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Votazioni federali del 13 febbraio 2022

La sperimentazione animale continuerà a essere consentita in Svizzera

topo da laboratorio
© Keystone / Gaetan Bally

Il popolo svizzero ha respinto con una larga maggioranza l’iniziativa che chiede di vietare qualsiasi esperimento su animali ed esseri umani. La proposta è stata bocciata in tutti i Cantoni.

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Il popolo ha deciso: gli esperimenti sugli animali continueranno a essere consentiti in Svizzera. La proposta è stata bocciata dal 79,1% delle persone aventi diritto di voto e in tutti i Cantoni, stando ai risultati finali. Con il 68,5% di voti contrari, il Ticino è risultato il Cantone meno critico nei confronti del testo. Nei Grigioni i “no” sono stati il 77,9%. A livello nazionale, la partecipazione si è attestata al 43,6%.

Si tratta del respingimento più netto nella storia delle votazioni sulla sperimentazione animale. Simili iniziative erano già state bocciate in tre votazioni precedenti (nel 1985, nel 1992 e nel 1993) e sempre con una larga maggioranza (70%, 56% e 72%). Le svizzere e gli svizzeri non hanno nutrito alcun dubbio nemmeno questa volta.

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Risultati della votazione del 13 febbraio 2022

Questo contenuto è stato pubblicato al Sperimentazione animale, pubblicità del tabacco, aiuto ai media e tasse di bollo: tutti i risultati degli oggetti in votazione federale.

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I sondaggi avevano già ampiamente previsto il “no” popolare per il testo, lanciato da un gruppo di cittadini e cittadine di San Gallo e sostenuto solo da alcune organizzazioni animaliste e da medici alternativi.

L’iniziativa proponeva di vietare non solo gli esperimenti sugli animali ma, per analogia, anche quelli sugli esseri umani e l’importazione di prodotti ottenuti tramite tali esperimenti. Per questi motivi era considerata troppo estrema sia dal Governo che dal Parlamento. Nella votazione parlamentare, infatti, tutti partiti politici avevano respinto la proposta.

“La situazione degli animali è pessima, sia nella ricerca che nell’industria alimentare”

Il co-presidente del comitato promotore, Renato Werndli, è deluso dal chiaro “no” popolare. “È un peccato, la Svizzera avrebbe potuto essere il primo Paese a vietare la sperimentazione animale”, ha detto ai microfoni della radio romanda RTS.

Secondo Werndli, la situazione degli animali è pessima, sia nella ricerca che nell’industria alimentare. Il promotore dell’iniziativa ritiene che ci sia una “dissonanza” nella popolazione tra la consapevolezza delle ingiustizie fatte agli animali e il risultato del voto. “Abbiamo cercato di argomentare scientificamente, ma non ce l’hanno permesso”. Per Werndli, la gente cerca scuse per chiudere gli occhi.

L’iniziativa ha avuto il pregio di far pressione sul Consiglio federale, afferma Werndli. All’inizio del 2021 è infatti stato lanciato il Programma nazionale di ricerca “Advancing 3Rs – Animali, Ricerca e Società” (NRP 79) per ridurre il numero di esperimenti sugli animali. Werndli intende comunque continuare ad impegnarsi per il benessere degli animali e tornare alla carica sul tema tra qualche anno. “Ci incontriamo già domani per pianificare la prossima iniziativa”, ha detto. Questo è un mezzo unico per far passare “il nostro messaggio”.

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Box mit Petitionsunterschriften

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“È un crimine ciò che si fa agli animali”

Questo contenuto è stato pubblicato al Renato Werndli spiega perché si batte a favore dell’iniziativa “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani”.

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Un’iniziativa troppo estrema

L’iniziativa era troppo estrema, secondo la consigliera nazionale Léonore Porchet (Verdi/VD), membro del comitato contrario. Il rifiuto massiccio da parte del popolo però non significa che la sperimentazione abbia ricevuto un assegno in bianco. La consigliera nazionale ritiene che si debba fare di più per limitare al massimo l’utilizzo di animali nella ricerca. “Il nostro partito ha già intrapreso un’azione in tal senso in Parlamento”, ha detto all’agenzia Keystone-ATS.

“Il popolo ha compreso quale potevano essere le conseguenze di un ‘sì’ all’iniziativa sul divieto della sperimentazione animale per la ricerca e la salute”, ha aggiunto la consigliera nazionale Simone de Montmollin (PLR/GE), anch’essa parte del comitato contrario al testo. La ginevrina ha sottolineato che la legislazione svizzera in questo settore è molto esigente e in evoluzione. 

“Il risultato è più netto del previsto. Il popolo ha capito che un divieto metterebbe in pericolo la salute degli animali e degli uomini”, ha detto Andrea Gmür, membro del Consiglio degli Stati (Centro /LU). La pandemia di Covid-19 può aver contribuito al risultato: le persone si sono rese conto che se l’iniziativa fosse entrata in vigore non avrebbero avuto accesso ai vaccini, ha aggiunto il consigliere nazionale Martin Haab (UDC/ZH).

