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Sistema scolastico svizzero, armonizzazione contestata

Per molti scolari svizzeri già ora è possibile fare capo ad una mensa scolastica Keystone

Fulmini della destra nazionalista su HarmoS, il progetto di armonizzazione del sistema scolastico che i parlamenti cantonali stanno attualmente ratificando. Nel mirino l'inizio della scolarità a 4 anni.

Plebiscitata dal popolo svizzero nel mese di maggio del 2006, la riforma della formazione può essere sintetizzata con una parola d’ordine: armonizzare. La Svizzera, infatti, è confrontata con una miriade di sistemi scolastici, quasi quanto i cantoni. Per semplificare e mettere un po’ d’ordine è stato dunque concepito HarmoS.

Adottato all’unanimità nel mese di giugno dell’anno scorso dalla Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione(CDPE), il nuovo concordato sostituisce quello del 1970 ed è attualmente in fase di ratifica presso i parlamenti cantonali.

Ed è proprio in questo momento che l’Unione democratica di centro (UDC, destra nazionalista) ha deciso di lanciare, senza mezzi termini, l’offensiva contro il progetto HarmoS, di cui si denunciano: “la confisca della responsabilità parentale, la crescente statalizzazione del sistema scolastico e la restrizione dei diritti di partecipazione sul piano cantonale”.

L’UDC scende quindi nell’arena politica invitando ad impugnare l’arma del referendum. Secondo la destra nazionalista, “la scuola deve ritornare alla sua funzione primaria – ossia la formazione – e migliorala”. È perlomeno quanto hanno spiegato a fine marzo a Berna il consigliere nazionale Jean-Pierre Grin e il presidente dell’UDC Toni Brunner.

Ma in che cosa consistono concretamente le critiche? L’UDC avversa in modo particolare l’abbassamento dell’età di scolarizzazione a 4 anni (attualmente è sei) e l’obbligo di proporre strutture d’accoglienza extrascolastiche in ogni istituto.

L’UDC controcorrente

Nell’elenco delle critiche dei democentristi, spicca anche “la centralizzazione forzata dell’educazione pubblica”. Obiezioni a cui la CDPE risponde facendo notare che le misure previste da HarmoS vanno nel senso della volontà popolare, espressa nel mese di maggio del 2006.

Anne-Catherine Lyon, ministra vodese dell’educazione e membro della CDPE, evidenzia la “battaglia controcorrente” dell’UDC”. E precisa che il 95 per cento dei bimbi vodesi di quattro anni frequentano la scuola dell’ infanzia e che il 98% è al secondo anno. “Si tratta di una scelta facoltativa, ma è entrata nelle abitudini della maggioranza dei cantoni romandi e pure in molti cantoni svizzero tedeschi”.

A livello svizzero, fa infatti notare la CDPE, l’80 per cento dei bimbi va all’asilo già oggi all’età di cinque o sei anni. Olivier Maradan, segretario generale aggiunto della CDPE, vuole inoltre dissipare ogni malinteso per quanto riguarda l’obbligo di assicurare delle strutture extrascolastiche.

“Il principio difeso nel concordato – precisa – va considerato come un obbligo di proposta, e non come un obbligo di consumo”. Se tali strutture extrascolastiche corrispondono ad un effettivo bisogno, i comuni o i distretti sono tenuti ad assicurare i pasti e ad assistere gli alunni mentre fanno i compiti, senza tuttavia che i genitori vi facciano ricorso. Maradan non fatica comunque ad ammettere che, probabilmente, l’offerta genererà la domanda.

Lucerna passa dalle urne

L’UDC mette il dito nella piaga proprio su questi aspetti, evidenziando come i costi generati da HarmoS peseranno sulle finanze pubbliche. Un argomento pretestuoso, secondo la CDPE, poiché attualmente esistono già dei servizi simili a cui, generalmente, i genitori contribuiscono finanziariamente.

