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Primo via libera all’adozione del configlio

Sì all’adozione del figliastro da parte di omosessuali e concubini: il Consiglio degli Stati (camera alta del parlamento svizzero) ha approvato martedì ad ampia maggioranza una revisione in questo senso del diritto di adozione. Obiettivo: dare una maggiore protezione giuridica ai bambini. Sul tema dovrà ora esprimersi il Consiglio nazionale.

La società cambia, la legge deve tenerne conto. Con prudenza certo, ma non si possono chiudere gli occhi quando in gioco ci sono gli interessi dei bambini.

Ne è convinta la maggioranza dei consiglieri agli Stati (la revisione è stata approvata con 32 voti a 7), che hanno voluto permettere l’adozione del figlio del partner anche alle coppie non sposate o a quelle omosessuali in unione domestica registrata.

Nel corso del dibattito la ministra di giustizia Simonetta Sommaruga e molti oratori hanno sottolineato come l’elemento centrale della riforma sia il benessere del bambino. Bisogna garantire il suo futuro se dovessero morire i suoi genitori biologici, ha precisato la consigliera federale.

Le attuali norme limitano il diritto all’adozione alle coppie sposate. Uno dei due coniugi può adottare il figlio del partner se l’unione dura da almeno cinque anni. L’adozione è permessa anche alle persone sole, a partire dai 35 anni. L’adozione è quindi possibile per un gay «celibe» o per una lesbica «nubile». La legge vieta invece l’adozione alle coppie che vivono in regime di unione domestica registrata.

La revisione del diritto d’adozione dovrà ora passare al vaglio del Consiglio nazionale.

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