Prospettive svizzere in 10 lingue

Soletta festeggia per la 25ma volta la Letteratura

swissinfo.ch

Lettura, incontri, esposizioni, Soletta vuole essere la vetrina della letteratura svizzera. Svizzera o svizzero-tedesca?

Sulle «Giornate letterarie di Soletta», in programma dal 30 maggio al 1° giugno, gli sguardi incrociati di Ivan Farron e Anne Cunéo.

Per tre giorni la cittadina di Soletta vive nuovamente immersa nella letteratura. Numerose letture d’autore si tengono un po’ ovunque: nelle chiese e nelle vie del nucleo storico, nelle gallerie e nei teatri.

Incontri anche a distanza: con l’Iran, per esempio, rappresentato da autori che vivono in esilio ma anche da altri che vivono nel loro paese. Inoltre, tra gli invitati, scrittori provenienti da Germania, Italia, Francia, Belgio, Canada e Russia.

Il programma prevede anche esposizioni. Ad esempio, «La voie cruelle», al castello di Waldegg, dedicata ai grandi scrittori-viaggiatori-fotografi Nicolas Bouvier, Ella Maillart e Annemarie Schwarzenbach, così come ai loro successori.

Il ciclo di esposizioni «4X1=1++++», inaugurato al Salone del Libro di Ginevra, mette in risalto il lavoro di traduzione come «ponte» tra le differenti letterature elvetiche.

Indifferenza reciproca?

A prima vista un programma all’insegna dell’apertura, ma leggendo attentamente ci si rende conto che in realtà la stragrande maggioranza dei relatori è di lingua tedesca.

Un fatto che non sembra turbare Ivan Farron, autore romando che vive a Zurigo e membro del comitato organizzatore: «Corrisponde alla realtà di questo paese. Ci sono più autori germanofoni perché ci sono più svizzeri di lingua tedesca. Non v’è alcuna ingiustizia in tutto questo, è un riflesso della realtà».

Un parere, questo, contestato dalla scrittrice e cineasta Anne Cunéo, pure lei francofona e ma altrettanto inserita nella Svizzera tedesca.

«Questa vetrina pretende di essere nazionale, invece è estremamente parziale. Malgrado la buona volontà dimostrata, gli organizzatori danno un peso preponderante alla cultura di lingua tedesca, e ciò in una proporzione che non rispecchia il vero rapporto percentuale tra autori romandi e confederati».

E aggiunge: «Se mi metto nei panni di qualcuno che non parla il tedesco, andare a Soletta è mortale! Il programma è molto scoraggiante».

Differenze culturali

Di chi è la responsabilità? Degli organizzatori che non tengono conto a sufficienza degli autori non germanofoni? Oppure del pubblico francofono o italofono, che stenta ad uscire dalla propria sfera linguistica e, quindi, non induce gli addetti alla programmazione a modificare l’offerta? E’ la solita questione dell’uovo e della gallina…

Ad ogni modo, nelle regioni di lingua tedesca esiste una vera tradizione della lettura d’autore, meno diffusa nell’area latina. «Per uno scrittore di lingua tedesca è una consuetudine quella di guadagnarsi la vita per un certo periodo con delle tourné di lettura», constata Anne Cunéo.

Gli autori francofoni leggono raramente in pubblico. Pertanto, quando è il caso, lo fanno con uno sforzo particolare di «messa in voce», di teatralizzazione. Mentre, secondo Anne Cunéo, gli scrittori di lingua tedesca, a furia di leggere diventano sovente noiosi e monocordi.

Questione di luoghi

Le Giornate letterarie di Soletta compiono un quarto di secolo. Nella Svizzera tedesca si tratta di un avvenimento, mentre in Romandia o in Ticino l’indifferenza è quasi totale.

Ivan Farron ammette che il successo di Soletta consiste nell’avere ottenuto un ruolo riconosciuto, ma che in fondo rimane una rassegna del tutto svizzero-tedesca. «E’ difficile fare altrimenti», aggiunge Farron.

E perché non indire una sorta di manifestazione sorella in Svizzera francese o italiana. L’idea fa trasalire Anne Cunéo: «Una cosa simile sarebbe sconcertante!»

Ma, allora? «Siamo un paese quadrilingue, dovremmo dare un buon esempio a regioni come l’ex Jugoslavia e l’Iraq», spiega la scrittrice.

«Dimostrare che siamo una federazione che funziona, non una in cui la maggioranza si accaparra tutto. Dobbiamo avere delle manifestazioni centrali!»

swissinfo, Bernard Léchot
(Adattamento: Rolando Stocker)

In conformità con gli standard di JTI

Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative

Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti Potete trovare una panoramica delle discussioni in corso con i nostri giornalisti qui.

Se volete iniziare una discussione su un argomento sollevato in questo articolo o volete segnalare errori fattuali, inviateci un'e-mail all'indirizzo italian@swissinfo.ch.

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR

SWI swissinfo.ch - succursale della Società svizzera di radiotelevisione SRG SSR