“In questi casi – spiega Olivier Maradan – non ci muoviamo più nello stretto ambito della scuola, dove la Costituzione garantisce la gratuità dell’insegnamento. In molte mense, per esempio, i pasti devono essere pagati. Attraverso HarmoS chiediamo, in fondo, una sola cosa: intensificare e progressivamente generalizzare queste strutture”.

Per ora sono quattro i cantoni ad avere già ratificato il concordato: Lucerna, Sciaffusa, Turgovia e Grigioni. A Lucerna, però, saranno i cittadini ad avere l’ultima parola, poiché un referendum lanciato da un comitato vicino all’UDC ha avuto successo: sono infatti state raccolte 14 mila firme, sulle 3 mila necessarie.

Il segretario generale aggiunto della CDPE giudica controproducente questa mossa, poiché una serie di misure previste dalla riforma, figurano nelle leggi scolastiche di alcuni cantoni: “Queste leggi – sottolinea – sono spesso state accettate a larga maggioranza. Il popolo non si pronuncia dunque sul concordato, ma sulle leggi che ha lui stesso approvato”.

Un cavallo di battaglia

Appropriandosi di un argomento sensibile e trainante come quello della scuola pubblica, l’UDC può certamente giostrare con numerosi temi che le stanno a cuore e profilarsi a diversi livelli. Una strategia che non stupisce per nulla Oscar Mazzoleni, politologo all’Università di Losanna.

“Nel campo dell’educazione e della ricerca, la ‘nuova’ UDC ha sempre caldeggiato il rigore budgetario. Il partito difende pure l’idea che nell’educazione la famiglia deve rimanere al centro. Il solo aspetto paradossale è la critica all’uniformazione del sistema scolastico, allorquando in tutti questi anni l’UDC ha sempre sostenuto le proposte volte alla razionalizzazione”.

Anne-Catherine Lyon ricorda che se il concordato elaborato dalla CDPE dovesse fallire, la Confederazione potrebbe intervenire e costringere i cantoni ad armonizzare il sistema educativo. Perciò non ha dubbi nell’affermare che “l’UDC scherza con il fuoco”. Opponendosi ad HarmoS, infine, disattende la volontà del popolo.

swissinfo, Carole Wälti
(traduzione e adattamento dal francese Françoise Gehring)

Il 21 maggio 2006 il popolo svizzero ha accettato i nuovi articoli costituzionali sulla formazione con una forte maggioranza dell’86 %. Questi articoli riaffermano le competenze in seno al sistema educativo svizzero.

Il 14 giugno 2007 l’Assemblea plenaria della CDPE ha approvato il concordato HarmoS all’unanimità e avviato le procedure di adesione nei cantoni.

Il concordato entrerà in vigore a partire dal momento in cui sarà stato ratificato da dieci cantoni, ciò che potrebbe avvenire entro la fine del 2008. L’applicazione dell’accordo dovrebbe essere effettivo per l’anno 2014/2015 al più tardi.

HarmoS ha per obiettivo quello di armonizzare i parametri della scolarità obbligatoria in Svizzera.

I bambini inizieranno il loro primo anno di scuola a quattro anni, e non più a sei come attualmente. Sono previste strutture extrascolastiche diurne come la mensa o il dopo scuola. L’insegnamento della scuola elementare dovrà essere organizzato in blocchi orari.

HarmoS prevede anche l’armonizzazione dell’insegnamento delle lingue straniere: non sarà più obbligatorio iniziare con lingua nazionale. La prima lingua straniera sarà insegnata al più tardi a partire dal 5° anno di scuola e una seconda al più tardi a partire dal 7° anno. Si tratterà di una seconda lingua nazionale e dell’inglese

Il Cantone Ticino e il Cantone dei Grigioni potranno derogare a questa disposizione nella misura in cui prevedono pure l’insegnamento obbligatorio di una terza lingua nazionale.

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