema più grande di quello della criminalità organizzata.

Un’affermazione che conferma le dichiarazioni della terapista familiare Dorothea Brosy secondo la quale gli atti di violenza sono in aumento, sia da parte degli uomini, che delle donne.

“Una persona diventa violenta quando il partner le trasmette un senso di impotenza, di inferiorità. Allora agisce in modo sconsiderato”, spiega a swissinfo la terapista. “Spesso questi atteggiamenti violenti sono legati anche a problemi sociali o relazionali”.

Critiche alla polizia

Per Dorothea Brosy le nuove misure di polizia rischiano di bollare per sempre una persona come colpevole o come vittima. “La persona violenta ha un problema. Spesso ha subito violenza durante l’infanzia e proietta la propria rabbia su un’altra persona. Deve imparare a gestire i propri sentimenti, anche quelli di rabbia e di sconforto”.

Anche per Lilo Weibel, del Centro per la salute della donna, l’intervento più drastico della polizia potrebbe scatenare una reazione a catena. “Mi fa un po’ paura la connotazione aggressiva delle misure poliziesche”, spiega a swissinfo.

La nuova procedura implica anche un investimento finanziario notevole da parte della polizia – già oggi la violenza domestica costa allo Stato 400 milioni di franchi all’anno.

Le forze di polizia hanno pure l’obbligo di dare al proprio personale una formazione adeguata. “Queste persone devono essere formate molto bene, altrimenti l’intervento non darà i frutti sperati”, insiste Lilo Weber.

Violenza e emarginazione

Il Centro per la salute della donna negli ultimi tempi si è visto confrontato anche con donne sottoposte a pressioni economiche da parte del partner. “Un fenomeno in aumento”, dice la consulente, che in questi casi indirizza la donna verso istituzioni che possono aiutarla.

Chi è ancora discriminata, secondo Elisabeth Reust, della Casa per donne maltrattate, è la donna straniera. “Quando queste donne abbandonano il tetto coniugale a causa dei maltrattamenti, a differenza dei mariti vengono private dei diritti di cui godono in Svizzera”.

Tutte le interlocutrici concordono nel ritenere indispensabile questa campagna di sensibilizzazione: troppi tabù circondano ancora il fenomeno della violenza domestica.

Vittima e colpevole devono imparare a distanziarsi: la vittima non deve più proteggere il colpevole e quest’ultimo deve imparare ad accettare aiuto, anche e soprattutto se viene dall’esterno.

swissinfo, Elena Altenburger

La violenza fra coniugi è un fenomeno molto diffuso. Per combatterlo ma anche per sensibilizzare la popolazione l’Ufficio svizzero di prevenzione della criminalità lancia una campagna a livello nazionale.

Nell’ambito della lotta contro la violenza domestica, che può essere fisica, sessuale, psichica o economica, la polizia avrà più poteri. Non cercherà più di mediare ma di investigare e potrà ricorrere anche a metodi drastici.

Una donna su cinque è già stata vittima di violenze da parte del partner
Una donna su due subisce violenze psichiche
Ogni anno 10’000 donne maltrattate o minacciate si rivolgono alla polizia
Il 21% degli interventi di polizia concernono violenze domestiche

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