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Sondaggio SSR: iniziativa autodeterminazione verso il no

L'iniziativa per l'autodeterminazione sarebbe al momento bocciata (foto d'archivio). KEYSTONE/LUKAS LEHMANN sda-ats

(Keystone-ATS) No all’iniziativa sull’autodeterminazione, sì alla base legale per la sorveglianza degli assicurati e all’iniziativa per le vacche con le corna.

È quanto inizia a delinearsi per i tre oggetti federali in votazione il prossimo 25 novembre, secondo il primo sondaggio dell’istituto di ricerca gfs.bern realizzato su mandato della SSR.

Per gli specialisti non si tratta però ancora di una vera previsione perché i votanti hanno appena iniziato ad informarsi, ad eccezione del testo denominato “Il diritto svizzero anziché giudici stranieri”, promosso dall’UDC, il cui stadio di formazione dell’opinione media è più avanzato. Per questo tema le campagne di votazione sono iniziate già durante l’estate.

Le prime tendenze mostrano che l’iniziativa per l’autodeterminazione raccoglie a circa cinque settimane dal voto il 39% di consensi. I contrari si situano al 55% e gli indecisi al 6%. La Svizzera italiana, dove la quota di sostenitori è del 45% (contrari 44%), è l’unica regione dove l’elettorato risulta diviso.

Il secondo testo in votazione in novembre, la modifica della Legge federale sulla parte generale del diritto delle assicurazioni sociali (LPGA), che costituisce la base legale per l’assunzione di detective per la sorveglianza degli assicurati, ha attualmente molti sostenitori. Il 57% dei partecipanti al sondaggio ha detto che voterà sicuramente o probabilmente sì. Il 39% invece chiaramente o piuttosto no. La Svizzera italiana è la più favorevole (sì 65%; no 22%).

Per quanto concerne invece l’iniziativa “Per la dignità degli animali da reddito agricoli”, più nota come iniziativa per vacche con le corna, la formazione dell’opinione è ancora poca e i risultati del sondaggio non sono particolarmente rappresentativi.

Il 58% dei partecipanti si è detto sicuramente o piuttosto a favore del testo. Il 36% invece è con certezza o prevalentemente contro. Gli aventi diritto al voto del Ticino (sì 63%; no 27%) sono leggermente più favorevoli di quelli del resto della Svizzera.

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