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Fumata nera per la protezione dal… fumo

Due anni dopo l'entrata in vigore della Legge federale riguardante la protezione dal fumo passivo, la maggioranza dell'elettorato svizzero non sembra disposto ad accettare regole più restrittive uniformi in tutta la Confederazione Keystone

In Svizzera continueranno ad esserci esercizi pubblici dove si può fumare e spazi per fumatori con servizio. La proposta di proibirli in tutti i cantoni appare avviata verso un rifiuto popolare.

A poco più di una settimana dal voto, nel nuovo sondaggio dell’istituto gfs.bern, il sostegno all’iniziativa popolare “Protezione contro il fumo passivo” è crollato. Il testo vorrebbe estendere a tutta la Svizzera il divieto di fumare in luoghi chiusi di lavoro o di accesso pubblico, che oggi vige in otto cantoni.

Attualmente la legge federale riguardante la protezione dal fumo passivo consente al settore dell’albergheria e della ristorazione d’impiegare personale per il servizio negli spazi per fumatori. Inoltre autorizza il fumo in esercizi pubblici la cui superficie non supera gli 80 metri quadrati. Ma i cantoni possono applicare regole più severe. Di conseguenza le restrizioni variano a seconda dei cantoni.

Una situazione che non sembra comunque disturbare la maggioranza dell’elettorato. L’iniziativa che vorrebbe bandire i ritrovi pubblici fumatori e gli spazi per fumatori con servizio, nel 2° sondaggio, risulta bocciata con il 52% di pareri contrari. Essa raccoglie ora solo il 41% di consensi. Il rimanente 7% è ancora in dubbio su come voterà il 23 settembre.

Guardando le cifre, per l’iniziativa non sembra più esserci spazio per un capovolgimento di situazione. Il ribaltamento si è registrato a scapito dell’iniziativa nel corso della campagna per il voto. Infatti, nel precedente sondaggio, condotto quattro settimane prima, i fautori erano il 59%, gli oppositori il 36% e il 5% non aveva ancora un’opinione.

L’indebolimento del sostegno e il rafforzamento dell’opposizione rappresentano il percorso classico delle iniziative popolari: inizialmente prevalgono i sì, ma man mano che ci si avvicina allo scrutinio la rotta s’inverte e alla fine dalle urne esce un no, ha ricordato mercoledì la ricercatrice del gfs.bern Martina Imfeld, illustrando i risultati dell’indagine demoscopica.

Tuttavia, un tonfo di 18 punti percentuali nei consensi è eccezionale, ha precisato il direttore dell’istituto di ricerche Claude Longchamp. Il calo di appoggi alle iniziative popolari tra il 1° e il 2° sondaggio in media è di 11 punti percentuali.

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No alle forzature

A convincere una maggioranza dell’elettorato contro l’iniziativa è soprattutto l’argomento della “forzatura”. Vale a dire che la legge federale riguardante la protezione dal fumo, varata dal parlamento, è entrata in vigore da appena due anni e rappresenta un compromesso accettabile per tutti, dato che i cantoni sono liberi di applicare regole più restrittive: dunque non c’è motivo di cambiarla dopo così poco tempo, sostengono gli avversari dell’iniziativa.

Gli oppositori “hanno trovato il punto debole dell’iniziativa” e con questo hanno sfondato, ha osservato Longchamp. L’argomento ha fatto decisamente breccia nelle opinioni e ha portato a un’erosione generale dei consensi, senza distinzioni di sorta: tra gli uomini e tra le donne, tra i fumatori e tra i non fumatori, tra gli elettori dei cantoni dove già vigono le disposizioni previste dall’iniziativa e tra quelli dei cantoni più permissivi, in tutte le regioni linguistiche del paese, in tutte le fasce di età e in tutti i partiti.

Incertezza sulla fiscalità dei proprietari pensionati

Ancora completamente aperta appare la partita per l’altra iniziativa sottoposta a votazione federale il 23 settembre. Il testo denominato “Sicurezza dell’alloggio per i pensionati” nel secondo sondaggio ottiene ancora una maggioranza relativa di sì: il 46%, contro il 35% di no. Il 19% non ha ancora un’opinione.

