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Tra manipolazione e interpretazione

In Svizzera, il numero di omicidi è al livello più basso da tren'anni. RDB

Da quattro anni, le statistiche cantonali sul crimine sono state armonizzate a livello federale. I dati sono però estremamente difficili da decifrare e sono all'origine di messaggi contrastanti, avverte il responsabile della polizia del canton Giura, Olivier Guéniat.

«È una cosa seria…. Siamo di fronte a un grande imbroglio», bisbiglia Olivier Guéniat.

Cosa succede? Uno scippo a Porrentruy? Una banda di ladri è riuscita a fuggire in Francia con la refurtiva?

Niente di tutto ciò. Il capo della polizia del canton Giura ha i nervi a fior di pelle a causa di una panzana pubblicata di recente da una paio di giornali elvetici. Prendendo spunto da una serie di statistiche europee, le testate descrivono la Svizzera come “la campionessa nel furto con scasso”.

«Hanno usato una metodologia inadeguata», spiega Olivier Guéniat. L’articolo parla di 926,7 furti con scasso ogni 100’000 abitanti, ma la cifra corretta è praticamente la metà, ossia 450. «È un grave errore. L’ho segnalato, ma per ora non ho ancora ricevuto una risposta dal giornalista».

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L’elaborazione e l’interpretazione delle statistiche sono il pane quotidiano di Olivier Guéniat da oltre 17 anni. Professore di criminologia all’università di Neuchâtel, è stato membro del gruppo di lavoro incaricato di armonizzare le statistiche a livello federale.

Ogni anno, dopo la pubblicazione delle statistiche sul crimine, Olivier Guéniat spiega e denuncia sulla stampa quanto sia difficile vederci chiaro, in un paese con 26 diverse unità di polizia. Quest’anno non fa eccezione.

Secondo il criminologo, il messaggio veicolato dall’Ufficio federale di statistica e dai cantoni non è stato contestualizzato e manca di un’analisi sul lungo termine.

L’ultimo rapporto, pubblicato a marzo, fa stato di 750’371 reati commessi lo scorso anno. Rispetto al 2011, il numero di infrazioni al Codice pensale è salito del 9 per cento (+52’026). L’aumento è stato particolarmente marcato per i furti.

Vista così, la crescita sembra allarmante. Olivier Guéniat cerca però di mettere i numeri in prospettiva: «Se si confrontano le statistiche su un periodo di dieci o vent’anni, il numero di rapine commesse nel 2012 è leggermente inferiore al 2004».

Altro esempio: nel 1990 in Svizzera sono stati commessi 110 omicidi, mentre lo scorso anno ne sono stati censiti 47, sottolinea il capo della polizia. Secondo l’Ufficio federale di statistica, i casi di furto con scasso sono aumentati del 16 per cento tra il 2011 e il 2012, a 61’128. Ma il messaggio veicolato è diverso se si tiene conto che nel 2005 erano già 61’194, 83’413 nel 1998 e 71’300 nel 1982.

Il criminologo ritiene che nelle statistiche federali vi sia anche un problema di metodologia.

«Calcoliamo il numero di reati commessi ogni 1’000 abitanti. Quando però si tratta di un furto con scasso, il reato viene inserito in tre categorie: furto, infrazione di domicilio e danni alla proprietà. Dunque se il numero di furti con scasso cresce di mille unità, il totale viene triplicato».

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Il quadro completo è offuscato anche dal fatto che alcuni crimini vengono riportati l’anno seguente o anche diversi anni più tardi.

«Alcuni cantoni sono in ritardo di tre mesi nelle statistiche. Se un caso risalente al 2010 o 2011 viene registrato soltanto ora, figurerà nella statistica 2013. Le statistiche non riflettono dunque la realtà della criminalità in un anno particolare. Eppure questo messaggio non viene trasmesso assieme alle statistiche».

Olivier Guéniat vorrebbe veder nascere un osservatorio nazionale indipendente sulla criminalità, in modo da poter sviluppare ulteriori analisi ed evitare di veicolare messaggi contradittori.

«In questo momento stiamo dando alla popolazione una falsa percezione del problema e il mondo politico parla di cose di cui non è veramente al corrente. È una situazione molto complessa», si lamenta il capo della polizia. «Bisognerebbe riattivare il gruppo di lavoro a livello federale, in modo da trovare una soluzione».

Il criminologo ammette che l’insofferenza della società alla criminalità non aiuta di certo a migliorare l’interpretazione delle statistiche.

«Paradossalmente il livello di tolleranza nei confronti degli atti di  violenza è diminuito in modo notevole negli ultimi trent’anni. Si parla molto più spesso di violenza, anche di quegli episodi che non ci toccano da vicino e accadono ad esempio negli Stati Uniti o in Australia. I fatti violenti hanno assunto un ruolo di primo piano nei media, assieme allo sport e alla rubrica spettacolo», commenta Olivier Guéniat. «La comunicazione ha un impatto sempre più grande sul livello di preoccupazione generale. Il grado di reattività agli atti violenti è aumentato. Quando la paura prende piede, evolve in modo negativo ed è impossibile contrastarla razionalmente perché si tratta di qualcosa di emotivo».

Di recente, Olivier Guéniat ha partecipato a una trasmissione della televisione svizzero-francese (RTS), durante la quale ha paragonato le statistiche 2012 con quelle di venti o trent’anni. Il criminologo è stato però bacchettato dalla ministra di sicurezza del canton Vaud Jacqueline de Quattro, che l’ha definito, «l’ultimo capo della polizia in Svizzera a fare osservazioni così angeliche».

Le critiche non sembrano tuttavia dissuadere Olivier Guéniat.

«Non sono angelico. Non capisco perché la gente si scocci quando affermo che il numero di omicidi o assassini è diminuito della metà ed è al livello più basso degli ultimi trent’anni. Oppure quando sottolineo che il numero di casi di lesioni personali gravi è sceso, così come quello delle rapine a mano armata. Viviamo in una società meno violenta rispetto al passato, ma il modo in cui vengono presentate le statistiche la fa apparire molto più aggressiva. Cerco sempre di adattare il mio linguaggio ai dati che ho davanti. Mi rifiuto di gridare “al lupo, al lupo” soltanto per guadagnare voti oppure far aumentare il nostro budget. Preferisco dire la verità senza negare il problema, ma cercando di spiegarlo».

La polizia ha iniziato a raccogliere dati sulla criminalità nel 1982. Ognuno dei ventisei cantoni aveva la propria metodologia statistica e di analisi.

Nel 2006, Confederazione e cantoni hanno deciso di armonizzare i diversi sistemi.

Le statistiche federali sono state pubblicate per la prima volta nel 2010.

(Traduzione dall’inglese: Stefania Summermatter)

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