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60 anni di storia e salvataggi

I piloti della Rega devono spesso mettere a repentaglio la loro vita per trarre in salvo persone in pericolo nelle regioni alpine Keystone/Rega/Robert Bösch

Fondata nel 1952, la Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega) ha tratto in salvo da allora migliaia di persone in pericolo, soprattutto nella regione alpina. A 60 anni dalla sua nascita, l’organizzazione senza scopo di lucro è sempre più sollecitata.

Proprio poche settimane prima di poter spegnere le sessanta candeline, la Rega è stata chiamata a compiere una delle missioni più difficili e traumatiche della sua storia.

Lo scorso 22 marzo, l’incidente di un bus belga nel canton Vallese – costato la vita a 28 persone, tra cui 22 bambini – ha messo a dura prova le capacità dei soccorritori della Guardia di soccorso, che hanno trasportato i feriti in diversi ospedali della regione.

A metà aprile, la Rega ha dovuto affrontare un’operazione non meno complessa in Turchia, per soccorrere 19 turisti svizzeri, feriti nel corso di un altro incidenti di bus. Nei due giorni successivi, i velivoli dell’organizzazione elvetica di salvataggio hanno trasportato a casa 14 delle vittime svizzere.

Non manca quindi il lavoro per la Rega. Il 2011 è stato addirittura l’anno più impegnativo dalla sua fondazione: i 17 elicotteri e i 3 aerei della Guardia di soccorso hanno compiuto ben 14’240 missioni in Svizzera e all’estero per salvare o aiutare persone in difficoltà.

Non c’è da stupirsi del fatto che l’organizzazione senza scopo di lucro abbia acquisito da tempo uno statuto speciale nella considerazione degli svizzeri, paragonabile a quello della Croce rossa.

Operazioni internazionali

La Rega venne fondata il 27 aprile 1952, durante un incontro tenuto all’albergo Bären di Twann sulle rive del lago di Bienne. Durante il primo anno di attività, i suoi soccorritori eseguirono 6 missioni in elicottero. Oggi gli elicotteri della Guardia di soccorso devono entrare in azione, in media, almeno 5 volte al giorno.

L’idea di un servizio svizzero di soccorso aereo era nata già nel 1946, in seguito allo schianto di un aereo militare americano sul ghiacciaio del Gauli, nel canton Berna. Dopo quattro giorni di ricerche, due velivoli dell’esercito svizzero erano riusciti ad atterrare su un ghiacciaio vicino al luogo dell’incidente e a compiere un drammatico salvataggio dei membri dell’equipaggio e dei passeggeri del velivolo americano.

Il salvataggio non solo ha dimostrato l’efficacia del soccorso aereo nelle Alpi, ma ha apportato anche un grande contributo per riassestare le relazioni diplomatiche tra la Svizzera e gli Stati uniti dopo la Seconda guerra mondiale.

Sei anni più tardi, veniva creata la Guardia aerea svizzera di soccorso, quale sotto-sezione della Associazione svizzera di salvataggio, sotto la guida di Rudolf Bucher. Nei suoi primi anni, oltre a salvare diverse persone sui versanti impervi delle Alpi svizzere, il nuovo servizio di soccorso ha anche preso parte ad alcune operazioni internazionali.

Paracadutisti, addestrati dalla British Royal Air Force, sono intervenuti nei Paesi Bassi per aiutare persone rimaste intrappolate dalle grandi alluvioni del 1953. L’anno seguente, i soccorritori svizzeri sono stati chiamati in azione per soccorrere le vittime di una valanga in Austria.

Cooperazione internazionale

Nel 1956, un velivolo della Rega ha prestato aiuto perfino negli Stati Uniti per partecipare al recupero dei corpi delle vittime di una collisione tra due aerei commerciali nel Grand Canyon. Nel corso degli anni ’50, la Guardia di soccorso ha inoltre realizzato diverse operazioni di salvataggio in Turchia, Italia e Romania.

“Siamo orgogliosi del fatto che il nome Rega goda di una grande notorietà e di un’alta considerazione in tutto il mondo. Attualmente, i servizi di soccorso aereo di molti altri paesi sono ben equipaggiati rispetto ad alcuni decenni fa, ma ancora oggi molti di loro approfittano delle nostre conoscenze e dei nostri corsi di formazione, ad esempio per i voli notturni”, indica l’amministratore delegato della Rega Ernst Kohler.

Molti turisti svizzeri fanno affidamento sulla Rega in caso di incidenti o malattie durante i loro viaggi all’estero. Dopo lo tsunami che aveva sconvolto nel 2004 il Sud-Est dell’Asia, la Guardia di soccorso aveva rimpatriato una sessantina di cittadini svizzeri.

