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Morta la giudice di Corte suprema Ruth Ginsburg

Fronte di un edificio neoclassico illuminato; centinaia di persone e candele e fiori sulla scalinata
Centinaia di persone le hanno reso omaggio venerdì di fronte alla Corte suprema. Keystone / Jim Lo Scalzo

La giudice della Corte suprema statunitense Ruth Bader Ginsburg è morta venerdì a 87 anni, in seguito a complicazioni per un tumore al pancreas. Nominata da Bill Clinton nel 1993, è stata icona dei liberal e paladina dei diritti delle donne. La sua scomparsa offre al presidente Donald Trump, che ha già nominato Neil Gorsuch e Bret Kavanaugh, la possibilità di rafforzare la maggioranza conservatrice alla Corte suprema USA.

I democratici chiedono che il successore sia scelto dopo le elezioni presidenziali, come la stessa Bader Ginsburg ha lasciato scritto. “Gli americani dovrebbero dire la loro nella scelta del prossimo giudice”, ha dichiarato il leader dei democratici al Senato, Chuck Schumer. Un’ipotesi esclusa dal senatore repubblicano del Texas, Ted Cruz. “Non possiamo permetterci l’arrivo dell’Election Day con una Corte” spaccata “4 a 4. Rischiamo una crisi costituzionale”. Cruz ritiene che la nomina arriverà la prossima settimana. Spetterà poi al Senato avallarla.

Donna anziana in poltrona, microfonata, casual chic, sorride di lato; dietro, bandiera USA e altre bandiere
RGB nel 2018, ospite di una facoltà di legge a New York. Keystone / Justin Lane

Il profilo

Nata a Brooklyn nel 1933, Ginsburg aveva studiato legge a Harvard -già moglie e madre, e una di nove donne in una classe di 500 uomini- poi alla Columbia. Nel 2018 le è stato dedicato un documentario –’RBG’ di Betsey West e Julie Cohen- candidato agli Oscar.

Negli anni Settanta, come direttrice del Women’s Rights Project della organizzazione libertaria American Civil Liberties Union, aveva dibattuto davanti alla Corte una serie di casi che avevano creato le protezioni istituzionali contro la discriminazione sessuale.

Tra le sue tattiche, l’uso della parola “genere” quando altri usavano “sesso”, parola che, a suo avviso, confondeva i giudici.

La battaglia personale

‘The Notorius R.B.G.’, come era chiamata dai suoi estimatori che le attribuivano così una popolarità pari a quella di una star del rap, aveva superato negli ultimi due anni operazioni per cancro ai polmoni e radiazioni per un tumore al pancreas. Ma la sua battaglia contro quel che chiamava ‘generale C’ era cominciata nel 1999, quando fu operata per un tumore al colon, mentre nel 2009 gliene fu asportato uno al pancreas allo stadio iniziale.

Una storia medica che aveva creato preoccupazione nel partito democratico e, in generale, sollevato dubbi sull’opportunità che giudici a quel livello di potere siano nominati a vita.

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Nell’arco di due anni, Donald Trump è riuscito a nominare due membri della Corte Suprema. L’ultimo presidente statunitense a nominare due giudici nel suo primo mandato fu Richard Nixon, creando una maggioranza di conservatori che ha tenuto fino a oggi.

I membri della Corte hanno in realtà facoltà di ritirarsi -quando non si ritengano più in grado di esercitare adeguatamente il loro mandato- ma durante l’amministrazione Obama la Ginsburg aveva respinto gli appelli a dimettersi, lanciati affinché il presidente potesse nominare un successore “in tempo”. “Ci sarà un altro presidente democratico”, aveva risposto, pensando a Hillary Clinton.

Gli equilibri

Seconda donna alla Corte Suprema dopo Sandra Day O’Connor (scelta da Reagan nel 1981), Ruth Bader Ginsburg era la decana dell’ala liberal della Corte, ora virtualmente ridotta a soli 3 membri su 9.

La difesa di decenni di conquiste in materia di diritti civili e di partecipazione è a questo punto in salita.

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In campagna elettorale nel 2016, Trump aveva definito Ruth Bader Ginsburg una “che non ci sta più con la testa”, dopo che la giudice progressista lo aveva criticato in una serie di interviste e affermato che se fosse stato eletto si sarebbe trasferita in Nuova Zelanda.


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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 19.09.2020)

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