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Solferino 2009, tra discorsi di pace e parate militari

24 giugno 2009: celebrazioni ufficiali per il 150esimo della Battaglia di Solferino swissinfo.ch

Le frecce tricolore disegnano lunghe scie nel cielo sopra Solferino. Picchetti di onore delle forze armate, autorità politiche e gente comune fanno il resto nella giornata di commemorazione dei 150 anni della battaglia e della nascita della Croce rossa.

È una mattina apparentemente tranquilla quella che accoglie gli abitanti di Solferino questo mercoledì 24 giugno 2009. Più passano le ore, più il centro del paese mantovano si anima. Arrivano le delegazioni ufficiali di Francia, Austria e Italia. Sfilano i militari, i gruppi storici dell’epoca, i picchetti di onore.

Si esibiscono gli stendardi, le bandiere. Volti seri, espressioni solenni si mescolano alle risate dei bambini che giocano attorno al monumento ai caduti. Il paese è presidiato dalle forze dell’ordine. A minuti arriva il ministro italiano della Difesa Ignazio La Russa. “Chi”?, sussurra un uomo. “Ma quello lì con il pizzetto”, gli risponde l’amico seduto accanto a lui.

Ricordando lo spirito di Dunant

I fragrori della guerra sono lontani. Eppure, ogni giorno, in qualche angolo di mondo si sta consumando un’altra Solferino, come dice a swissinfo il commissario straordinario della Croce rossa italiana, Francesco Rocca. Si ricordano i caduti, si rievocano gli orrori della battaglia, si invoca la pace di cui la terra ha disperatamente bisogno.

Nel giorno delle celebrazioni ufficiali, l’Unione europea (UE) ha richiamato “la straordinaria importanza della simpatia e della solidarietà verso chi è coinvolto in conflitti di guerra ed altre situazioni di violenza”. Ed ha pure ricordato che sulle polveri di quella terribile battaglia il 24 giugno del 1859 a Solferino, l’umanità ha saputo reagire.

“Grazie agli sforzi profusi sotto la guida di Henri Dunant – ha sottolineato l’UE – l’umanità è stata capace di esprimere uno slancio umanitario impressionante che ha portato alla fondazione della Croce rossa internazionale, oggi la più grande organizzazione umanitaria attiva in quasi tutti i paesi del mondo”.

La battaglia di Solferino, si sottolinea da Bruxelles, è stata anche la base sulla quale la comunità internazionale ha sviluppato e adottato gli strumenti del diritto umanitario internazionale, ovvero l’insieme delle regole più rilevanti in tempo di guerra, in particolare le quattro convenzioni di Ginevra del 1949, il cui sessantesimo anniversario sarà celebrato quest’anno.

Ideali di fratellanza troppo spesso dimenticati

Mentre la retorica della politica recupera le parole di fratellanza, umanità e solidarietà, tra Castiglione delle Stiviere e Solferino si consuma da anni, e non sempre in sordina, una battaglia d’orgoglio: entrambe rivendicano la paternità della nascita della Croce rossa. Scuote la testa, sconsolato, Germano Cajola, lo storico del paese di Pozzolengo, stituato ad un pugno di chilometri da Solferino.

“È il problema dell’uovo e della gallina. Non credo che Henri Dunant ne andrebbe molto fiero. Piuttosto – dice a swissinfo Germano Cajola – cerchiamo davvero di tenere vivo lo spirito di Dunant con i fatti, nei gesti e nelle azioni di ogni giorno. Perché la storia, quella con la S maiuscola, è fatta anche di piccole cose. Le parole, pur belle che siano, non bastano”.

Germano è un idealista, un po’ disilluso. Non ha voluto prendere parte alle celebrazioni ufficiali, perché le parole della politica lo stancano. Non vuole affatto polemizzare; come uomo attaccato al valore della storia – intesa come maestra di vita – e agli ideali di Henri Dunant, preferisce restarne fuori, quasi a voler mantenere intatta l’autenticità della propria forza ideale.

“Mi rendo perfettamente conto – si spiega lo storico – che giornate come queste possono contribuire a mantenere viva la memoria, se non altro ogni cinquant’anni. Ma è nella quotidianità, nella vita di tutti i giorni, che si misura la coerenza con i valori cari ad Henri Dunant”.

La speranza ha i colori della gioventù

Mentre a Solferino si stanno preparando i fuochi d’artificio previsti a notte inoltrata, nel villaggio umanitario Geleta Bekele, segretario generale della Federazione internazionale delle società della Croce rossa e della Mezzaluna rossa, parla con i giovani che popolano questa sorta di cittadella della pace. E sui giovani lui, come tanti altri – che forse non sono però abbastanza – conta molto.

“Sono molto impressionato – dichiara a swissinfo Geleta Bekele – dalla maturità di questi giovani. Sono perfettamente consapevoli dei problemi che affliggono il mondo e delle enormi sfide che si profilano all’orizzonte. Al villaggio umanitario ihanno la possibilità di condividere esperienze e di scambiare opinioni e visioni del mondo. Perché i problemi ambientali, occupazionali e di giustizia sociale hanno pesi diversi a dipendenza dal paese da dove provengono”.

Bekele ha parlato anche dell’importanza di curare la comunicazione tra generazioni. “Se vogliamo che la saggezza possa essere trasmessa alle nuove generazioni – osserva – noi dobbiamo cercare di capire il loro modo di comunicare”. E lo stesso discorso vale per il dialogo interculturale. “Non è possibile imporre una sola visione del mondo. Così non si va da nessuna parte”.

“Notre monde ne tourne pas rond. Il est temps d’agir”. Leggiamo questo appello sulle magliette, sulle cartoline e su altri gadget. Leggiamo la voglia di muoversi per un mondo migliore negli occhi di molti giovani, che vivono in paesi in guerra, dove ogni giorno si consumano – e spesso nell’indifferenza – altre Solferino.

Françoise Gehring, Solferino, swissinfo.ch

A fine giugno 240 giovani provenienti dal mondo intero, partiranno dal villaggio umanitario allestito dalla Croce rossa italiana a Solferino e ripercorreranno fino a Ginevra l’itinerario seguito 150 anni fa dal fondatore della Croce Rossa, Henri Dunant.

In occasione di quest’anniversario, l’organizzazione umanitaria vuole incitare la popolazione ad agire e, in particolare, incoraggiare i giovani ad impegnarsi per affrontare le sfide umanitarie attuali.

Il movimento della Croce Rossa celebra quest’anno un triplice avvenimento: i 150 anni della battaglia di Solferino, i 90 anni della creazione della Federazione internazionale delle società della Croce rossa e i 60 anni della Convenzione di Ginevra.

I celebri cantautori italiani conosciuti a livello internazionale Lucio Dalla e Francesco de Gregori, insieme per La battaglia non dava tregua. Con questo concerto in piazza Catsello a Solferino, si concludono le commemorazioni per il 150esimo anniversario della battaglia di Solferino e San Martino. Lo spettacolo originale di Lucio Dalla è basato su testi e documenti storici rielaborati da Roberto Roversi e recitati da Marco Alemanno.

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