L’evoluzione delle opinioni sembrerebbe giocare contro l’iniziativa promossa dall’Associazione svizzera dei proprietari fondiari. Essa chiede la possibilità per i pensionati proprietari del proprio alloggio di essere esonerati dall’imposta sul valore locativo. Questo valore equivale alla pigione che dovrebbe pagare il proprietario se affittasse la sua abitazione. In cambio dell’esonero, il proprietario rinuncerebbe a detrarre dal reddito gli interessi ipotecari passivi e i costi di manutenzione.

Rispetto al 1° sondaggio, il sostegno all’iniziativa è diminuito di 9 punti percentuali, mentre l’opposizione è progredita di 10 punti. Tutto potrebbe però ancora accadere, ha rilevato Claude Longchamp. L’iniziativa è contraddistinta da una grande incertezza. Soltanto il 52% è già assolutamente sicuro di come voterà il 23 settembre (vedi grafico sul sondaggio a fianco).

A ciò si aggiunge il fatto che non c’è un argomento veramente preponderante: regna piuttosto una confusione nelle motivazioni citate dagli intervistati a favore o contro l’iniziativa. La scelta è piuttosto basata su una sensazione individuale che su argomenti precisi di causa ad effetto, ha indicato lo specialista di sondaggi.

Marcia trionfale per la musica

Un sì a furor di popolo si profila per il terzo oggetto in votazione il 23 settembre. Tra il 1° e il 2° sondaggio, i consensi per il nuovo articolo costituzionale sulla promozione della formazione musicale dei giovani sono persino progrediti, salendo dal 68 al 73%. Parallelamente, i no sono scesi dal 23 al 17%. Il rimanente 10% è ancora indeciso.

I sì prevalgono anche tra l’elettorato del Partito liberale radicale e dell’Unione democratica di centro, le uniche due formazioni politiche che raccomandano di respingere il testo. Questo stabilisce che la Confederazione e i Cantoni devono adoperarsi a favore di un insegnamento musicale di qualità nelle scuole e che i giovani talenti musicali vanno sostenuti.

Assenti sempre in maggioranza

A farla da padrone nel terzo scrutinio federale di quest’anno dovrebbe ancora essere l’assenteismo. Nel secondo sondaggio soltanto il 42% degli intervistati ha detto che voterà di sicuro. I ricercatori del gfs.bern non prevedono una partecipazione effettiva molto superiore.

Per l’indagine demoscopica, l’istituto gfs.bern ha intervistato, tra il 3 e l’8 settembre,  un campione rappresentativo di 1’404 persone con diritto di voto, ripartite in tutte le regioni linguistiche della Svizzera.

Per ragioni legate alla protezione dei dati, le autorità non mettono più a disposizione le coordinate degli svizzeri residenti all’estero, che perciò non sono più presi in considerazione nei sondaggi condotti su mandato della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR in vista di votazioni federali.

Il margine di errore è di ±2,7 punti percentuali.

L’iniziativa popolare “Protezione contro il fumo passivo” è sostenuta da una cinquantina di organizzazioni medico-sanitarie, in particolare la Lega polmonare e la Federazione dei medici svizzeri, dai sindacati, dai partiti socialista, verdi ed evangelico.

È invece combattuta da tutti gli altri partiti presenti nel parlamento federale e dalle organizzazioni economiche e padronali, in particolare da quelle del settore alberghiero e della ristorazione.

La Commissione federale per la prevenzione del tabagismo aveva consigliato al governo svizzero di sostenerla. Ma l’esecutivo l’ha rifiutata. La commissione di esperti si era appellata al parlamento. Di nuovo invano: la Camera del popolo ha respinto l’iniziativa con 138 voti contro 52 e 4 astensioni, la Camera dei cantoni con 28 voti contro 7 e 7 astensioni

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