Le operazioni al di fuori della Svizzera tendono però da alcuni anni a diminuire. Nel 2011, la Rega ha compiuto 2’114 interventi per ragioni mediche all’estero, ossia il 19% in meno rispetto all’anno precedente.

“In molti paesi i servizi medici sono migliorati rispetto ad una ventina di anni fa: i rimpatri per ragioni mediche sono quindi meno spesso indispensabili”, spiega Ernst Kohler. “In caso di malattia o infortuni, molte persone vogliono però ritornare a casa per ragioni sociali. Preferiscono essere trattati in Svizzera”.

Servizio molto apprezzato

L’interesse della popolazione elvetica nei confronti della Rega è evidenziato dall’alto numero di donatori: 2,4 milioni di cittadini nel 2011, con un crescita di 86’000 unità rispetto all’anno precedente, che hanno offerto contributi finanziari pari a 94 milioni di franchi. Cifre impressionanti in un paese con meno di 8 milioni di abitanti.

Le donazioni consentono alla Rega di svolgere le sue operazioni senza dover chiedere sostegni pubblici. Dal momento che i membri donatori possono rivendicare, in caso di bisogno, servizi gratuiti da parte della Guardia di soccorso, nel 2008 l’Amministrazione federale delle contribuzioni aveva assoggettato anche la Rega all’IVA. Una decisione confermata l’anno scorso dal Tribunale federale.

La Rega aveva protestato, facendo valere che l’imposizione della tassa, pari a circa 5,5 milioni di franchi all’anno, equivale alla perdita di qualcosa come 185’000 donazioni all’anno. “L’assoggettamento all’IVA ci fa veramente del male. Non è giusto togliere fondi ad un organizzazione senza scopo di lucro: invece di finire nelle casse statali, questi soldi dovrebbero essere impiegati per gli interventi aerei di salvataggio”.

La questione è passata ora tra le mani dei politici, ma Kohler non si aspetta una decisione finale in tempi brevi. “Una decisione in nostro favore sarebbe un bel regalo per i 60 anni della Rega, ma i cambiamenti di legge richiedono sempre molto tempo”.

La Guardia aerea svizzera di soccorso (Rega) è stata fondata il 27 aprile 1952 come organizzazione senza scopo di lucro

Nel 1960, la Rega si è staccata dall’Associazione svizzera di salvataggio per diventare un’organizzazione completamente autonoma.

Cinque anni dopo, il governo svizzero ha approvato l’integrazione della Rega nella Croce Rossa, quale servizio ausiliario. Nel 1981 la Croce Rossa le ha conferito lo statuto di membro.

Il numero dei donatori ha raggiunto il milione nel 1985. Nel 2007 è salito a 2 milioni e attualmente è pari a 2,4 milioni.

In base ad un sondaggio del 2007, la Rega è l’organizzazione che gode della migliore immagine presso la popolazione.

1953: Paracadutisti vengono utilizzati per la prima volta nell’ambito di un operazione della Rega per salvare numerose persone rimaste intrappolate in seguito ad un alluvione in Olanda.

1956: Specialisti del servizio di soccorso sono chiamati nel Grand Canyon per recuperare dei corpi in un burrone in seguito ad una collusione tra due velivoli.

1960: La Rega svolge la sua prima missione di rimpatrio di un paziente svizzero dalla Francia.

1977: La Guardia di soccorso è la prima organizzazione occidentale autorizzata a compiere una missione di salvataggio nell’Europa orientale, dopo un terremoto in Romania.

1977: Due piloti della Rega compiono l’impossibile, riuscendo a trarre in salvo due alpinisti saliti sulla parete Nord dell’Eiger.

1980: Un altro audace salvataggio viene effettuato per liberare un paracadutista rimasto impigliato in un aereo. La missione viene effettuata durante il volo.

1982: La Rega entra in azione per la prima volta nello Jemen.

2004: la Guardia di soccorso organizza il rimpatrio di una sessantina di svizzeri dopo lo tsunami nel Sud-Est asiatico.

2005: i soccorritori della Rega portano in salvo oltre 200 persone durante le inondazioni che si sono abbattute sulla Svizzera.

Stando al settimanale svizzero Handelszeitung, la Rega avrebbe effettuato 17 voli di rimpatrio di soldati feriti in Iraq e Afghanistan negli ultimi due anni.

Il portavoce della guardia aerea elvetica, Sascha Hardegger,  ha confermato a swissinfo.ch che tra le operazioni di salvataggio all’estero figurano anche i voli sulla base americana di Ramstein.

Alcuni parlamentari di sinistra hanno criticato l’operazione, eseguita sotto il sigillo della Croce rossa svizzera e giudicata contraria al principio di neutralità.

Dal canto suo il Dipartimento degli affari esteri ha ricordato che la Rega è un’organizzazione privata e le sue scelte strategiche non devono essere approvate dalle autorità.

Traduzione di Armando Mombelli

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