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Spoerli mette le ali al corpo di danza di Zurigo

Heinz Spoerli, direttore del corpo di danza di Zurigo, uno dei piu apprezzati al mondo.

Heinz Spoerli, direttore del corpo di ballo di Zurigo, festeggia i suoi dieci anni alla testa della compagnia, un lasso di tempo sufficiente per costruire una reputazione internazionale.

Il prolifico coreografo – o fabbricante di danze, come lui stesso ama definirsi – racconta a swissinfo il fascino che prova per la danza e schizza gli scenari per il futuro.

Quando è approdato a Zurigo, Heinz Spoerli aveva già sulle sue spalle una lunga carriera. Ballerino di formazione diventato poi coreografo, ha lavorato per il Balletto di Basilea – rivoluzionando la compagnia – e per l’Opera di Düsseldorf, la “Deutsche Opera am Rhein”.

Al suo arrivo a Zurigo, il corpo di danza era diviso in due repertori, moderno e classico. Spoerli ha deciso di trasformare il corpo in una compagnia neoclassica: la danza classica è stata arricchita di accenti originali, le coreografie contemporanee hanno fatto il loro ingresso sulla scena.

La compagnia, che registra spesso il tutto esaurito, è costantemente impegnata all’estero. Le realizzazioni più conosciute di Heinz Spoerli sono le “Variazioni Goldberg” e “In den Winden im Nichts”, pure un’opera di Johann Sebastian Bach.

swissinfo: Lei si definisce come un “fabbricante di danze” piuttosto che come coreografo. Quale il distinguo?

Heinz Spoerli: Lavoro e mi muovo in un registro coreografico molto ampio. Posso montare uno “show”, posso realizzare un’opera molto classica sulle musiche di Bach, posso proporre un’esibizione totalmente classica. Il mio modo di operare, lo stile che seguo, fa di me un fabbricante di danze piuttosto che un coreografo. Realizzo quanto è necessario per avere una buona compagnia e mantenerla viva.

swissinfo: Il suo modo di lavorare è cambiato nel corso degli anni o lei è rimasto fedele alla sua linea?

H.S.: Ho mantenuto la mia linea, ovvero quella di un coreografo neoclassico, ma sono attratto dalle nuove forme espressive: guardo ovunque e vado dappertutto; le novità sono una preziosa fonte di ispirazione per il mio lavoro.

Prestare attenzione a quanto si muove attorno a te, è fondamentale. Come è importante essere interpreti dell’epoca in cui si vive, facendo capo alla diversità della musica e animando il museo della danza proponendo spettacoli attuali.

swissinfo: Che cosa l’affascina nella danza?

H.S.: La danza è musica, spazio, colori, gusto. La danza è l’essere umano. E’ sempre un dialogo tra partner… Quando si crea uno spettacolo di danza, si riuniscono attorno ad un progetto persone diverse. Si sviluppano dinamiche nuove ed è tutto questo che rende la danza così affascinante.

E, naturalmente, c’è la musica. Sì, la musica, che porta emozioni, che aiuta a raggiungere il pubblico. Ed è molto meglio che al cinema.

swssinfo: Eppure in Svizzera la danza non è propriamente una delle arti più incoraggiate…

H.S.: In questo momento la situazione è difficile dappertutto, perché si considera la danza come un’espressione artistica passata di moda. Ma non è affatto così. Io mi definisco contemporaneo perché propongo danze del nostro tempo.

Il problema è che in Svizzera non ci sono molte scuole. Di ufficiale ce n’è una sola, a Zurigo, ma credo che sarebbe opportuno che ce ne fossero di più.

Attualmente, inoltre, è caduta anche la barriera della lingua, donne e uomini possono viaggiare. Molti ballerini svizzeri lavorano all’estero, e molti ballerini stranieri lavorano in Svizzera. Attualmente nella mia compagnia ci sono quattro svizzeri, ma la situazione è in continua evoluzione.

Gli svizzeri vogliono giocare a tennis, a calcio o suonare uno strumento. Non si concentrano più solo su un unico interesse. Ma se un giovane o una giovane vuole cominciare a danzare dopo una certa età – alludo all’adolescenza – deve concentrarsi solo sulla danza. Ma, evidentemente, non è un obiettivo per i genitori che sognano per i loro figli un mestiere sicuro.

swissinfo: Che cosa chiede ai suoi ballerini e alle sue ballerine?

H.S.: Devono conoscere la tecnica che corrisponde alla nostra compagnia, non ballare per i soldi – anche se, con la danza, non si guadagna molto – ma perché è una vita meravigliosa.

Lavoro con persone provenienti da 26 nazioni. Quando ho cominciato i ballerini provenivano dalla Francia, dalla Germania o dall’Inghilterra. Ora ci sono i russi, gli australiani, gli americani, i tailandesi, i coreani: è meraviglioso. Ma queste “nazioni unite” sono già state globalizzate negli anni Cinquanta e Sessanta.

swissinfo: Come vede l’avvenire della danza?

H.S.: Spero che i giovani coreografi si rendano conto che tutto quello che vedono può essere utilizzato per la danza, ovunque essi si trovino.

Ma bisogna muoversi, perché la danza è movimento, costante cambiamento. Non è come un dipinto che si appende alla parte, ma come un quadro i cui colori cambiano e si rinnovano senza sosta. Ciò che rende questa arte così difficile, poiché nella vita nulla è acquisito, è il dover cercare sempre dei nuovi sviluppi, in altre direzioni.

La danza classica ha pure compiuto dei passi avanti. La gente si rende conto che non tutte le compagnie possono essere contemporanee e che i teatri hanno ancora bisogno della danza classica per attirare gli spettatori. Ci sono però esperienze nuove, come a Londra, dove stanno crescendo nuovi coreografi. E tutto ciò è bello da vedere.

Intervista swissinfo, Isobel Leybold-Johnson, Zurigo
(traduzione e adattamento dall’inglese Françoise Gehring)

Il corpo di danza di Zurigo conta 38 ballerini e ballerine e 15 giovani del “Ballet Junior”, creato da Heinz Spoerli per promuovere il ricambio generazionale.

Dall’arrivo del nuovo direttore, la compagnia è apprezzata per aver migliorato la propria reputazione a livello mondiale. Del resto i media europei hanno eletto il balletto di Zurigo tra i migliori al mondo.

Da ricordare, del cartellone di questa stagione, il “Don Quichotte”, “Il lago dei cigni” e il “moZART” di Spoerli.

Heinz Spoerli è nato a Basilea. Ha iniziato la sua carriera come ballerino e ha compiuto i suoi primi passi in Germania e in Canada.

E’ successivamente diventato coreografo. Dopo un passaggio a Ginevra, è stato assunto all’età di 30 anni come direttore del corpo di danza di Basilea, dove è rimasto 17 anni.

Si è successivamente trasferito in Germania dove ha diretto a Düsseldorf la “Deutsche Opera am Rhein”.

Dopo cinque anni è tornato in Svizzera, per dirigere il corpo di ballo di Zurigo, dove ha appena festeggiato i suoi dieci anni nelle vesti di direttore.

Tra le sue coreografie spiccano danze astratte e narrative. E’ lodato e apprezzato per il suo “immenso dono dell’improvvisazione”, per la sua “immaginazione distaccata” e per il suo “senso dell’umorismo che lo spinge a non prendersi troppo sul serio”.

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