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Sollievi e dubbi attorno al salvataggio dell’euro

Prove di equilibrismo con l'euro. Keystone

Riduzione del debito greco, ricapitalizzazione delle banche e rafforzamento del fondo di soccorso: i paesi della zona euro hanno fatto un passo importante nella giusta direzione, ritiene la stampa svizzera. Tuttavia, il problema di fondo rimane.

Il Blick saluta «il tour de force politico di “Merkozy” e si chiede se – dopo «la lunga notte di Bruxelles» – il bicchiere sia «mezzo pieno o mezzo vuoto?» Perlomeno, osserva ironicamente, «non è caduto dal tavolo per rompersi in mille pezzi».

«La Grecia non fa fallimento e la zona euro non capitola  […]  tutte cose che non erano più una certezza», aggiunge il quotidiano svizzero tedesco. Grazie al lavoro di Merkel e Sarkozy, «per la prima volta da qualche mese la situazione non sembra più senza uscita. I greci potranno rifarsi? Non è certo, ma perlomeno da ieri ciò non è più impossibile».

Decisamente più pessimista, la Basler Zeitung parla degli «strumenti dubbi» adottati a Bruxelles, che «danno una falsa impressione di sicurezza, la stessa che tre anni fa ha sprofondato il mondo nella crisi finanziaria ed economica».

«La zona euro – commenta il foglio renano – non è quindi salva siccome il problema di fondo rimane». Per la Basler Zeitung, secondo cui il fallimento della Grecia è inevitabile, «da parte di Merkel & Co sarebbe stato più onesto ammetterlo, come fanno le banche».

Vittoria di tappa

La maggior parte degli editoriali vanno nella stessa direzione, come riassume bene il titolo di Le Matin: «L’euro è salvo, per ora». Secondo la Berner Zeitung, il vertice di Bruxelles è una semplice «vittoria di tappa». Una vittoria certo «importante», sottolinea, ma pur sempre di tappa.

L’accordo di Bruxelles è incompleto […] ma nel complesso è meglio avere questo accordo che il caos. Ma le domande restano e i mercati continueranno a chiedere risposte concrete», scrive il Corriere del Ticino.

Sulla stessa linea il commento comune di Tages Anzeiger e Der Bund, per i quali «i capi di Stato e di governo europei sono sì avanzati sulle questioni principali, ma il problema del debito rimane irrisolto».

Il debito accumulato da Grecia, Portogallo, Irlanda, Italia e Spagna raggiunge i 3’300 miliardi di euro. Le decisioni prese a Bruxelles sono «un passo nella buona direzione, ma le prospettive rimangono oscure».

I due quotidiani di Zurigo e Berna s’interrogano in particolare sulla promessa dell’Italia. «Silvio Berlusconi annuncia delle riforme che sa bene che farà fatica ad applicare… e d’altronde lo vuole davvero?». Le banche, aggiungono, devono dal canto loro «assumersi la responsabilità di aver riacquistato parte del debito greco in un modo così frivolo».

«Un’Europa forte ha bisogno innanzitutto di meno debiti e di più responsabilità», commenta la Neue Zürcher Zeitung.

Un nuovo potere

Nemmeno Le Temps usa toni trionfalistici. Per il giornale romando «i dirigenti europei hanno soprattutto proceduto a un grounding tanto inevitabile quanto scomodo. […]. Ora non resta che convincere la gente che i loro sacrifici non saranno vani, che la ricostituzione del settore finanziario non si farà sulle loro spalle e che la quasi tutela imposta alla Grecia intende effettivamente risollevare il paese in modo equo».

Le Temps sottolinea poi il nuovo peso assunto dalla Germania al termine del vertice di Bruxelles. Anche se Sarkozy si è subito attribuito un ruolo preponderante, osserva, «è oramai Angela Merkel la padrona incontestata della zona euro».

Una zona euro che per 24 Heures e Tribune de Genève ha preso il sopravvento sull’Unione. «Mercoledì a Bruxelles l’Eurogruppo si è rafforzato. E non è un caso se Londra non si è infastidita. […] D’ora in avanti organizzerà almeno un vertice due volte all’anno e si doterà di un presidente».

Per i due giornali si sta disegnando «un nuovo potere», con un’Europa che ha appena effettuato «un passo verso un governo federale».

Durante un incontro tenuto il 27 ottobre a Berna, il segretario di Stato Michael Ambühl e il segretario generale del Ministero delle finanze greco, Ilias Plaskovitis, hanno discusso di un’eventuale convenzione fiscale tra la Svizzera e la Grecia.


I due interlocutori hanno sollevato la possibilità di concludere una convenzione fiscale analoga a quella firmata dalla Svizzera con la Germania e la Gran Bretagna alcune settimane fa.

Lo scopo è di regolarizzare i valori patrimoniali depositati in passato da contribuenti greci presso conti bancari svizzeri e di introdurre un’imposta alla fonte su futuri redditi da capitale.

La Svizzera trasferirebbe i proventi fiscali in modo anonimo alle autorità greche. Inoltre le prestazioni finanziarie dovrebbero godere reciprocamente di un migliore accesso al mercato.

Nelle prossime settimane i Governi di entrambi i Paesi dovrebbero decidere se avviare concretamente dei negoziati.

(fonte: Amministrazione federale)

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