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Spiegamento d'arte contro il crimine organizzato

Opere provenienti dagli Uffizi e da Napoli esposte in una villa confiscata a un boss della camorra, per portare la bellezza in un territorio dominato dalla malavita

Questo contenuto è stato pubblicato il 20 giugno 2015 - 18:26

Capolavori di grandi artisti italiani appesi alle pareti di una sala, che però non appartiene a un museo. Era l'abitazione di un boss della camorra affiliato al clan dei casalesi, Egidio Coppola detto Brutus, arrestato nel dicembre del 2012 a Casal di Principe, nel Casertano.

Un edificio confiscato e utilizzato dallo Stato italiano per portare bellezza dove bellezza non c'è, in un territorio dominato dalla malavita e dal crimine organizzato, e dove chi ha cercato di opporsi è finito ammazzato. Come don Peppe Diana, sacerdote antimafia ucciso dalla Camorra nel 1994, al quale è stato simbolicamente dedicato il centro che ospita la mostra.

Oltre a visitare la mostra "La luce vince l'ombra", aperta fino al 21 ottobre, in tutta la zona è possibile vedere anche altri edifici sequestrati alla camorra e farsi raccontare da giovani del posto come il territorio stia cercando di sbarazzarsi della sua scomoda nomea per provare finalmente a cercare la grande bellezza nel futuro.

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