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Il divieto avrebbe escluso la popolazione svizzera dal progresso medico, afferma l’associazione di categoria Scienceindustries. Gli esperimenti sugli esseri umani e sugli animali sono fondamentali per lo sviluppo di farmaci e vaccini. Se l’iniziativa fosse stata adottata, le aziende farmaceutiche avrebbero trasferito la loro ricerca all’estero, dove si applicano leggi meno severe sulla protezione degli animali, aggiungono i Verdi Liberali.

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Giornata nera per il Consiglio federale

Il popolo ha seguito le raccomandazioni del Governo solo su uno dei quattro oggetti in votazione oggi: si tratta proprio del quesito sulla sperimentazione animale. Ha invece ignorato le indicazioni dell’esecutivo sull’abolizione della tassa di bollo, la limitazione della pubblicità per il tabacco e gli aiuti ai media.

Il divieto di condurre esperimenti sugli animali avrebbe bloccato l’accesso ai farmaci sia a uso veterinario che umano, ha ribadito il ministro della sanità Alain Berset. La legge svizzera in vigore è già una delle più severe al mondo e continuerà a esserlo anche in futuro, ha assicurato Berset.

L’iniziativa in breve

Il testoCollegamento esterno dell’iniziativa, intitolata “Sì al divieto degli esperimenti sugli animali e sugli esseri umani – Sì ai metodi di ricerca che promuovono la sicurezza e il progresso”, chiedeva il divieto assoluto di qualsiasi esperimento sugli esseri viventi, anche nell’ambito della ricerca di base e dell’insegnamento.

Il veto si estendeva anche al commercio, all’importazione e all’esportazione di qualsiasi prodotto che comporti esperimenti diretti o indiretti sugli animali.

Il testo proponeva inoltre che i metodi sostitutivi ricevessero gli stessi sostegni statali garantiti alla ricerca con esperimenti animali.

Chi ha promosso l’iniziativa ritiene che gli esperimenti sugli animali siano dei veri e propri maltrattamenti e possano costituire un crimine. Anche gli animali, infatti, provano dolore e sofferenza: ecco perché è nostro dovere morale assicurare il benessere di tutti gli esseri viventi, sostengono i promotori e le promotrici del testo.

Inoltre, secondo il campo del “sì”, l’esecuzione di tali esperimenti sarebbe persino controproducente, in quanto non garantirebbe risultati sicuri, ma legittimerebbe solo la ricerca incompleta e l’esclusione della responsabilità, oltre che l’abuso di esseri viventi non in grado di esprimere la loro volontà. Chi sostiene l’iniziativa afferma che la ricerca potrebbe ottenere dei risultati validi anche tramiti approcci che non inducono sofferenze.

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Una legge già severa

Governo e Parlamento considerano che la Legge federale sulla protezione degli animaliCollegamento esterno, entrata in vigore nel 2008, sia sufficientemente severa. Essa si basa sul principio delle 3R (replace, reduce, refine), che predilige la sostituzione degli esperimenti animali con altri metodi, la riduzione del numero di esperimenti e la minimizzazione della sofferenza.

Sia i partiti a destra che a sinistra dello scacchiere politico ritengono che l’attuale quadro legale riduca notevolmente la sperimentazione animale nella ricerca e perciò si sono opposti all’iniziativa.

Anche organizzazioni come il Fondo nazionale di ricerca, swissuniversities e la Protezione svizzera degli animali si erano espresse contro l’iniziativa. Il timore era che questo testo così radicale tagliasse la Svizzera fuori dal progresso medico mondiale, privandola di farmaci essenziali (come quelli per la cura del cancro o i vaccini), con gravi conseguenze per la salute di animali e umani. Molti programmi scientifici, inoltre, avrebbero rischiato di trasferirsi all’estero.

Scrutinio inedito a Basilea città sui diritti dei primati

In diversi Cantoni, le elettrici e gli elettori si sono pronunciati su tutta una serie di leggi e proposte che vanno dagli aiuti agli ospedali per l’emergenza Covid, alla protezione del clima e agli sgravi fiscali.

Per la prima volta in Svizzera e nel mondo, a Basilea Città l’elettorato si è espresso sui diritti fondamentali dei primati. Si tratta di un’iniziativa presentata dal movimento antispecista Sentience PoliticsCollegamento esterno che chiede che la costituzione della città-cantone garantisca ai “primati non umani”, sensibili al dolore e capaci di empatia, il diritto alla vita e all’integrità fisica, proprio come avviene per gli umani. La proposta, tuttavia, è stata respinta dal 78,7% delle elettrici e degli elettori.

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