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Stagnazione nel 2003, leggera ripresa nel 2004

Per l'economia svizzera le previsioni sono tutt'altro che rosee Keystone Archive

L'economia svizzera quest'anno registrerà una battuta d'arresto. Non ci sarà infatti alcuna crescita economica nel 2003 e il tasso di disoccupazione aumenterà.

Lo afferma l’Istituto di ricerche congiunturali del Politecnico di Zurigo nel suo rapporto semestrale.

Gli esperti si vedono così costretti a rivedere al ribasso le previsioni per l’anno in corso. Nel rapporto dello scorso autunno, infatti, l’Istituto di ricerche congiunturali (KOF) prevedeva ancora un incremento dell’1,4% per il 2003.

Anche per il 2004 il KOF deve correggere il tiro. La crescita dell’1,8%, inizialmente prevista per l’anno prossimo, secondo il rapporto presentato giovedì si limiterà allo 0,8%.

Disoccupazione in rialzo

Le indicazioni dell’Istituto di ricerche congiunturali coincidono con l’analisi della Banca Nazionale svizzera (BNS) che, pure inizialmente ottimista, pochi giorni fa, per bocca del vicepresidente uscente, Bruno Gehrig, aveva dovuto rivedere le proprie cifre, annunciando per quest’anno una crescita molto più limitata del previsto, oscillante cioè attorno allo 0,5%.

Il KOF prevede tempi duri anche nel campo dell’impiego. Il tasso di occupazione diminuirà sensibilmente fino alla fine dell’anno in corso, in tutti i settori, nonostante un leggero aumento della produzione nella seconda metà del 2003.

Qualche schiarita si preannuncia invece per il 2004, anche se l’incremento a livello occupazionale resterà con lo 0,1%, estremamente modesto .

Prezzi e inflazione stabili

Debole anche l’evoluzione delle esportazioni di beni che registreranno una crescita dell’1,1% e riprenderanno fiato solo nel 2004 con una percentuale del 4,7%.

Limitata da una struttura normativa interna troppo restrittiva, la Svizzera fatica ad aumentare la propria produttività. Inoltre, l’economia svizzera, che si base essenzialmente sulle esportazioni, subisce le conseguenze del cedimento della congiuntura mondiale.

Per quanto riguarda l’inflazione il KOF prevede una media annuale dello 0,9%. I prezzi si manterranno stabili dopo l’impennata inflazionistica registrata all’inizio del 2003 e dovuta all’aumento del costo del petrolio nei primi tre mesi dell’anno.

Il prodotto interno lordo nel corso di quest’anno subirà una stagnazione e aumenterà invece leggermente, dello 0,8%, nel 2004.

Nonostante questi dati tutt’altro che rallegranti, c’è chi è ancora ottimista come il capo economista del Credit Suisse, Alois Bischofberger, secondo il quale non bisogna dimenticare che l’economia elvetica gode comunque di una salute migliore rispetto ai principali partner commerciali della Svizzera.

I 100 giorni del ministro dell’economia

Nonostante la situazione poco rallegrante, il ministro Joseph Deiss, si sente a suo agio nella sua funzione di capo del dipartimento dell’economia, che ricopre da 100 giorni. “Le ultime settimane non sono sempre state facili”, spiega il consigliere federale, “anzi spesso erano abbastanza turbolente”.

Joseph Deiss, ex professore di economia, è tuttavia soddisfatto di poter rioccuparsi della materia in cui si è specializzato. Il ministro sostiene l’attuale politica congiunturale del governo ma precisa che per dare maggior impulso alla crescita economica bisogna rafforzare i settori della ricerca e della formazione.

Secondo il ministro dell’economia è altrettanto importante creare le condizioni quadro adeguate. “La Svizzera”, dice Deiss, “ha bisogno della politica giusta per le piccole e medie imprese”.

A lungo termine sono quattro le sfide di politica economica che la Svizzera dovrà affrontare secondo il consigliere federale: le incertezze legate all’integrazione europea, la maggiore concorrenza fiscale fra le varie piazze economiche, l’invecchiamento demografico e il passaggio ad una società del sapere, incentrata sull’innovazione.

Paesi dell’OCSE e FMI

Anche nei Paesi dell’OCSE i primi sei mesi di quest’anno saranno caratterizzati da uno sviluppo congiunturale debole. Le incognite del dopoguerra iracheno pesano sulla fiducia dei consumatori e sulla pianificazione a medio termine delle imprese.

Dello stesso parere è il Fondo monetario internazionale secondo il quale una rapida conclusione della guerra in Iraq potrebbe effettivamente ridare slancio all’economia mondiale e fiducia ai mercati nella seconda metà dell’anno e far scendere il prezzo del petrolio.

Nel rapporto pubblicato giovedì a Washington l’FMI prevede per quest’anno a livello mondiale una crescita economica limitata del 3,2% – un mezzo punto percentuale in meno rispetto alle previsioni dello scorso autunno – e del 4,2% per il 2004.

Se i postumi della guerra dovessero essere più gravi, il Fondo monetario ritiene che nei Paesi industrializzati la ripresa economica potrebbe venir bloccata comportando la minaccia di una recessione a livello globale.

swissinfo, Elena Altenburger

Aumento del PIL nel 2002: 0,1%
Aumento del PIL nel 2004: 0,8%
Disoccupazione: 3,8% nel 2003; 4,2% nel 2004
Investimenti nel 2003: – 1,6%

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